Martedì 28 Ottobre 2025 | 19:32

Foggia, detenuto morto in carcere dopo l'arresto. L'autopsia: «Nessun segno di violenza»

Foggia, detenuto morto in carcere dopo l'arresto. L'autopsia: «Nessun segno di violenza»

 
Redazione online

Reporter:

Redazione online

Volontario faceva da corrierein carcere a Lecce: in manette

Osama Paolo Harfachi, 30 anni, foggiano di origini marocchine, era stato arrestato il 13 ottobre 2021 con l’accusa di aver compiuto una rapina in una tabaccheria in via Trento. Fu trovato morto nel letto della sua cella la mattina del 18 ottobre. 13 indagati in tutto

Martedì 25 Ottobre 2022, 18:31

26 Ottobre 2022, 10:49

FOGGIA - Non ci sarebbero traumi ed evidenti segni di violenza sul cadavere di Osama Paolo Harfachi, 30 anni, foggiano, di origini marocchine, arrestato il 13 ottobre scorso con l’accusa di aver compiuto una rapina in una tabaccheria a Foggia e trovato morto in cella la mattina del 18 ottobre. E' quanto si apprende dopo l’autopsia eseguita nel pomeriggio di ieri a Foggia. I primi risultati, dunque, escluderebbero la pista del pestaggio. I genitori del giovane non credono alla morte per cause naturali e, per questo motivo, avevano sporto denuncia. Per questa vicenda 13 persone hanno ricevuto informazioni di garanzia.

I 13 indagati hanno ricevuto ieri le informazioni di garanzia come 'atto dovutò prima dell’autopsia disposta dal pm inquirente, Dominga Petrilli. Sono un detenuto accusato di aver ceduto in carcere droga al 30enne (per spaccio e morte come conseguenza di altro delitto); cinque agenti della Polfer di Foggia e due carabinieri per i quali si ipotizza il reato di omicidio preterintenzionale; ed infine cinque persone in servizio nell’infermeria del carcere per le quali l’ipotesi di reato è di omicidio colposo e lesioni in ambito sanitario.

13 indagati

Tredici indagati per la morte di Osama Paolo Harfachi, 30 anni, foggiano di origini marocchine, arrestato il 13 ottobre scorso con l’accusa di aver compiuto una rapina in una tabaccheria in via Trento, a Foggia, e trovato morto nel letto della sua cella la mattina del 18 ottobre.

Gli indagati sono un detenuto di Taranto sospettato di aver ceduto droga al 30enne (per spaccio e morte come conseguenza di altro delitto), sette agenti della polizia ferroviaria di Foggia che arrestarono il presunto rapinatore dopo un lungo inseguimento (per i quali si ipotizza l’omicidio preterintenzionale), e cinque dipendenti del carcere in servizio nell’infermeria per i quali l’ipotesi di reato è di omicidio colposo e lesioni in ambito sanitario.

Gli atti di garanzia sono firmati dal pm inquirente del Tribunale di Foggia Dominga Petrilli. Si tratta di un atto dovuto in vista dell’autopsia e degli esami tossicologici che dovranno stabilire le cause del decesso. L'incarico al medico legale è stato conferito stamattina: essendo un atto irripetibile, il pm, per garantire il diritto di difesa, ha informato gli indagati che hanno la facoltà di nominare propri consulenti che potranno assistere sia all’esame autoptico sia agli accertamenti tossicologici. L'indagine è partita dopo la denuncia presentata ai carabinieri dai familiari della vittima, tramite l’avvocato Michela Scopece. Nell’esposto-denuncia si chiede di fare chiarezza sulle cause del decesso e viene sottolineato che il giovane non aveva alcun problema di salute.

La vittima, dopo la rapina, era fuggita a piedi verso la stazione, inseguita dalle forze dell’ordine: aveva attraversato i binari ed era stata bloccata su viale Fortore dagli agenti della Polfer che l’avevano dichiarata in stato d’arresto. La famiglia era stata informata da un compagno di cella, scarcerato il giorno prima del decesso, che Paolo era «tutto spezzato» e che gli aveva confidato di essere stato picchiato. Sull'informazione di garanzia ai poliziotti è intervenuto Stefano Paoloni, segretario generale del Sindacato autonomo di Polizia (Sap): «Siamo sempre al punto di partenza. Non può essere fattibile -accusa - che ogni volta che un poliziotto interviene per una misura di polizia rischia, per "atto dovuto", di essere indagato».

Anche la senatrice Ilaria Cucchi (Alleanza Verdi e Sinistra) ha presentato un’interrogazione urgente ai Ministri della Giustizia e dell’Interno chiedendo che «sia fatta subito chiarezza sulle cause che hanno portato alla morte in cella Osama Paolo Harfachi» e che sia fatta «presto luce sull'ennesimo caso di morte sospetta in carcere».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)