BARI - La giornata si apre a Lecce con la firma del Protocollo sulla sicurezza e si chiude con il comizio di Bari, epilogato dell’esibizione del crocifisso. Nel mezzo, le tappe di Ostuni e Gioia del Colle, tra selfie con i fan e contestazioni. E poi un auspicio per il 2020: un candidato leghista alla conquista della Regione Puglia. È questa la fotografia della lunga giornata del vicepremier Matteo Salvini, ieri e oggi (con tappa a Putignano) in Puglia per la campagna elettorale.
Ministro Salvini, che risposta elettorale vi aspettate dal Sud e dalla Puglia in particolare?
«Ci aspettiamo tanta forza per cambiare un’Europa che ha fatto molti danni all’Italia e soprattutto al Sud. Penso ad alcuni temi cruciali, come l’agricoltura e la pesca. Io ragiono di questo, incontrando lavoratori e produttori, mentre altri parlano solo di fascismo, razzismo e populismo».
In Puglia la Lega è in crescita ma non siete riusciti a prendere nessun candidato sindaco a Bari, Lecce e Foggia. Si poteva fare meglio?
«È un movimento che cresce, ma gli altri sono qui da trent’anni. È chiaro che, all’inizio, puoi pagare nei confronti di chi è più abile. Ma io a Foggia, Lecce, Bari, Brindisi trovo un entusiasmo crescente. Non so quanti altri politici cerchino ancora il contatto con la gente».
Dove porta questo percorso di crescita? A un candidato presidente leghista alle Regionali del 2020?
«Me lo chiedono in tanti e mi piacerebbe molto. Penso alla sanità e alle infrastrutture pugliesi, non degne di una regione ricca e laboriosa. Poi, per carità, ho firmato il protocollo per la sicurezza a Lecce con Michele Emiliano, io collaboro con tutti. Ma se la domanda è: le piacerebbe? La risposta è sì».
A proposito di Emiliano, un suo assessore, Leo Di Gioia, ha dichiarato pubblicamente di voler sostenere il vostro Massimo Casanova alle Europee. Un cortocircuito?
«Sì, ho letto e sono rimasto favorevolmente stupito. Se dalla sponda opposta della politica scelgono un nostro uomo vuol dire che abbiamo candidato gente in gamba e che la proposta è convincente. Apprezzo l’apertura mentale anche se non so cosa potrà succedere ora a questo assessore».
Stringiamo la telecamera su Bari. Il sindaco uscente Antonio Decaro, presidente Anci, ha difeso gli Sprar e la politica dell’«accoglienza diffusa» dell’ex ministro Minniti.
«Decaro può dire quello che vuole, ma i numeri danno ragione alla mia linea. Gli sbarchi si sono ridotti del 90%, i reati sono calati del 10%, gli immigrati in accoglienza a spese degli italiani sono diminuiti di 65mila unità. E soprattutto, morti e dispersi sono più che dimezzati. Per me parlano i numeri».
L’immigrazione evoca il dl Sicurezza bis. Che succederà?
«Abbiamo lavorato fino a tarda notte per limarlo. È stato visto e rivisto, ora dovrebbe essere al Quirinale. Si contrastano camorra, spaccio di droga, scafisti e teppisti».
Ma passa?
«Per quanto mi riguarda è pronto, mi auguro che nessuno ne rallenti il percorso per motivi politici e spero giunga domani (oggi ndr) l’approvazione in Cdm».
Infine, la schermaglia elettorale tra voi e il M5S è degenerata in uno scontro all’ultimo sangue. La situazione è sfuggita di mano?
«Spero che lunedì tutto torni tranquillo. Mi è arrivata una busta con un proiettile calibro 9. Ho già problemi con i delinquenti che combatto, non me ne servono altri con gli alleati».
Dunque, il governo va avanti?
«Il voto di domenica, che vedrà la Lega crescere tantissimo, chiuderà questa fase. E si tornerà a lavorare».