Martedì 23 Dicembre 2025 | 15:49

A Foggia i detenuti del carcere diventano attori: un futuro è possibile dietro le sbarre

A Foggia i detenuti del carcere diventano attori: un futuro è possibile dietro le sbarre

 
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A Foggia i detenuti del carcere diventano attori: un futuro è possibile dietro le sbarre

La sala teatro della Casa Circondariale si è trasformata in un palcoscenico di emozioni, voci e storie condivise nello spettacolo teatrale «Il coraggio di sognare – Le palle di Natale»

Martedì 23 Dicembre 2025, 13:23

La sala teatro della Casa Circondariale di Foggia si è trasformata in un palcoscenico di emozioni, voci e storie condivise. Lo spettacolo teatrale “Il coraggio di sognare – Le palle di Natale”, una performance realizzata con la partecipazione attiva delle persone detenute, è stata capace di coinvolgere i presenti in un’altalena di emozioni: leggerezza e commozione, risate e riflessione profonda.

Lo spettacolo, scritto e diretto da Daniela d’Elia, con la collaborazione di Annalisa Graziano e con la partecipazione del CPIA1 “David Maria Sassoli”, diretto da Antonia Cavallone, è nato da un’idea semplice e insieme coraggiosa: interrogarsi sul significato del Natale in un luogo di restrizione, soprattutto per chi vive la lontananza dagli affetti, il peso dell’assenza, la sospensione del tempo. Da questa consapevolezza ha preso forma un progetto teatrale che ha utilizzato il linguaggio dell’arte per accendere una luce, creare legami, restituire dignità e voce. “Quando portiamo attività culturali in carcere non lo facciamo per riempire il tempo, né per offrire intrattenimento: lo facciamo per dare senso al tempo”, ha spiegato Daniela d’Elia.

In sole tre settimane di lavoro, il carcere si è trasformato in un vero e proprio cantiere creativo: scrittura della sceneggiatura, prove, costruzione della scenografia, confronto continuo tra differenze, tempi e difficoltà. Un percorso intenso, fatto di mediazioni, imprevisti e collaborazione, che ha portato a un risultato condiviso e partecipato. Un’esperienza in cui, passo dopo passo, è emersa una comunità capace di riconoscersi e sostenersi, anche quando la famiglia è lontana. “Progetti come questo non sono eventi isolati, ma percorsi culturali, educativi e umani che chiedono continuità e ascolto”, ha aggiunto con commozione la regista.

La performance, dal forte impatto emotivo, ha coinvolto il pubblico – presenti anche la sindaca Maria Aida Episcopo, l’assessore comunale alla legalità Giulio De Santis, l’europarlamentare Mario Furore, la consigliera regionale Rosa Barone, Elvira Prencipe del Rotary club Foggia, Silvana Carrozzino dell’Inner Wheel e Sergio Venturino - in un viaggio tra storie, versi e immagini, restituendo uno sguardo autentico sulla condizione di chi vive il periodo natalizio in carcere. Un Natale fatto anche di silenzi, di sedie vuote, di abbracci sospesi, ma attraversato dalla possibilità della rinascita, del sorriso, della speranza. Rivolgendosi direttamente ai detenuti, Daniela d’Elia ha voluto lanciare un messaggio chiaro e profondo: “Auguro a ciascuno di voi di non smettere di riconoscersi come persona e di custodire ciò che avete scoperto di voi, anche una piccola scintilla. Di non rinunciare al sogno di una vita possibile, degna, vostra”.

“Il coraggio di sognare – Le palle di Natale” è una produzione del “Teatro dell’Evasione” e rappresenta un esempio concreto di come il teatro possa diventare strumento di inclusione, relazione e crescita, anche in contesti complessi. L’iniziativa è stata resa possibile grazie al sostegno della Fondazione dei Monti Uniti, dell’Ordine degli Avvocati di Foggia e della Camera Penale di Capitanata, dei Rotary Club Foggia, Foggia Umberto Giordano e Foggia Capitanata, dell’Inner Wheel, dell’Associazione Genoveffa de Troia con le sue volontarie e il volontario in servizio civile, del CPIA1 Foggia e del CSV Foggia.

Un ringraziamento particolare va alla direzione della Casa Circondariale di Foggia, al direttore dott. Michele De Nichilo, all’area educativa coordinata da Giovanna Valentini, a tutte le educatrici, al comandante Claudio Ronci, alle agenti e agli agenti di polizia penitenziaria e a tutto il personale, per il supporto e la collaborazione dimostrati. Grazie anche a Jean Patrick Sablot per foto e riprese.

Insieme, istituzioni, operatori, volontari, artisti e persone detenute hanno costruito un’esperienza che ha saputo farsi comunità, dimostrando che anche in carcere il teatro può generare incontro e ascolto. “Un piccolo, grande miracolo di Natale”.

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