Una mamma affetta da disabilità motoria si è incatenata ai cancelli dell’istituto comprensivo «Santa Chiara Pascoli Altamura», alla periferia di Foggia. La donna chiede assistenza per il figlio di 12 anni che frequenta la prima media, affetto da una paralisi cerebrale infantile: è in carrozzina, non parla, non mangia da solo ed ha un grave ritardo cognitivo. La donna chiede che al figlio venga riassegnato un operatore socio sanitario (Oss).
«Mio figlio Francesco - dice la mamma - ha bisogno di assistenza nelle ore scolastiche sia per il cambio del pannolino che per mangiare la merenda». «Fino al 20 dicembre non avevamo alcun tipo di problema - raccolta ancora la donna - perché la scuola aveva stipulato una convenzione con un istituto privato affidando la cura di mio figlio a dei tirocinanti, ma da quel giorno il servizio è sospeso».
«Stamattina - aggiunge - di fronte all’ennesimo rifiuto di ricevermi da parte della dirigente scolastica Mariolina Goduto, ho deciso di incatenarmi e rimarrò così fino a quando non assicureranno un Oss per mio figlio. Questo resta l’unico modo per essere ascoltata». Loredana ha chiesto anche l’intervento dell’assessore alle politiche sociali del Comune di Foggia.
LA SCUOLA: DA NOI IL MASSIMO, ORA TOCCA ALL'ASL - «Ci troviamo di fronte ad una disabilità molto grave che necessita di un aiuto concreto al bambino sia nell’alimentazione che nell’assistenza personale. Un tipo di assistenza che non rientra nelle specificità della scuola». Lo ha detto Mariolina Goduto dirigente dell’istituto comprensivo Santa Chiara Pascoli Altamura di Foggia replicando alla mamma del piccolo Francesco che stamattina si è incatenata ai cancelli del plesso scolastico per protestare contro la mancata assistenza al figlio di 12 anni affetto da una grave paralisi cerebrale infantile.
«Nonostante non siamo previste nella pianta organica queste figure specializzate - riprende Goduto - qualche mese fa abbiamo raggiunto accordi di rete con altre organizzazioni presenti a Foggia. Fino al 20 dicembre abbiamo assicurato l’assistenza al piccolo Francesco con dei tirocinanti Oss (operatori socio sanitari, ndr)». «Questi ultimi - precisa - stanno finendo il proprio percorso di formazione e dunque non sono più disponibili. Noi come scuola abbiamo fatto tutto il possibile; le competenze nel caso di specie sono della Asl. Questo episodio va a mettere in discussione l’interno sistema di inclusione scolastica».