SAN GIOVANNI ROTONDO - Dopo il giudice per le udienze reliminari del Tribunale di Foggia, anche la corte d’assise di Foggia ha respinto la richiesta difensiva di giudizio abbreviato per Fabio Carinci, 44 anni, di San Giovanni Rotondo con problemi psichici, accusato dell’omicidio aggravato dalla crudeltà e dalla minorata difesa di Rachele Corvino, la vedova di 81 anni massacrata di botte nel garage della palazzina di via Sergente Padovano del centro garganico, dove era appena rincasata la tarda mattina del 25 maggio 2024. Ieri prima udienza cui l’imputato ha rinunciato a presenziare; il processo entrerà nel vivo il 9 maggio con l’interrogatorio dei primi 4 dei 15 testi citati dal pubblico ministero Anna Landi: saranno sentiti i carabinieri che bloccarono con non poca difficoltà il presunto assassino, accusato anche di resistenza a pubblico ufficiale.
Fabio Carinci vagava in strada, in stato di forte agitazione, coperto di sangue, indossando solo un paio di slip. Arrestato e piantonato al presidio psichiatrico dell’ospedale di San Severo, dopo 3 giorni trasferito nel reparto psichiatrico del carcere di Lecce, da tempo è detenuto e si cura in una “crap”, comunità riabilitativa assistenziale psichiatrica.
Nell’interrogatorio dal giudice per le indagini preliminari, confessò d’aver ucciso perché sentiva delle voci: era uno strumento di Padre Pio che doveva eliminare la presenza demoniaca da alcune persone. Disse: “ho iniziato una piccola guerra contro il demonio, decidendo chi doveva vivere e chi morire; la vittima una volta purificata tornerà in vita”.
Una consulenza psichiatrica disposta dal pubblico ministero durante le indagini ha accertato l’incapacità totale di intendere e volere dell’imputato per una “psicosi indotta da droga e alcol in un disturbo borderline di personalità con delirio mistico e allucinazioni”; e ne ha stabilito la pericolosità sociale. Se i giudici dovessero giungere alle stesse conclusioni, Carinci verrà assolto perché non imputabile e scatterà la misura di sicurezza del ricovero in una rems, strutture che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari.
Ieri l’avv. Emiliano D’Onofrio ha rinnovato ai giudici della corte d’assise presso il Tribunale di Foggia la richiesta di abbreviato, già respinta dal gup del capoluogo daunio nell’udienza preliminare del 7 febbraio quando Carinci fu rinviato a giudizio. Una consulenza psichiatrica attesta l’incapacità di intendere e volere dell’uomo, per cui - argomenta il difensore - come si può contestare a chi non era in sé l’aggravante d’aver agito con crudeltà (che prevede in linea edittale l’ergastolo ed è quindi ostativa all’abbreviato)? Il pm Landi e gli avv. Raffaele e Gianfranco Di Sabato costituiti parte civile per i figli della Corvino (la figlia era in aula), si sono opposti perché si chiede alla corte una valutazione di merito sulla sussistenza dell’aggravante che i giudici non possono fare in questa fase, ma solo alla fine del processo. La richiesta di abbreviato è stata respinta e si va dunque a processo con la prossima udienza fissata il 9 maggio in Corte d’assise.