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Emiliano: «I pentastellati votino me». Fitto: «Ci lasciano 15 anni di macerie»

 
Bepi Martellotta

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Bepi Martellotta

Emiliano: «I pentastellati votino me». Fitto: «Ci lasciano 15 anni di macerie»

I due candidati del centrosinistra e centrodestra intervistati oggi sulle pagine della «Gazzetta del Mezzogiorno»

Lunedì 31 Agosto 2020, 08:50

13:03

Verso le regionali: ecco le interviste ai due candidati, oggi sulle pagine della Gazzetta del Mezzogiorno.

EMILIANO: I PENTASTELLATI VOTINO ME

Michele Emiliano, presidente della Puglia, una campagna elettorale particolare ai tempi del coronavirus: niente «Sagre del Programma» e assembramenti in piazza da evitare. Come la sta vivendo?
È un'esperienza del tutto nuova, le sagre del programma le abbiamo fatte su internet, convocando centinaia di pugliesi in dieci stanze virtuali per scrivere le cose da fare nei prossimi 5 anni. La partecipazione è rimasta altissima, sono stati individuati dieci obiettivi strategici nel segno della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Sto continuando a lavorare come sempre, non posso distogliere l’attenzione dalle enormi responsabilità che ho in questo momento di emergenza, di fatto per me è impossibile pensare alla campagna elettorale in senso tradizionale. I pugliesi mi valuteranno per il lavoro fatto.

Anche la Puglia è stata toccata dal Coronavirus. Quali rischi prevede da questa seconda ondata e ritiene rinviabili, in caso di emergenza, le urne e le aperture delle scuole?
La seconda ondata è iniziata. Gli esperti prevedono un aumento dei contagi in tutta Italia e in Europa con il passare delle settimane. Dobbiamo concentrarci sulla prevenzione dei rischi evitando in tutti i modi un nuovo lockdown. In Puglia siamo pronti ad affrontare qualsiasi scenario. Leggo sui giornali che il candidato Fitto mi accusa di fare allarmismo sulla situazione Covid. Mi sembra di risentire le stesse parole di quelli che a febbraio, prima che scoppiasse la catastrofe, si facevano beffe delle raccomandazioni degli esperti. In Puglia, allora, abbiamo gestito la pandemia con serietà e competenza. Lo stesso continuiamo a fare oggi, senza un giorno di sosta. Fitto scambia la nostra prudenza per allarmismo. Ma lo capisco. È in campagna elettorale e vuole guadagnare un po’ di facile consenso. Io sono il presidente della Regione, il mio unico pensiero è badare alla salute dei pugliesi. E questo faccio e continuerò a fare, con tutte le mie forze, fino all’ultimo giorno del mio mandato.

Di questi 5 anni di legislatura quale è stata la cosa che l’ha amareggiata di più e quella che, invece, l’ha soddisfatta? Quale errore non vorrebbe rifare, se eletto, e cosa invece porterebbe avanti come priorità nei prossimi 5 anni?
L’errore più grande è stato la scelta dell’assessore all’Agricoltura, che è anche la cosa che più mi ha amareggiato. Per fortuna oggi è candidato con Fitto. Come priorità porterò avanti la battaglia per la decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto, un punto programmatico che finalmente unisce Regione Puglia, Governo con le sue principali forze, Pd e Movimento 5 Stelle.

Ha tenuto per sé la delega della Sanità e, successivamente, quella dell’Agricoltura. Se rieletto, confermerà questo percorso o si affiderà ad altri?
Otto assessori su dieci devono essere scelti tra i consiglieri regionali, solo due assessori possono essere «esterni». Prima vedrò la composizione del Consiglio e poi farò le mie scelte.

Uno dei temi principali del suo governo è stato la decarbonizzazione, ma il problema dell’Ilva – a giudicare dal braccio di ferro tra Governo, lavoratori e azienda - non è stato risolto. Come se ne esce?
Mi sono battuto per la decarbonizzazione dell’ex Ilva insieme agli uffici regionali, siamo arrivati sino a Bruxelles con la nostra proposta, entrando in conflitto anche con i governi della mia stessa parte politica. Poi finalmente la svolta: Zingaretti segretario ha condiviso con il Pd questa posizione, poi è arrivata l’adesione anche dell’attuale Governo e del Movimento 5 stelle. Questo significa che andiamo nella stessa direzione.

