BARI - Il cupolone era una voragine fumante. E lo è stato per troppi anni, dopo quel mistero infuocato che ha distrutto nel 1991 il Teatro Petruzzelli. Impossibile dimenticare due emozioni: il giorno del primo sopralluogo nel foyer annerito di fuliggine, dove inspiegabilmente c’era una sola maschera rimasta bianca, il volto di una sirena alata che sembrava davvero il fantasma dell’opera; e il giorno in cui i lunghi lavori di restauro furono conclusi, quando l’odore di nuovo e lo scintillìo degli ori promettevano una nuova stagione.
Ora che arriva l’anniversario, ora che sono passati dieci anni da quel 6 dicembre 2008, in cui le maestranze completarono la ricostruzione del Petruzzelli, c’è voglia di ricordare declino e rinascita, riaprendo gli occhi su quella maschera intatta del fantasma dell’opera che continua a guardarci. Dieci anni dopo le impalcature, dieci anni dopo i lunghissimi tempi in cui operai, tecnici, decoratori, ingegneri e architetti passavano la loro giornata di lavoro nello spazio in cui oggi lavora l’arte. Tutto è accaduto attorno a quella platea: prima la mano incendiaria che nella notte del 27 ottobre appiccò il fuoco, poi le battaglie politiche che nessuna opera lirica avrebbe potuto immaginare così «sanguinarie» e infine la mano riparatrice e la riapertura.
Il desiderio di «buone notizie» che serpeggia ha fatto sì che si decidesse di raccontare il lavoro riparatore e così, il prossimo 6 dicembre, l’ex cantiere racconterà alla gente la sua storia con una grande manifestazione aperta a tutti a ingresso gratuito (ne riferiamo nel box a fianco). Nessuno probabilmente conosce i 180 volti di donne e uomini che in 579 giorni hanno ridato vita al Petruzzelli, ma nelle intenzione della Regione Puglia e del Comune di Bari che hanno promosso la manifestazione, c’è il desiderio di dedicare a loro la serata di giovedì 6, in cui si terrà un concerto della Petruzzelli Swing Orchestra, (ore 21) e si vedrà un filmato realizzato dall’Accademia del Cinema dei Ragazzi con la collaborazione di Apulia Film Commission, diretto da Alessandro Porzio e interpretato dall'attore Totò Onnis, in cui quest’ultimo sarà proprio un operaio in tuta da lavoro, pronto a riaccendere le luci dopo il silenzio.
Il presidente della Regione Michele Emiliano avrebbe voluto inaugurare il teatro quel 6 dicembre e ora ricorda che «all’ultimo, non fu possibile» ma che «io potetti abbracciare uno per uno gli operai che riuscirono in questa memorabile impresa della ricostruzione. La gioia per avere mantenuto la mia promessa e la delusione per non avere avuto i permessi di apertura, si fondevano - ricorda - e ora, questo 6 dicembre rinnoveremo questa emozione». Emiliano non sembra aver mai «digerito» il posticipo dell’inaugurazione: «Quando furono avviati i lavori, montammo un “counter” per seguire il conto alla rovescia dei giorni che mancavano alla nuova inaugurazione, fissata per il 6 dicembre del 2008. È il giorno di san Nicola, una festa che cade il giorno prima di quella di sant’Ambrogio a Milano e la prima alla Scala. Dovevamo finire i lavori in poco più di un anno. Mettemmo all’opera le migliori maestranze pugliesi e ogni mattina andavo a teatro a incoraggiare tutti e a verificare l’avanzamento dei lavori. Era una sfida da vincere a tutti i costi. Innanzitutto perché avrebbe dimostrato che se ciascuno fa la sua parte – le istituzioni, i lavoratori, giornalisti, i cittadini – anche una città del Sud così spesso vituperato poteva onorare la parola data; per me, prendere un impegno e mantenerlo è il vero segreto del successo in politica e nella vita di tutti i giorni. A quei lavoratori chiedevamo un miracolo... e ci fu».
Anche il sindaco Antonio Decaro vede nel Petruzzzelli rinato «il simbolo identitario di Bari». Ed è felice di vedere ora il teatro pieno di piccoli spettatori: «Penso ai 30.000 bambini che negli ultimi due anni ci sono entrati per vedere il "Gatto con gli stivali", e che stanno imparando a conoscere l’arte in questa straordinaria cornice. E, inevitabilmente, penso alla generazione che invece è cresciuta senza conoscerlo, senza poterci entrare, senza poterne apprezzare il valore e la bellezza. A quella generazione, ormai cresciuta, spero siano dati il tempo e l’occasione per riappropriarsi di un patrimonio culturale fondamentale della nostra città. Una città che, unita, ha avuto il coraggio e la forza di rinascere dopo quel tragico incendio e le mille vicende giudiziarie e amministrative che si sono susseguite. Da sindaco della città di Bari e da presidente della Fondazione Petruzzelli, il prossimo 6 dicembre sarò onorato di ringraziare ognuna delle persone che hanno lavorato per la ricostruzione del Teatro Petruzzelli».