Iva non pagata per sette anni dalla Sanitaservice, il conto è salato per l’Asl di Foggia che dovrà adesso saldare all'Agenzia delle entrate 14 milioni di euro per le annate non liquidate riferite agli anni 2011, 2012 e 2013. La sentenza della commissione Tributaria di secondo grado ribalta il giudizio di primo grado che aveva solo parzialmente condannato l’azienda di derivazione Asl (la Sanitaservice è una società di servizi a responsabilità limitata), assolvendola infatti solo per l’annualità 2011. Tuttavia l’interpretazione di Sanitaservice (l’Iva sulle società strumentali non va pagata) non fu riconosciuta da altre commissioni in primo grado per che esaminarono le annualità 2012 e 2013.
Per quelle due annualità l’azienda era stata condannata a saldare l’arretrato, venendo assolta solo dal versamento delle sanzioni poiché la norma non è proprio chiarissima e si presta - evidentemente a parere anche dei giudizi tributari - a qualche interpretazione di troppo. Fu proprio in virtù di un tale assunto che l’amministratore unico di Sanitaservice dell’epoca, Antonio Di Biase, decise di non pagare l’Iva sulle annualità dal 2011 al 2016 quando fu poi sostituito dall’Asl dall’attuale amministratore unico Massimo Russo che poi prese a pagare regolarmente l’Iva dal 2017 in avanti. Così ora dinanzi alla Commissione tributaria pendono altri tre procedimenti relativi alle annualità 2014, 2015 e 2016 per una somma da rimborsare che dovrebbe aggirarsi intorno ai 14 milioni già contabilizzati in secondo grado sulle prime tre annualità. Somma che dovrà essere saldata dall’Asl di Foggia, non dalla Sanitaservice, così come prevede la legge che assegna la responsabilità del pagamento in capo all’ente appaltante. Alla Sanitaservice tirano invece un sospiro di sollievo: la Commissione non riconoscendo le sanzioni, quantificate in altri 10 milioni, solleva la società strumentale dall'ingombrante esborso (le sanzioni ognuno le paga per sè).
E pensare che un tempo era Sanitaservice a reclamare la restituzione dell'Iva «indebitamente pagata». La gestione De Biase era infatti passata all’attacco presentando un’istanza di rimborso per l’Iva indebitamente già versata nelle annualità precedenti al 2011 per un totale di 8 milioni di euro.
La sentenza non coglie oggi di sorpresa la direzione dell’Asl che dopo l’accertamento svolto dalla Guardia di finanza nel 2016 aveva prudentemente accantonato le somme con cui far fronte alla maxi-sanzione che si temeva sarebbe arrivata. Il conto totale dell’Iva non pagata potrebbe aggirarsi intorno ai 28 milioni di euro, se i contenziosi delle annualità 2014-2016, saranno valutati con lo stesso metro di giudizio dalla Commissione tributaria che deve però essere convocata in primo grado. Sulle prime tre annualità invece Sanitaservice preannuncia comunque ricorso in Cassazione: «Una linea concordata con l’Asl fin dal 2017», risponde Russo alla Gazzetta.