BARI - Il maltempo e un elicottero non equipaggiato per il volo strumentale, ma anche un’altitudine di crociera più bassa di quella prevista dai manuali operativi e forse anche le «pressioni psicologiche» esercitate sull’equipaggio. Furono queste le concause dell’incidente che il 5 novembre 2022 è costato la vita a sette persone, i due piloti e i cinque passeggeri dell’elicottero I-Piki di Alidaunia. Secondo i consulenti della Procura di Foggia a innescare la tragedia fu un insieme di responsabilità «umane» (riassunte nel mancato rispetto dei requisiti di visibilità, separazione dal terreno e velocità previsti per il volo a vista), mentre è «estremamente improbabile» un guasto tecnico al velivolo decollato dalle Isole Tremiti e diretto all’aeroporto «Gino Lisa».
La perizia d’ufficio firmata dal docente di strutture aeronautiche Leonardo Lecce (Federico II di Napoli), dal colonnello pilota Paolo Bacci e dal tenente colonnello Stefano Belleggia del reggimento Aves di Bracciano ricalca le conclusioni raggiunte dall’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo. Il piccolo margine di incertezza sull’ipotesi di guasto (fermo restando che la manutenzione è risultata regolare e i motori erano perfettamente funzionanti) è dovuto al fatto che la strumentazione di volo è andata distrutta, e l’elicottero non era dotato di «scatola nera» (comunque non obbligatoria)...