BARI - Il Comitato direttivo dell’Associazione dei Comuni (Anci) della Puglia esprime «assoluto dissenso sulla ipotesi annunciata dai vertici di Acquedotto pugliese (Aqp) di apertura ai partner privati attraverso la costituzione di una 'newco' preposta al controllo e alla gestione delle reti idriche pugliesi». E’ detto in una nota in cui l’Anci, evidenziando «il ruolo istituzionale svolto dai Comuni all’interno dell’Autorità idrica pugliese», chiede "alla Regione Puglia, quale socio unico di Aqp, di respingere categoricamente ogni proposta di privatizzazione, anche solo parziale della società».
L’accesso all’acqua, per l’Anci, «è un diritto umano universale» e la sua «gestione deve rimanere interamente pubblica e separata da ogni logica di profitto e di mercato».
L’Anci chiede infine ad «Aqp di procedere al programma di investimenti e agli interventi di ristrutturazione e risanamento della rete idrica, unico metodo per recuperare gli sprechi della risorsa e contenere i costi di dispersione».
LA REPLICA DI AQP - «Diamo la massima disponibilità al dialogo e a fornire ulteriori chiarimenti, in qualsiasi momento e in qualunque sede, sulle attività per il recupero della risorsa idrica": così l’Acquedotto pugliese (Aqp) risponde all’Anci Puglia che oggi ha bocciato la scelta della società di dare vita ad una 'newcò per il recupero delle perdite di rete dell’acqua. «La scelta di avviare una consultazione preliminare di mercato - spiegano da Aqp - nasce dall’esigenza di individuare potenziali partner fornitori in grado di apportare le tecnologie più avanzate per la realizzazione degli ingenti investimenti programmati sulla rete. Questo percorso non comporterà alcuna privatizzazione né, in alcun modo, l’ingresso di soggetti privati in Acquedotto Pugliese. L’acqua, pertanto, è e resterà sempre un bene comune, come espressamente indicato dall’azionista, la Regione Puglia, e come orgogliosamente riportiamo nel nostro logo».
L’investimento previsto è di 640 milioni di euro. Aqp ribadisce che gli obiettivi sono quelli di «accelerare la realizzazione di interventi necessari, e prescritti, a pena di sanzioni ingenti, da parte dell’Autority del settore, Arera; e di «poter disporre delle migliori tecnologie che il panorama nazionale ed internazionale propone».
Acquedotto Pugliese «crede nelle professionalità interne e nelle sue potenzialità che stanno già producendo attività, a beneficio degli investimenti, nettamente superiori al passato e sono impegnate a pieno regime sull'attuazione di un piano di interventi da quasi un miliardo e mezzo di euro». A questo proposito «giova ricordare che solo nel 2018 gli investimenti sono saliti a 147 milioni di euro e che negli ultimi quattro mesi il Cda di Acquedotto Pugliese ha approvato procedure di gara per oltre 90 milioni di euro».
I SINDACATI - I sindacati pugliesi chiedono in una nota che «si blocchi l’operatività del progetto della Newco» di Aqp, dopo aver incontrato il 4 dicembre i vertici di Acquedotto Pugliese «a seguito dell’annuncio aziendale del progetto di costituzione di una Newco aperta ai privati per il recupero delle perdite in rete».
«La necessità da parte di Aqp - scrivono le categorie regionali di Cgil, Cisl, Uil, Cisal e Ugl - di accelerare e aumentare la capacità di progettazione e realizzazione degli investimenti sulla Rete idrica, ma non solo, cosi come l'acquisizione di nuove tecnologie è ovviamente da noi condivisa, ma non per questo la scelta di una Newco è obbligata né condivisibile». Per i sindacati, «la strada giusta è un’altra. I punti di forza di Aqp: gestione ciclo idrico integrato; bacino regionale ottimale; completa proprietà pubblica e reinvestimento utili; gestione aziendale/industriale, vanno confermati e rafforzati. Bisogna mettere in condizioni Aqp di rafforzare le proprie risorse professionali, la sua operatività la sua gestione aziendale/industriale anche per affrontare i picchi temporanei di aumento attività. A questa esigenza deve corrispondere un adeguato Piano Industriale. Bisogna quindi evitare da parte della Regione, come è avvenuto con la delibera 100, di mettere lacci e laccioli burocratici all’attività aziendale, andando oltre la dovuta azione di controllo e razionalizzazione dell’uso delle risorse pubbliche. Le nostre richieste sono quindi: la Regione e Aqp licenzino finalmente il piano industriale avviando il confronto con il sindacato e le espressioni della società pugliese e - concludono - si blocchi l’operatività del progetto della Newco».