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Magistrati arrestati, nuove accuse: «A Savasta e Nardi altri 600mila euro»

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Trani, arrestati due magistrati per corruzione e falso ideologico

I due magistrati Antonio Savasta e Michele Nardi

Va avanti l'indagine sui giudici di Trani: altre mazzette stavolta per coprire una evasione fiscale

Domenica 10 Marzo 2019, 09:21

12:39

BARI - Una indagine per reati fiscali aperta da Antonio Savasta a carico del titolare di una agenzia di viaggi che, secondo Flavio D’Introno, fu indotto a pagare centinaia di migliaia di euro per aggiustare quello e altri processi. Dalle rivelazioni dell’imprenditore coratino, al centro della prima parte dell’inchiesta che ha fatto finire in carcere l’ex pm e l’ex gip Michele Nardi, nascono alcune delle nuove accuse mosse dalla Procura di Lecce ai due ex magistrati. Una vicenda su cui sono in corso le verifiche dei Carabinieri, partite - come la «Gazzetta» ha già raccontato - da una stranezza: l’avviso di garanzia a firma di Savasta fu notificato al titolare dell’agenzia dalla Polizia di Stato, che normalmente non si occupa di reati fiscali.

Il deposito dei verbali di D’Introno insieme a una prima delega d’indagini firmata dal pm Roberta Licci permette ora di raccontare con maggiore precisione i contorni della vicenda, su cui le ipotesi di reato provvisorie sono corruzione in atti giudiziari e abuso d’ufficio. In totale sarebbero stati pagati, a più riprese, circa 600mila euro.

IL REGISTRATORE
A novembre scorso, mentre sta già collaborando con i carabinieri, D’Introno incontra più volte Savasta a Barletta. In tasca ha il telefono di sua moglie e registra le conversazioni che verranno poi consegnate ai militari. Con Savasta parla a lungo della vicenda che riguarda Paolo Tarantini, titolare della Resta Viaggi. D’Introno - spiega - lo conosce perché era un suo vicino di casa, e anche perché la sua agenzia di viaggi di Corato aveva emesso i biglietti per i viaggi chiesti da Nardi cui avrebbe partecipato, una volta, anche un ufficiale della Finanza.

IL MEMORIALE
È proprio per chiarire questa storia che D’Introno redige una memoria consegnata al pm Roberta Licci. «Nel giugno 2014 - si legge nell’atto sottoscritto anche dall’avvocato dell’imprenditore, Vera Guelfi - il dottor Nardi chiese a Tarantini un prestito di 90 mila euro dicendo che ne aveva bisogno perchè stava per separarsi. Il Tarantini aveva aderito a condono fiscale ed a fine ottobre-primi di novembre 2014 ricevette avviso di garanzia per il reato di evasione fiscale e nominò quale proprio difensore l’avvocato Musci e chiese a me di incontrare il dottor Nardi».

«L’EVASIONE FISCALE»
«Il Tarantini - prosegue il memoriale - riferì che l’avviso di garanzia era a firma del dottor Antonio Savasta e che egli diede 400 mila euro al dottor Michele Nardi in tre volte. Una di queste volte fu accompagnato da me a consegnare la busta, suppongo con denaro, presso un distributore della Esso carburanti ove telefonicamente Nardi indicò l’auto ove c’erano le persone cui dare la busta ed io riconobbi la sorella del giudice Nardi». Ma non basta. Perché - sempre nel racconto di D’Introno - Tarantini gli riferì di essere stato indotto da Nardi a cambiare avvocato «e di aver dato al dott Antonio Savasta piante per la sua villa, viaggi per le stesso Savasta in Turchia e per il cognato di Savasta signor Savino e 130 mila euro». Ancora, Tarantini mi ha, anche, riferito d’essersi rivolto al dott.Nardi per vincere una causa di lavoro relativa ad un dipendente dell'azienda di trasporti e di aver dato 170mila euro al Nardi ma di aver perso il secondo grado del giudizio. Anche tra agosto e luglio 2013 il Tarantini diede 60 mila euro sempre incontrandosi al bar Duomo con Savasta».

LA PAURA DELL’EX PM
D’Introno scrive il memoriale il 21 novembre. «Ultimamente», aggiunge, «Tarantini (...) mi ha detto di aver incontrato il dott. Antonio Savasta che in relazione all’indagine pendente davanti alla Procura di Lecce doveva strappare tutte le prove dei viaggi da me pagati». Di questa storia D’Introno parla, appunto, con Savasta. «Cioè, quello Tarantini se dice tutto il fatto dei viaggi delle cose sai che merdaio esce!», dice l’imprenditore. «Il merdaio tu non lo devi far... Non conviene... Sto pure io in mezzo», risponde l’ex pm. Savasta (che dopo l’arresto ha deciso di collaborare con gli inquirenti) appare infatti molto spaventato da questa possibilità: «Ma io ho paura di Tarantini. Perché Tarantini è una persona, cioè io l’ho tastata... (...) Ho capito ma travolgerebbe tutti noi (...) e questo non va bene». Tuttavia l’ex pm smentisce di aver preso 400mila euro: «Cioè ma che cosa. Cioè che dice “400 io ho dato per la vicenda mia” quella diciamo delle cartelle esattoriali. Ok. Ma non è così».

LE INDAGINI
D’Introno finora è stato considerato pienamente credibile. Ma per riscontrare anche questa storia, i carabinieri hanno acquisito in Procura a Trani una copia del fascicolo relativo all’evasione fiscale a carico del titolare dell’agenzia di viaggi. Ed hanno ascoltato i due poliziotti, all’epoca in servizio presso il commissariato di Corato e oggi trasferiti, che hanno notificato l’avviso di garanzia all’imprenditore. Ora le indagini dovranno accertare se Nardi e Savasta abbiano percepito quel denaro, se siano davvero intervenuti per aggiustare processi o se, come già accaduto in altri casi passati al vaglio della Procura di Lecce, quello nei confronti di Tarantini sia stato solo millantato credito per spillare centinaia di migliaia di euro.

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