FOGGIA - Cancellare la «vergogna» dei ghetti in provincia di Foggia. D’accordo. E poi? Restituire a nuova vita quella che è oggi a tutti gli effetti una bidonville a borgo Mezzanone non sarà così facile, né così scontato se ci si limiterà soltanto alla eliminazione delle baracche e alla costruzione di nuovi alloggi. Sta per arrivare una montagna di risorse in Puglia dal Piano nazionale d ripresa e resilienza per cancellare queste lande del degrado a cielo aperto, 103 milioni solo per la provincia di Foggia, 53 milioni destinati alla bonifica e riqualificazione ambientale e strutturale del mega accampamento lasciato crescere nell'incuria dei comuni e dello Stato sull’ex pista militare di Mezzanone, non a caso la più estesa baraccopoli del Sud potendosi espandere su un vecchio aeroporto, spazio dell’illegalità diffusa tra i più grandi d’Europa.
La Cgil Puglia chiede un piano mirato per eliminare questo e altri scempi che riempiono la provincia di Foggia di accampamenti illegali, sporchi e immersi nel degrado, abitati da centinaia, forse migliaia di migranti senza volto né nome, ma braccia importantissime e ormai insostituibili per la nostra agricoltura. «Quello che va chiarito - sostiene Pino Gesmundo, segretario regionale del sindacato - è che questa mole di risorse deve servire affinché i ghetti siano cancellati dalla mappa di questa regione, non per abbellirli, magari sostituendo le baracche con moduli abitativi». Risanare borgo Mezzanone significa anche, se non soprattutto, intensificare le politiche di integrazione, inasprire la lotta alla sfruttamento del lavoro in agricoltura, insistere con l’applicazione del piano triennale di contrasto al caporalato 2020-2022 elaborato dal ministero del Lavoro ed al quale ha contribuito un sindacato di strada come la Fai Cgil che in questi luoghi esercita un’azione di monitoraggio, quasi di controllo delle dinamiche interne dei vari gruppi e delle diverse etnie all’interno che a volte si fronteggiano minacciose.
La provincia di Foggia ospita oltre 31mila migranti nel suo immenso territorio, oltre 7mila chilometri quadrati, rileva il dossier sull’immigrazione presentato dalla Cgil nell’unico centro di accoglienza legale di Casa Sankara (San Severo), incontro organizzato dopo una conferenza stampa a borgo Mezzanone. Quasi tutti sono lavoratori dei campi, garantiscono manodopera per le campagne e non soltanto in alcuni periodi dell’anno quale può essere il periodo luglio-settembre per la raccolta del pomodoro. Sono lavoratori stanziali, magari con il permesso di soggiorno scaduto, oppure forse mai ottenuto. Ma non possono essere più considerati invisibili.
Cgil e Flai «vogliono ribadire la necessità che questo intervento sia dentro quella visione strategica che mette insieme il piano triennale, la legge 199 (anticaporalato: ndr) simbolicamente intitolata a Paola Clemente, quanto previsto dalla Rete del lavoro agricolo di qualità, le progettualità già avviate sul territorio dalla Regione assieme alle amministrazioni locali, alla rete delle associazioni, alla rappresentanza del mondo del lavoro».