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Soldi in cambio di voti a Bari, Decaro: «Ho portato cittadino a denunciare»

 
Redazione online

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Secondo indiscrezioni giornalistiche - l’ultima pubblicata oggi dal Corriere del Mezzogiorno - ci sarebbero quattro persone indagate dalla procura di Bari per episodi di voto di scambio

Martedì 11 Giugno 2019, 19:11

12 Giugno 2019, 12:56

BARI - «Da candidato e da sindaco ho invitato tutti i cittadini a denunciare senza paura casi di compravendita di voti. Mi sono offerto personalmente di accompagnarli dalle forze dell’ordine nel caso avessero anche solo dei sospetti. E dopo averlo detto, l’ho anche fatto. Ho accompagnato un cittadino a denunciare in mia presenza i fatti di cui era venuto a conoscenza in circostanze diverse». Lo ha detto il sindaco di Bari, Antonio Decaro, riferendosi all’inchiesta su episodi di voto di scambio alle comunali.

«L'ho fatto - ha aggiunto - perché credo nel valore sacro del diritto di voto come pilastro della vita democratica di una comunità». «Su questi temi - conclude - non esistono appartenenze politiche, né calcoli di convenienza elettorale, né tattiche che tengano. La libertà e la democrazia non sono valori negoziabili. Mai».

Secondo indiscrezioni giornalistiche - l’ultima pubblicata oggi dal Corriere del Mezzogiorno - ci sarebbero quattro persone indagate dalla procura di Bari per episodi di voto di scambio. Si tratterebbe di quattro candidati, due scesi in campo con liste legate al candidato del centrodestra, Pasquale Di Rella e due collegate al sindaco uscente e riconfermato, Decaro.

INDAGINE DIVISA PER CANDIDATI - Una indagine per ogni tipologia di denuncia per voto di scambio alle ultime elezioni amministrative di Bari, suddivise sulla base dei nomi dei candidati che avrebbero offerto denaro, buoni benzina o promesse di altre utilità. Sono numerosi i cittadini che nelle ultime settimane hanno denunciato episodi di corruzione elettorale, che hanno portato in Procura all’apertura di più fascicoli d’inchiesta, nei riguardi di diversi candidati. In tutti si ipotizza al momento il reato di corruzione elettorale e i primi nomi sono già stati iscritti nel registro degli indagati.
Un vero e proprio pool di magistrati baresi, specializzati in reati di pubblica amministrazione, è al lavoro per ricostruire e accertare le presunte condotte illecite denunciate dagli elettori alle diverse forze di polizia della città che hanno depositato negli uffici di via Dioguardi altrettante informative. Tutte le indagini, sebbene formalmente separate, sono sotto il coordinamento del procuratore Giuseppe Volpe.

SALVINI CHIEDE INFORMAZIONI, MA LA PROCURA LE NEGA - La Procura di Bari non ha fornito alcuna informazione al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sulle indagini in corso su presunte corruzioni elettorali alle ultime amministrative «perché coperte da segreto». È la risposta che il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, ha trasmesso al Viminale ieri pomeriggio in replica alla richiesta urgente di informazioni sull'inchiesta.
Il ministro dell’Interno, infatti, dovrà rispondere oggi pomeriggio ad una interrogazione parlamentare presentata da Giuseppe Brescia, deputato barese del Movimento 5 Stelle e presidente della Commissione Affari costituzionali di Montecitorio. Per questa ragione intorno alle 16 di ieri è pervenuta sulla scrivania del procuratore Volpe la richiesta di informazioni da trasmettere entro poche ore, alla quale però il capo degli uffici inquirenti baresi ha risposto spiegando di non poter fornire quando richiesto, perché le indagini in corso sono tuttora coperte dal segreto istruttorio.

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