Sabato 06 Settembre 2025 | 16:29

Economia, Cottarelli: «La Regione nella Popolare di Bari? Una condizione rischiosa»

 
Michele de Feudis

Reporter:

Michele de Feudis

Economia, Cottarelli: «La regione Puglia nella Popolare di Bari? Una condizione rischisa»

Carlo Cottarelli

L'accademico della Bocconi e direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani della Cattolica analizza gli scenari italiani con realismo e chiarezza

Venerdì 25 Settembre 2020, 10:22

«La politica di bilancio dipende dalle condizioni che affronta un paese». Carlo Cottarelli, accademico della Bocconi e direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani della Cattolica, analizza gli scenari italiani con realismo e chiarezza. Il professore di Cremona mercoledì è stato ospite della rassegna «Libri in Castello» a Carovigno per presentare il saggio Pachidermi e pappagalli, mentre ieri era a Trani per i «Dialoghi».
La pandemia ha cambiato i paradigmi delle politiche economiche nell’Ue. È finita l’austerità e si torna a politiche espansive. Era sbagliato prima porre limiti alla spesa pubblica?
«Non era sbagliato. In una crisi si mettono da parte le riserve sull’accumulo di troppo debito pubblico, perché sarebbe più grave far precipitare l’economia. Di contro quando non eravamo in crisi profonda, avremmo dovuto mettere più fieno in cascina, e per intervenire sull’economia post pandemia non avremmo avuto bisogno di aspettare gli aiuti Ue. Del resto la Germania non ha chiesto nulla all’Europa. Noi, non avendo in passato fatto quello che era necessario - comprese le riforme per favorire la crescita -, possiamo realizzare azioni espansive solo con l’aiuto europeo».
Cassa Depositi e Prestiti intanto sarà nell’azionariato di Borsa Italiana e nella Banda unica. Si configura la nuova Iri?
«Non ancora. C’è il rischio che lo diventi. Ma ha una dimensione minore, non confrontabile con l’Iri. Credo ci sia la tendenza ad un intervento dello Stato legittimo nella proprietà delle imprese nei momenti di crisi. Non vedo però perché lo stato italiano, che già non sa fare tante cose, si metta a fare l’imprenditore su scala più grande di adesso».
Che autunno ci dobbiamo aspettare?
«Nessuno lo sa. C’è incertezza sull’evoluzione della pandemia. Se dovesse arretrare, continuerà la crescita dopo il forte rimbalzo di maggio e giugno. Ma siamo lontani dai livelli del 2019».
Il dilemma sul Mes. Il premier Conte potrebbe ora sciogliere motu proprio il nodo aprendo all’utilizzo delle risorse per la Sanità?
«Alla fine non prenderemo queste risorse, i 5s continueranno a opporsi. Cosa può cambiare la situazione? Forse che altri paesi lo richiedano: l’Italia più di tutti può beneficiare di questi miliardi, perché prende denaro sui mercatia tassi più alti e con il Mes avrebbe un risparmio».
Dopo le regionali, il governo è più forte?
«Durava anche se le opposizioni avessero vinto 6-0. Adesso invece Palazzo Chigi continuerà a fare quello che faceva prima, salvo che i 5s abbiano una crisi di nervi».
Sul referendum...
«Questa riforma non fa disastri, il Parlamento può funzionare anche con 600 eletti, ma non si spendono risorse politiche limitate per fare riforme che non sono essenziali. Sarebbe stato più efficace passare al monocameralismo”.
Con il successo di Zaia in Veneto torna in auge la riforma dell’autonomia differenziata?
«Non credo che il governo si muova rapidamente sul tema. Tutto dipende da come si farà la riforma: il principio di solidarietà deve rimanere».
La Sanità meridionale potrebbe subire contraccolpi?
«Si sarebbe solo un decentramento della gestione, un modello che non toglierebbe nulla al Sud».
Si discute in queste ore dell’evoluzione della Popolare di Bari. Una futura Banca del Sud può coniugare servizio al territorio e attività nella finanza?
«Sì, al di là del ruolo delle popolari, ci sono tante banche piccole che fanno una importante gestione finanziaria sul territorio».
Il governatore Emiliano ipotizza un ingresso della Regione nel capitale di BpB.
«Non conosco abbastanza bene Emiliano, ma non vedo perché gli enti locali debbano diventare proprietari di banche. È una condizione rischiosa, ci sono stati problemi in passato. Bisogna tenere invece il controllo della finanza della banca e dei flussi di denaro separato dalla politica».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)