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Treni, addio al marchio Ferrovie del Sud-Est, dal 2021 il servizio va a Trenitalia

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Treni, addio al marchio Ferrovie del Sud-Est, dal 2021 il servizio va a Trenitalia

Nuova rivoluzione nei trasporti pugliesi: potrebbero, tuttavia, rimanere i bus

Sabato 27 Aprile 2019, 13:04

Ferrovie Sud-Est non chiederà la proroga del contratto di servizio con la Regione. Significa che nel 2021, alla scadenza del contratto attuale, i treni verranno messi a gara. E dai binari pugliesi sparirà lo storico marchio di Fse, destinato - forse - a rimanere solo sui bus.


La decisione, che l’azienda ha preannunciato informalmente ai sindacati e all’assessore regionale ai Trasporti, Gianni Giannini, è confermata da fonti del gruppo Fs secondo cui Fse - acquisita tre anni fa nell’ambito della procedura di salvataggio concordata con l’allora ministro Graziano Delrio - è una partecipazione «non strategica». Nei fatti non significa la scomparsa dei treni sui 437 km di binari da Bari al Salento, bensì il loro spacchettamento tra le società di Fs: la rete a Rfi, i collegamenti a Trenitalia. Mentre per i bus la storia potrebbe essere un po’ diversa. Fse potrebbe infatti partecipare alle gare d’appalto del prossimo anno, andando così a sfidare il consorzio Cotrap. Non è un caso che Sud-Est stia investendo sul rinnovo della flotta di bus, oggi sempre più moderna. E dunque, a differenza di quanto sta avvenendo altrove, alle gare d’appalto pugliesi per la gomma il gruppo Fs non schiererebbe la sua corazzata Busitalia.


Tra due anni si profila dunque la scomparsa dai binari dello storico marchio che risale al 1931 e che ha già rischiato di scomparire con un «crac» da 230 milioni di euro, evitato solo con un concordato preventivo e l’intervento del gruppo Fs. Ma che si andasse verso l’assorbimento da parte di Trenitalia era cosa nota, fin dall’acquisizione dell’azienda: lo testimonia il fatto che la rete di vendita di Fse sia già stata integrata con quella di Trenitalia, così come le procedure per la gestione del personale e - presto - anche le attività di manutenzione del materiale rotabile. L’operazione non dovrebbe avere effetti sui livelli occupazionali, anzi - se Fse dovesse aggiudicarsi le gare per la gomma - l’azienda dovrebbe assorbire il personale degli attuali gestori del servizio.


Alla scadenza del contratto del 2021, tuttavia, Fse perderebbe tutti i servizi sostitutivi (quelli che si svolgono «al posto» di quelli ferroviari) e integrativi (quelli supplementari alle corse ferroviarie). «Tutta la gomma che non sarà trasferita sul ferro sarà appannaggio di chi si aggiudica le singole gare nei bacini», precisa l’assessore Giannini, anche per non alimentare le polemiche di questi giorni conseguenti al riassetto dei servizi minimi che porteranno a un riequilibrio delle percorrenze chilometriche tra i vari bacini (cioè tra le varie province).


A settembre 2017 l’allora assessore Antonio Nunziante a portò in giunta la proroga dei contratti di servizio con Fal, Fnb e Ferrovie del Gargano fino al 2027 (con opzione per altri 5 anni), allineandoli a quello con Trenitalia regionale. Per le tre aziende private prorogate la Regione spende circa 250 milioni di euro l’anno di contributi, mentre il solo contratto con Fse ne vale 130 milioni. Anche Trenitalia ha ottenuto la proroga decennale al 2027 (sempre con opzione per altri cinque anni), dopo una timida apparizione dei tedeschi di Arriva che in fase di preinformazione avevano chiesto copia dei documenti ma non hanno poi presentato offerte. Il contratto con Trenitalia contiene meccanismi di adeguamento automatico dei corrispettivi e delle tariffe, ma anche una cospicua quota di investimenti per il rinnovo totale del parco circolante.

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