LUCERA - Forse un giallo dietro il tragico scontro frontale che ha stroncato domenica scorsa la vita di due ragazzi, Michele Di Canio, di vent’anni, e l’amico Michele Sgueo, di 17, morti sulla provinciale 109 San Severo-Lucera la sera del 24 gennaio.
Non si sarebbe trattato di uno scontro fra due auto, «quattro i mezzi coinvolti» secondo l’avvocato Sabino De Benedictis dello studio 3A che ha ricostruito l’accaduto attraverso la lettura del verbale dei carabinieri della compagnia di San Severo intervenuti sul luogo.
«La tragedia - ricostruisce De Benedictis in una nota - si è consumata alle 17.30 lungo la strada provinciale 109 San Severo-Lucera in corrispondenza del chilometro 3.8, nel territorio comunale di San Severo, già teatro di tanti drammi. Domenica scorsa Di Canio era al volante della sua Fiat Punto sulla Sp 109 con Michele Sgueo, quando, per cause al vaglio dei carabinieri di San Severo, intervenuti per i rilievi, la vettura si è scontrata frontalmente con una Opel Mokka condotta da V. O., 42 anni, di Biccari, e con a bordo P. O., 37 anni, sempre di Biccari, che sono rimasti feriti ma se la sono cavata. I due “Michele”, tuttavia - rileva ancora l’avvocato - hanno avuto l’ulteriore sventura che sulla loro macchina, dopo il primo impatto, si è abbattuta all’altezza della fiancata anche una Mercedes G 320 condotta da M. G., 64 anni, pure lui di Lucera, che sopraggiungeva subito dopo e che evidentemente ha frenato troppo tardi. Ora gli inquirenti dovranno stabilire, anche sulla base delle lesività riscontrate sulle salme dei due ragazzi nella ricognizione esterna effettuata dal medico legale, se e quanto abbia inciso sul loro decesso questo successivo e violento urto: da prassi, in ogni caso, anche il conducente della Mercedes, unitamente a quello della Mokka, è indagato per omicidio stradale nell’ambito del procedimento penale aperto all’indomani della tragedia dalla Procura di Foggia, per il tramite del Pubblico Ministero, dott. Alessio Marangelli, che ha convalidato il sequestro probatorio dei veicoli coinvolti effettuato dai militari».
«Ma all’appello manca un altro veicolo - sottolinea De Benedictis -. Nel rapporto degli inquirenti, infatti, figura anche un “veicolo D”, un’auto “ignota” il cui conducente si è allontanato: ad ora non si conosce il ruolo che avrebbe avuto quest’ulteriore mezzo e che da alcune indiscrezioni potrebbe aver causato una fatale turbativa. Di fronte agli ancora tanti punti oscuri di questo drammatico incidente, i familiari di Michele Di Canio - che hanno dato l’estremo saluto al loro caro mercoledì nella basilica cattedrale di Lucera assieme a una folla commossa di parenti e amici, accorsi anche per i funerali di Michele Sgueo - per fare piena luce sui fatti e sulle responsabilità, attraverso il responsabile della sede di Bari, Sabino De Benedictis, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., che ha subito acquisito tutta la documentazione disponibile e già attivato i propri esperti per la sua disamina, a cominciare dall’ingegner Pietro Pallotti, il tutto in stretta collaborazione con l’avvocato penalista del Foro di Bari Aldo Fornari».

