C’è qualcuno che la pensa diversamente, però. I renziani lanciano Scalfarotto: è solo una candidatura «di disturbo»?
Non lo è, loro stanno facendo di tutto per far vincere Fitto perché Fitto, come Renzi, è per il ciclo integrato a carbone dell’Ilva. L’elemento che li unisce è quello di essere vicini alle lobby del carbone e lavorano in questa direzione. C’è sicuramente anche un fattore di antipatia personale, ma è un corollario. Il problema per loro, per Calenda e gli altri, è che abbiamo spostato tutto il Governo sulla missione della decarbonizzazione, intevenendo in una battaglia epocale per l’Europa che è quella di smettere di utilizzare le fonti più inquinanti per convertire l’industria al «green new deal» tramite tecnologie alternative nell’industria. Vi sono ingenti risorse in questa direzione, ma loro devono rispondere alle lobby.

Il centrosinistra, al netto di Italia Viva, si presenta coeso a suo sostegno alle elezioni, ma in questa legislatura non sono mancate frizioni interne e scivolate della sua maggioranza in consiglio regionale. In caso di vittoria ritiene di dover rafforzare i rapporti tra esecutivo e consiglieri e, se sì, come?
Ho tutta l’intenzione di mantenere forte e positivo il legame con i consiglieri, che svolgono un lavoro importantissimo non solo nella funzionale legislativa, ma anche nella rappresentanza di tutte le realtà territoriali.

Parliamo delle sue liste. Molte donne e tanta società civile, insieme agli uscenti. Da destra la accusano di aver fatto una squadra di pochi candidati (e loro familiari) in più collegi. Cosa risponde?
Tante donne, tanti giovani, tante belle storie umane e professionali: ancora una volta la nostra coalizione rinnova se stessa e si apre alla società. Non a caso la chiamiamo la Coalizione della Puglia. Dai nostri avversari solo critiche sterili e un elenco di nomi già noti che sinceramente non esprimono alcuna idea di rinnovamento e riportano la Puglia indietro di venti anni.

Il virologo Lopalco è candidato in tre collegi. Alcuni giudicano inopportuna la sua candidatura utilizzando la notorietà da coordinatore della task force anti-Covid. Che ne pensa?
La Puglia ha bisogno di lui, della sua competenza. Lui sarebbe un ottimo assessore alla sanità, ma come ho detto otto assessori su dieci devono essere scelti, per legge, dal consiglio. Ecco perché si è candidato, per poter essere totalmente al servizio della sua regione. Pensate che sta continuando a svolgere il suo insostituibile ruolo di esperto gratuitamente, proprio per liberare il campo dalle strumentalizzazioni.

L’appello del premier su possibili alleanze elettorali nei territori tra M5S e Pd è andato a vuoto. Lei che da sempre è a favore di una convergenza coi cinque stelle, ritiene sia possibile realizzarla dopo il voto, ad esempio nel prossimo governo regionale in caso di vittoria del centrosinistra?
Per me il dialogo con il Movimento 5 Stelle resta aperto, prima e dopo il voto, un dialogo sulle cose da fare insieme, su come migliorarci a vicenda, su come generare cambiamento positivo per la Puglia. Ringrazio Conte e Di Maio per aver avviato questo percorso politico. Gli elettori del Movimento 5 stelle sanno che possono tranquillamente votare me come Presidente e il M5S come partito, attraverso il cosiddetto voto disgiunto. Questa è l’unica strada per non indebolire il Governo e per salvare la Puglia.

Ma quella della Puglia è un’elezione che davvero rischia di spostare equilibri nazionali nella maggioranza del Governo Conte?
Parliamoci chiaro: la competizione è tra due candidati Presidente, io e Fitto. I pugliesi devono decidere chi dei due è più utile alla Puglia. Non escludo che diversi leghisti o forizisti votino per me così come da questa parte per Fitto. È la destra che sta cercando di politicizzare l’elezione pugliese per utilizzare la forza dei tre partiti del centrodestra, tramite i leader nazionali. Na deve essere chiaro che una cosa sono Salvini, Meloni o Tajani, che vengono qui a fare la loro campagna elettorale, altra cosa è Fitto. Gli altri candidati governatore, invece, non sono in campo per vincere ma per altre ragioni. Di certo tutti temono una mia conferma, perché sarei il presidente di Regione in Italia che più di altri rappresenta l’unione tra il mondo pentastellato e quello del Pd, ovvero quel progetto che Conte e Di Maio provano a perseguire.

