Sabato 06 Settembre 2025 | 20:38

Atella, la famiglia Telesca emigrata in Sudamerica si ritrova nel borgo di Sant'Ilario

 
Antonella Inciso

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Antonella Inciso

Atella, la famiglia Telesca emigrata in Sudamerica si ritrova nel borgo di Sant'Ilario

Dodici persone dal Brasile, 8 dall'Uruguay, un argentino e due statunitensi

Sabato 05 Ottobre 2024, 10:01

Dalla Basilicata in America andata e ritorno. È la storia della famiglia Telesca di Atella con i suoi tre cugini che, più di un secolo fa, lasciarono la terra lucana per raggiungere l’America del Sud in cerca di fortuna. Trasferitisi in Uruguay, Argentina e Brasile hanno sempre conservato i contatti con la terra natia e con la famiglia per mantenere vive le tradizioni. Un legame rinsaldato anche grazie all’impegno di figli e nipoti che hanno continuato ad incontrarsi negli anni ed a rinsaldare i legami sfruttando anche le nuove tecnologie. Così, dopo incontri svolti tra le varie nazioni tra America del Sud e del Nord, quest’anno, seguendo una tradizione pluridecennale, su suggerimento di padre Vincenzo Telesca, è stato organizzato un incontro in Basilicata, a Sant’Ilario di Atella, cui hanno partecipato 12 brasiliani, 8 uruguayani, 1 argentino e 2 statunitensi. Tutti appartenenti alla famiglia Telesca.

Per alcuni giorni il nutrito gruppo di famiglia ha trascorso del tempo nel borgo antico di Sant’Ilario di Atella, da dove sono partiti i loro antenati più di un secolo fa. Hanno incontrato gli altri membri della grande famiglia Telesca, hanno ricostruito le loro storie, hanno partecipato ad una messa celebrata da padre Vincenzo e Marcelo Telesca, Max Telesca e Gerry Serafino hanno presenziato anche come relatori alla presentazione del libro di Donato Antonio Telesca “Polizia penitenziaria” portando le loro esperienze professionali sul diritto penitenziario del Brasile e Stati Uniti. Piantando, infine, un albero nel cimitero di Sant’Ilario con la terra del posto mista a miscela di terreni dell’Argentina, Brasile e Uruguay, in memoria dei loro antenati. Albero ai piedi del quale è stata posta una targa con la scritta aviglianese “Sim m’nut a la Terr” (“Siamo tornati alla nostra Terra d’origine”). Insomma, momenti intensi che hanno consentito di recuperare tradizioni, scoprire il passato e rinsaldare legami che travalicano l’Oceano e portano dalla Basilicata in America.

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