Cittadino italiano che non paghi le tasse (o che ne paghi molto meno di quanto dovresti), sappi che sei un ladro. Perché tu rubi tutto ciò che è pagato dagli altri. Rubi le cure sanitarie. Rubi le strade e i marciapiedi delle città. Rubi la sicurezza. Rubi la tutela dell’ambiente. Rubi la scuola. Rubi la giustizia. Tu vai in giro addirittura lamentandoti di servizi che non dovresti nemmeno avere. Tu vai in giro dicendo che in Italia non se ne può più con queste tasse che non paghi (o paghi poco), quindi sei tecnicamente anche una faccia di bronzo. Tu sei la feccia di un Paese che tollera quelli come te o addirittura li coccola in cambio del voto. Un Paese che grazie a te deve caricare di tasse gli altri. Un Paese che potrebbe facilmente fartele pagare le tasse (o fartene pagare quanto ti spetta) ma non lo fa perché si fa ricattare da quelli come te.
Le tasse non sono certo bellissime come un vecchio ministro disse in vena di (ingiusti) linciaggi. Ma sono l’unico mezzo per assicurare a tutti i servizi sociali necessari per l’esistenza quotidiana. Sono l’unico mezzo per assicurare l’assistenza a chi ne ha bisogno. Sono l’unico mezzo per assicurare le strade, e i ponti, e il mare, e il cielo che servono per muoversi. Sono l’unico mezzo per assicurare acqua ed energia. Sono l’unico mezzo per assicurare la protezione civile nel caso di un disastro come a Valencia. Sono l’unico mezzo per assicurare il soccorso anche a chi va in montagna e scia fuori pista o esce in barca con lo scirocco. Sono l’unico mezzo per assicurare la vita prima che la qualità della vita. Tu benefici di tutto questo a spese di quelli che tu definisci fessi in un Paese che ti consente di vivere come una sanguisuga.
Tu fai parte di quel 45 per cento (quasi la metà) di italiani che non dichiara redditi o si dichiara nullatenente. Quei nullatenenti di cui spesso si scoprono auto di lusso e vacanze in Costa Smeralda. Non molto lontani, purtroppo, dai 42 milioni di dichiaranti, 32 milioni dei quali pagano la percentuale del 24 per cento dell’Irpef (quella più bassa). Mentre solo i restanti 10 milioni guadagnerebbero sopra i 35 mila euro all’anno. Fatti i conti, un contribuente su quattro in Italia paga i tre quarti di tutta l’Irpef rimanente. Cioè il 25 per cento degli italiani fa vivere il 75 per cento degli altri. Sono questi pochi eletti a provvedere alle garanzie sociali di tutti gli altri.
Ma se tu sei il campione assoluto dell’Italia peggiore, anche gli altri trovano il modo di stare in classifica. Per dire, un gioielliere guadagnerebbe meno di un impiegato. E con la flat tax, sullo stesso reddito un autonomo paga il 25 per cento e un dipendente il 43 per cento. Così pur essendo l’Italia l’ottava potenza economica del mondo, è un Paese di poveri benestanti. Ed è un Paese di falsi martiri del fisco che colpisce soprattutto i veri martiri. Perché quando i falsi martiri dicono che queste tasse le pagherebbero se fossero meno alte, non aggiungono che sono così alte (per gli altri) proprio perché loro non le pagano. Anzi chi ne paga meno di quanto gli spetterebbe, grazie al suo Isee falso beneficia di bonus vari e di esenzioni da ticket e di benefici e di condoni sottratti a chi ne avrebbe più diritto.
Questi poveri bugiardi sono addirittura più dei poveri autentici accertati dall’Istat (Istituto statistica): 17 milioni contro 14. E sempre per colpa loro (che fanno il piagnisteo) succede che basta avere in Italia un reddito lordo di 50 mila euro l’anno, per essere considerati tanto ricchi da dover pagare l’aliquota massima del 43 per cento. Cioè quasi la metà, tanto da far dire: non mi conviene lavorare di più per darli tutti allo Stato. Psicologia che è alla base della decadenza delle nazioni e non del progresso. Siccome tutto questo non è un gioco a costo zero, l’evasione annuale in Italia è di 100 mila miliardi, tre quattro volte quanto ogni anno i governi devono trovare per mettere a posto il bilancio. E se non ci fosse, noi saremmo a livello di una Francia o una Germania (nonostante le loro attuali crisi).
Come effetto collaterale, e visto che anche a causa di questi ladri l’Italia si deve indebitare e non sa come uscirne (mentre lo saprebbe benissimo), cosa si sente di tanto in tanto? Bisogna colpire di più i redditi più alti, perché è giusto che chi ha di più contribuisca di più al bene comune. Chi non misura ciò che dice (la Schlein di recente) parla di patrimoniale, parola più indigesta di una lasagna a colazione. Il fatto è che, quand’anche fosse giusta, quali ricchi la pagherebbero? Il ceto medio dai 50 mila euro l’anno di cui sopra, perché i ricchi veri hanno già tutto nei paradisi fiscali.
Ma allora, possibile che non ci sia un metodo anti-furbi? Ah, mettiamo: se tu commerciante mi dai lo scontrino e io posso scaricarlo dalle mie tasse, ti faccio vedere se non me lo dai. Troppo semplice per la repubblica fondata sulla drittaggine protetta dalla pubblica complicità.