L’hanno accusata di aver cooptato in questi anni uomini del centrodestra ai vertici del sottogoverno o, nel caso di Di Gioia, anche nell’esecutivo. Ritiene di seguire questa strada anche in futuro?
Una delle principali critiche di Fitto riguarda proprio l’agricoltura, gestita per anni da Di Gioia: adesso sono candidati l’uno a supporto dell’altro. Devo aggiungere altro?

FITTO: CI LASCIANO 15 ANNI DI MACERIE

Onorevole Raffaele Fitto, eurodeputato di FdI, dopo 15 anni ci riprova a correre per la presidenza della Regione. Cosa l’ha convinta?
La prima cosa che mi ha spinto è stato vedere una regione governata in questi anni in maniera diametralmente opposta a ciò di cui avrebbe bisogno. Basta leggere i dati, settore per settore – non le mie opinioni - per capire bene quanto sia necessario e urgente invertire questa tendenza. Non lo faccio certo per ambizione personale, ci sono scenari politici importanti per me a Bruxelles. Lo faccio per necessità, senso di responsabilità e amore per la mia terra. 

In questi 15 anni il centrodestra pugliese è uscito sconfitto dalle urne: ritiene che gli errori e le divisioni del passato siano definitivamente superati?
Uno dei motivi che mi ha spinto a scendere in campo è proprio la sintesi che la coalizione ha finalmente raggiunto dopo le divisioni del passato. Dobbiamo fare mea culpa sugli errori del passato, quando ci siamo presentati divisi. Abbiamo discusso in maniera approfondita tra noi in queste settimane, trovando una convergenza vera, reale, concreta con cui offrire un progetto di governo serio ai pugliesi.

Fratelli d’Italia è convintamente al suo fianco, e anche Berlusconi. Lo è anche la Lega di Salvini? Il Carroccio sembra fare campagna elettorale più per sé..
C’è un’intesa forte con tutti i partiti della coalizione, con uno sforzo di riorganizzazione sul territorio che non riguarda solo le regionali ma guarda ad una prospettiva futura. Di questo risultato raggiunto non posso che ringraziare i i leader nazionali, a partire da Giorgia Meloni che ha creduto fortemente in me, ma anche Salvini, Berlusconi e Tajani, Cesa e il Nuovo Psi, tutte forze politiche che credono fermamente in un futuro diverso per la Puglia.

Nella sua civica volti nuovi, ma i partiti che la sostengono portano molti uscenti e in un caso (Forza Italia), anche alcuni ex sostenitori di Emiliano come Cera e Di Gioia. Non le sembra contraddittorio?
Sinceramente trovo scandaloso quello che abbiamo visto dall’altra parte. Qui si sono valutate le proposte insieme alle candidature, in modo chiaro, netto e trasparente. È su questa cifra programmatica che i nostri candidati si presentano davanti agli elettori per chiedere consenso. Qui nessuno ha fatto accordi a tavolino, distribuendo prebende e poltrone, ma si è ragionato tutti insieme su un progetto politico prendendo impegni che guardano oltre la campagna elettorale e le urne. Mi pare che dall’altra parte, tra i ruoli affidati a Cassano e le popolarità sfruttate sull’onda di un’emergenza, sia andata in maniera completamente diversa.

Si riferisce alla candidatura del virologo Lopalco nella civica di Emiliano…
Lopalco è liberissimo di fare campagna elettorale. Quello che trovo scandaloso è la commistione tra il ruolo tecnico-scientifico e quello dell’impegno elettorale per conto del governatore. Il tema è delicato, riguarda un’emergenza in corso. A un governo che ha commissariato la Regione per l’applicazione della parità di genere chiedo di utilizzare l’art. 120 anche per commissariarla sull’emergenza Covid-19, perché chi fa campagna elettorale non può gestire l’emergenza. E i risultati si vedono.

