Ogni anno, il 15 marzo si celebra la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla. Si tratta di una giornata nata con l’intento di diffondere la conoscenza dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) come l'anoressia nervosa, la bulimia nervosa, il binge eating disorder e altri, e promuovere la prevenzione e l'informazione.
I DCA, soprattutto post pandemia, hanno registrato un incremento preoccupante (+147% dell’incidenza dei casi). Queste patologie affliggono nel mondo 55 milioni di persone, in Italia sono tre milioni e mezzo le persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare che corrispondono al 5% della popolazione italiana. L’età di esordio di questa patologia è in diminuzione, mentre la diffusione nella popolazione maschile è in aumento, secondo i dati aggiornati al 2023 due pazienti su dieci hanno meno di 14 anni, due pazienti su dieci tra i 12 ed i 17 anni sono di sesso maschile. Nel 2022, invece, le diagnosi più frequenti sono state nel 2022 il 36% di anoressia, il 18% di bulimia ed il 12 % di binge eating.
Una diagnosi precoce ed una presa in carico multidisciplinare sono fondamentali per l’impostazione di un percorso di cura di successo ma il Sistema Sanitario Nazionale non è ad oggi strutturato per fornirle entrambe, sempre, ovunque e a tutti.
La politica deve sicuramente prevedere (e finanziare) l’aumento dell’offerta di servizi.
Ma davanti a questi numeri in continua crescita è evidente anche la necessità politica di agire sulla domanda, tentando di limitarla con un’opportuna attività di prevenzione.
I disturbi alimentari rappresentano un modo di comunicare una sofferenza. Esprimono un disagio che ha a che fare con le relazioni, i sentimenti e il benessere mentale. E’ ampiamente dimostrato che queste condizioni risentono dell’ambiente circostante che circonda la ragazza e il ragazzo ovvero la dimensione famigliare e quella sociale. Sulla prima è utile affidarsi a professionisti specializzati e a riflessioni personali. Interessante è, ad esempio, l’esortazione al coraggio che fa il prof. Leonardo Mendolicchio, psichiatra foggiano specializzato in DCA attivo a Milano, nei confronti dei genitori.
Troppo spesso questi ultimi non riescono a «vedere» i DCA dei loro figli, riducendoli ad un mero problema «di dieta» e non riconoscendone la radice più profonda legata all’ambito della salute mentale. Frequentemente, secondo lo psichiatra, i genitori hanno difficoltà a confrontarsi in maniera sincera e schietta con i loro figli per la paura di ammettere dei loro errori, senza ricordarsi che ogni genitore può sbagliare. Avere il coraggio di chiedere al proprio figlio “come stai?” e avere il coraggio di stargli accanto soprattutto nell’età pre adolescenziale e adolescenziale è fondamentale.
In questo contesto, le dipendenze comportamentali o da sostanze (social, farmaci, integratori, droghe, alcol) possono rappresentare nei ragazzi una ricerca di “autocura” per rispondere ad un disagio e per aumentare l’isolamento relazionale.
La dimensione sociale, oltre a quella familiare, rappresenta un’altra area su cui poter attivamente intervenire perché siamo tutti noi ad alimentarla.
Dalla cultura (a volte ossessione) del risultato e della performance, all’ossessiva cura dell’aspetto fisico, al bisogno di omologazione e imitazioni, alla frenesia che riduce il tempo per il dialogo e l’ascolto reciproco, allo stigma che ancora colpisce chi vive determinante situazioni, a sistemi di relazioni sociali sempre meno appaganti.
Di tutto ciò siamo tutti responsabili ed occorre interrogarsi su come ciascuno può dare il proprio contributo per aggiustare la rotta.
Sicuramente, infatti, occorre pretendere (e scegliere) dei politici che decidano di intervenire sull’aumento della risposta di salute e la costruzione di strumenti a supporto di adolescenti e famiglie.
Ma non basterà, inutile illudersi.
Occorre quel «coraggio» che riguarda le coscienze di ciascuno di noi nel mettere in discussione il proprio contributo alla comunità di cui fa parte in termini anche di valori, senza la necessità di cadere in logiche morali ma con un presupposto utilitaristico: una generazione fragile oggi, sarà la classe dirigente, fragile, del Paese di domani. E questo Paese non può permetterselo.