Lunedì 29 Settembre 2025 | 00:16

Ma il pollo spennato non verrà più a ballare in Puglia

 
Bepi Martellotta

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Bepi Martellotta

Ma il pollo spennato non verrà più a ballare in Puglia

Se trovi una famiglia di americani che spende 100 euro per un ombrellone e una sdraio, vuol dire che puoi spennare tutti a 100 euro. E diventa la «tariffa media»

Domenica 10 Agosto 2025, 14:00

Ingordigia. Si chiama così. Più soldi hai, più non ti bastano. Se trovi una famiglia di americani che spende 100 euro per un ombrellone e una sdraio, vuol dire che puoi spennare tutti a 100 euro. E diventa la «tariffa media», quella di tutte le stagioni (alta, media, bassa), anche se l’anno precedente era a 50 euro. E se una stanza l’affitti a 200 euro, oggi vale 500. È il mercato, bellezza: via proprietari e canoni a medio termine, spazio agli affitti brevi e appartamenti a B&B che più non si può.

I turisti che arrivano, prevalentemente dall’estero, non guardano ai conti: vogliono il mare bello, le cozze saporite e quei fantastici corsi improvvisati su come impastare le orecchiette fatte in casa, anche se li fanno nei sottani di Bari vecchia dove non esiste un controllo HCCP manco se ti spari. È tutto così «pittoresco!». Polli da spennare nel mordi e fuggi del turismo made in Puglia: devono godere un attimo e pagare tanti, tanti soldi. Tanto ce li hanno e «pochi, maledetti e subito» la Puglia vuole averli.

Quando la Regione di Nichi Vendola stanziò aiuti a Ryanair, finì sotto inchiesta quel bando: milioni di euro per convincere la compagnia aerea a portare qui, in Puglia, milioni di turisti dall’estero. E così è stato, tanto che ci ha montato su una canzone Caparezza e oggi se incontri un lituano a Londra sa cos’è e dove sta Bari. Quindici anni fa, insomma, fu inventato il brand «made in Puglia»: milioni di vacanzieri che arrivavano qui per girare la regione più sconosciuta del mondo, quella che non finiva sui magazine patinati delle agenzie di viaggi neanche se coprivi d’oro le multinazionali. Poi sono arrivati i vacanzieri dall’estero, le multinazionali si sono comprate gli hotel e Aeroporti di Puglia, ogni anno, grazie a quella trovata, sforna numeri da urlo sui transiti al «Karol Woytila».

Tutti felici, la Puglia è una roba da cartolina pazzesca, dove vieni, mangi orecchiette senza scontrino fiscale, dormi a Borgo Egnatia se hai più di 50 anni e il portafogli pieno o su un balcone di Gallipoli se hai 15 anni e vuoi solo sballarti. Giri per borghi caratteristici, compri calamite a forma di trullo e mangi melone e focaccia che costano quanto una cena di alta cucina a Parigi. Vai sotto l’ombrellone e la sera ti suonano la tammorra attorno al tavolo, tra una frittellina gourmet costata 50 centesimi e venduta a 10 euro e un gelato sopraffino (fatto di acqua e zucchero) che è piaciuto a Madonna, e quindi devi pagarlo quanto ha sborsato lei. «Sii felice, sei in Puglia».

Ora, però, la sbornia sta per finire e i burattinai del mercato si stanno accorgendo che gli innamoramenti sono così: arrivano, ti stonano e poi ti svegli. La Puglia non è la Costa Smeralda, non ci sono stati Aga Khan che hanno investito e messo servizi ovunque. La Puglia non è l’Emilia, che ha un mare meno bello ma trasporti da fare invidia agli svizzeri e assistenza ai turisti che manco a Dubai. Ecco, ora che la bolla «Vieni a ballare in Puglia» sta per scoppiare, tutti a dire: ma 90 euro per un ombrellone a Gallipoli sono troppi, ma una pizza a 35 euro a Bari è troppo, ma 150 euro a notte per dormire col sacco a pelo sono tanti. E poi, va bene prendere un tuk tuk a Polignano («pittoresco!»), ma ti chiedono quanto una settimana in Indonesia.

Turisti dall’estero a frotte per un mordi e fuggi, basta che spendi. Adp gongola. Pugliapromozione non sta più nella pelle. La Regione plaude: evviva, non riusciamo a salvare l’Ilva e non sistemiamo i biotecnologi da noi, devono migrare al Nord, ma abbiamo il turismo che va a gonfie vele! E a Ugento, Ostuni, Monopoli o Vieste, ai ristoratori o ai baristi, ai commercianti di borse di paglia o ai venditori di chiancaglierie, non gli sembra vero: un esercito di polli sta sbarcando, per prendere il sole della Puglia, fare il bagno nel mare della Puglia, mangiare pugliese e ballare come tanti tarantolati, prima di tornare a casa senza le penne e in un posto dove - forse - non torneranno più. Tanto il prossimo anno si vedrà. Se tornassero scoprirebbero che la spiaggia sarà rimasta uguale (e pure il concessionario, che nel frattempo si è svangato la famigerata gara internazionale imposta dall’Ue), le frise costeranno il doppio, l’hotel non sarà nemmeno ristrutturato ma costerà di più e a Polignano o Ugento si andrà tutti felici e contenti su un tuk tuk, possibilmente non sull’unica statale che collega il Nord col Sud della Puglia (la Ss 16). Lì ci sono gli ingorghi... e sono così «pittoreschi»....

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