A cosa si riferisce?
Al fatto che assistiamo a tutto e al contrario di tutto. Con la mano destra si chiede ai pugliesi di essere responsabili e di osservare le regole e con la mano sinistra si convocano maxi-concorsi per infermieri con migliaia di candidati che faranno assembramento in Fiera del Levante. Sino a ieri Emiliano parlava trionfalisticamente di regione “covid free” grazie alla sua mirabile gestione, oggi evoca disastri e crea allarmismi arrivando ad ospedalizzare gli asintomatici, come accaduto al Policlinico di Bari per un cittadino che chiedeva di essere dimesso in isolamento domiciliare e invece è stato forzatamente ricoverato.
A prescindere dall’emergenza, si sa che la sanità è la “croce e delizia” di tutti i presidenti di Regione. Lo fu anche per lei
Nel 2005 il mio piano prevedeva riconversione di reparti e di ospedali, non si era mai parlato di chiusure. Da allora in poi abbiamo visto che fine hanno fatto le promesse fatte sulle “riaperture”: sfido chiunque a segnalarmi quale ostetricia è stata riattivata in Puglia. Sono stati, invece, soppressi i reparti per riconvertire gli ospedali: ecco il capolavoro compiuto in questi anni da Vendola e Emiliano. Nel frattempo sono cresciute tre criticità strutturali del sistema: aumento della mobilità passiva; caos sulle liste d’attesa, che in alcuni casi arrivano al 2022; nuovi ospedali ancora sulla carta dal lontano 2007.

Soluzioni?
Rafforzamento della sanità territoriale, miglioramento della prevenzione e dell’emergenza e radicale cambiamento della qualità e presenza nei territori delle strutture ospedaliere. La Puglia finita nel piano di rientro ha aumentato tutte le tasse a carico dei cittadini per pagare la sanità, o meglio per pagarne i debiti in modo da mettere i conti a posto. Tra addizionale Irpef, accisa sulla benzina, tasse sui rifiuti e Irap, i pugliesi ogni anno versano oltre 300 milioni di euro per pagare i debiti della sanità: 43 miliardi di euro versati in tutti questi anni per avere in cambio disservizi.

Xylella, anche in questo caso è tutta colpa di Emiliano?
Nel 2015 il bollettino ufficiale riportava la Xylella solo in provincia di Lecce, con piccoli focoloai attorno a Oria. Oggi è arrivata a Fasano, distruggendo nel frattempo tutto ciò che incontrava per strada. Emiliano, in questi anni, è andato sotto braccio con stregoni e negazionisti mettendo alla porta gli scienziati, e i risultati tragicamente si vedono. Stendiamo un velo pietoso, poi, sui fondi comunitari. Per il Psr la Puglia è ultima in Italia e senza la flessibilità concessa per l’emergenza Covid avremmo perso una montagna di soldi oggi: solo un terzo dei fondi è impegnato o speso, ma ancora bloccato dalla pioggia di ricorsi al Tar dovuti agli errori grossolani commessi dalla Regione.

Ma non ci sono responsabilità anche del Governo e dell’Ue?
La colpa del Governo nazionale è aver assistito – soprattutto negli anni precedenti – all’imbarazzante inazione della Regione Puglia senza ricorrere, come avrebbe dovuto, ai poteri sostitutivi.

Ilva. Anche in questo caso, tutta colpa della Regione?
Di certo una Regione che diserta tutti i tavoli e segue comportamenti ambivalenti non può essere credibile con alcun interlocutore. Il Governo, poi, un giorno si sedeva al fianco di Mittal e l’altro al fianco dei lavoratori. A Palazzo Chigi ci sono almeno tre posizioni differenti sul tema ed è il motivo per cui non ne parlano. Sanno che la situazione a Taranto è disastrosa e rischiano di saltare, come lo sa Emiliano. Non parliamo poi delle infrastrutture…

Perché?
In 15 anni, tranne l’allargamento di qualche aeroporto, non ho visto una sola infrastruttura degna di essere ricordata in Puglia. Ci sono 3,7 miliardi di euro disponibili sul Fondo Sviluppo e Coesione ma sapete quanto ha utilizzato la Regione da febbraio ad oggi? 50 milioni. Questi sono fatti, documentati da dati oggettivi e verificabili.

Per chiudere, davvero le elezioni in Puglia meritano una rilevanza nazionale e possono avere effetti sul Governo?
Conte ha lavorato per provare a piegare i suoi alleati su un accordo di palazzo tra Pd e Cinque Stelle anche in Puglia, fallendo. Qui da noi le forze del Governo - che a Roma si tengono assieme solo per tenere in vita la legislatura - si presentano con 4 candidati, l’un contro l’altro armati, mentre il centrodestra si presenta con un candidato e un progetto unitario.

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