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San Marco in Lamis piange la scomparsa di Zia Maria, storica fornaia

San Marco in Lamis piange la scomparsa di Zia Maria, storica fornaia

 
Redazione online

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San Marco in Lamis piange la scomparsa di Zia Maria, storica fornaia

Il saluto del Forno Sammarco: aveva 95 anni e un giorno, una vita di semplicità e impegno

Martedì 17 Giugno 2025, 12:26

Con commozione, il Forno Sammarco di San Marco in Lamis (Foggia) saluta Zia Maria Franco, venuta a mancare all’età di 95 anni e un giorno. «Un’esistenza straordinaria - si legge in una nota - vissuta nella semplicità, nell’impegno silenzioso e nella dedizione verso la famiglia, il lavoro e la comunità».

«Figura chiave della storia del forno, Zia Maria è stata molto più di una fornaia: è stata una guida silenziosa, un punto di riferimento, una donna che con il suo sorriso gentile e il lavoro instancabile ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore di chi l’ha conosciuta. Con grazia e determinazione ha attraversato il Novecento e i suoi profondi cambiamenti, dando voce e dignità al ruolo femminile nel lavoro e nella società già tra gli anni ’50 e ’60, in tempi in cui non era scontato.

Il pane che impastava ogni giorno non era solo cibo: era gesto d’amore, era legame, era carezza. Zia Maria riusciva a unire le persone attorno a una tavola con la stessa naturalezza con cui offriva una parola buona, un saluto sincero, una pagnotta appena sfornata. In ogni pezzo di pane, in ogni profumo che usciva dal forno, c’era la sua essenza: rispetto, passione, dedizione, umanità.

La sua scomparsa arriva alla vigilia dell’edizione 2025 di Grani Futuri, il festival del pane ideato proprio dal Forno Sammarco, che quest’anno porterà come tema “Il Pane della Speranza”. Tema quanto mai profetico, perché Zia Maria ha incarnato fino all’ultimo quella speranza: quella che nasce dalla fatica dignitosa, dal sorriso autentico, dalla forza di chi sceglie ogni giorno di fare bene le cose semplici.

Per questo motivo, l’edizione 2025 di Grani Futuri sarà a lei dedicata. Il suo esempio continuerà a vivere nel profumo del pane buono, nel calore del forno acceso all’alba, nei gesti di chi crede che fare il pane significhi anche costruire comunità, tramandare amore, offrire un futuro.

Grazie, Zia Maria. Per tutto quello che sei stata. E per tutto quello che continuerai a essere».

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