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Le sfilate e le feste di Dolce&Gabbana e il futuro della Puglia

 
Mimmo Mazza

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Mimmo Mazza

Le sfilate e le feste di Dolce&Gabbana e il futuro della Puglia

È sicuramente positivo che alcuni dei luoghi più affascinanti della nostra regione abbiano fatto da sfondo alle creazioni uniche, frutto della maestria artigianale e della creatività di Domenico Dolce e Stefano Gabbana in dialogo continuo con il prezioso patrimonio manifatturiero e artistico locale

Giovedì 13 Luglio 2023, 13:20

14 Luglio 2023, 15:31

I vini erano siciliani, come siciliana era la pasta alla norma, offerta – assieme alla pizza, cibo ormai universale – come non ci fosse un domani ai 500 belli, giovani e magri (i carboidrati evidentemente non fanno ingrassare proprio tutti, e sorvoliamo sul panettone della casa, tostato e servito con gelato alla cannella) partecipanti al party che nella Masseria San Domenico, a Savelletri, ha chiuso l’esperienza pugliese della casa di alta moda Dolce & Gabbana.Sia chiaro, non siamo orfani delle orecchiette. «Vogliamo trasformare quel che resta di un mondo arcaico e autentico in un resort di lusso? Una comunità, cioè la nostra vita quotidiana, in un marchio commerciale?

La Puglia come merchandising a botte di post degli influencer?» (La Gazzetta del Mezzogiorno, 26 giugno 2022): quanto scritto dal direttore Oscar Iarussi è sempre valido. Ma forse è lecito farsi –e fare – qualche domanda a valle degli eventi che tra Alberobello, Ostuni, Fasano, hanno coinvolto più di 500 ospiti, provenienti da 35 Paesi, e 65 giornalisti della stampa nazionale e internazionale. Dolce&Gabbana hanno scelto la Valle d’Itria per presentare gli annuali eventi di alta moda. E’ sicuramente positivo che alcuni dei luoghi più affascinanti della nostra regione abbiano fatto da sfondo alle creazioni uniche, frutto della maestria artigianale e della creatività di Domenico Dolce e Stefano Gabbana in dialogo continuo con il prezioso patrimonio manifatturiero e artistico locale e certa tradizione popolare molto stereotipata (le coppole, iconografia di un Sud che esiste sempre meno; la pizzica che però in terra di Bari stona parecchio; il nero degli abiti).

E’ dal 2012, d’altronde, che è partito l’ideale Grand Tour d’Italia degli stilisti che dopo Taormina, tappa d’esordio, hanno toccato alcune delle più iconiche località della penisola, dunque era arrivato il momento per la Puglia di fare da palcoscenico alle sfilate della collezione uomo-donna.Le domande, allora? Quali e quante ricadute di immagine avrà la Puglia? Che modello di territorio e di vacanza esportiamo via Instagram? E’ un modello di lusso – gli abiti di sartoria, le masserie a 5 stelle, le star della musica internazionale come la brasiliana Anitta che ha fatto ballare gli ospiti del party – sostenibile? Siamo pronti a tutto questo?Nessuno discute le dichiarazioni di amore di Domenico Dolce e Stefano Gabbana all’artigianato e agli ulivi pugliesi, sia chiaro, e d’altronde i due stilisti hanno percorso una via già aperta da Dior e Gucci e pronta l’anno prossimo a ospitare chissà quale griffe.

Il punto di caduta di tutto il ragionamento, sottolineata la grande bellezza vista, ammirata e invidiata a bordo piscina l’altra sera, è costituito dal modello che la Puglia ha scelto per il proprio turismo, per l’espansione del settore nei prossimi anni, sulle conseguenze dello stesso modello sulla vita e sull’economia di tutti pugliesi, sulla necessità, nel frattempo, di colmare gap infrastrutturali – a partire dalle imbarazzanti stradine che contrassegnano i nostri litorali, compreso quello dove di Savelletri sulle quali si affacciano masserie e lidi extralusso - e tacendo per carità di patria dell’isolamento ferroviario addebitabile a decenni di mancata programmazione, progettazione e cantierizzazione di tratte con il resto d’Italia veloci e efficienti, e, infine, passando per limiti ricettivi evidenti, non colmabili con distese di bed and breakfast.La politica sul punto, sul piano di espansione turistica e sui target da colpire, può molto in termini di pianificazione strategica e di scelte di campo da fare. Riposti gli splendidi abiti dell’ultima sfilata, è il caso di battere un colpo e riunire le menti migliori per evitare che sotto il patinato non ci sia nulla.

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