Sabato 06 Settembre 2025 | 14:19

La regista spagnola e la lunga vacanza a Grottole: «Qui ho scoperto un paradiso»

 
Alba Gallo

Reporter:

Alba Gallo

La regista spagnola e la lunga vacanza a Grottole: «Qui ho scoperto un paradiso»

Alejandra Viejo Lopez De Roda ha trascorso un lungo periodo nel paese lucano. Il ricordo delle persone, della mortadella e dei pomodorini

Martedì 07 Novembre 2023, 11:58

12:00

GROTTOLE - Si definisce fotografa, viaggiatrice ed amante del (buon) cibo, nonché motociclista e «madre» di una moto, Trinity, venduta poco prima della partenza da Londra.

Alejandra Viejo Lopez De Roda, 36 enne originaria della penisola iberica, nella vita si occupa di cinema: scrive e dirige film. E per le sue vacanze, quest’anno, ha scelto Grottole. Grottole, sì - «Iëròttëlë in dialetto locale», dice Wikipedia - duemila abitanti, in provincia di Matera. Grottole e non il capoluogo. Grottole e non le più «-issimissime» località di turno. Grottole (e tanto basta). E mai domanda sorse più spontanea: come ci sei arrivata, Alejandra Viejo Lopez De Roda, della penisola iberica? «Attraverso Wonder Grottole: mi sono imbattuta in questo progetto mentre facevo delle ricerche online sul coliving in Italia».

A Grottole, Alejandra, è rimasta due settimane, fino al 2 ottobre.

Giornata tipica?

«Sveglia presto per una passeggiata, poi espresso e lavoro durante il giorno. Infine palestra locale dall’adorabile proprietario, Dani, mio personal trainer. Piena di poster, quella palestra, che ritraevano i body builder degli anni '80, incluso Arnold Schwarzenegger: divertenti! E quei corpi degli uomini, così surreali/irrealistici!

La sera, a seconda della giornata, andavo a bere qualcosa o facevo una passeggiata rilassante. Quando non lavoravo, quasi ogni giorno mi godevo l’espresso del bar locale e passavo del tempo con la gente del posto: hanno un accento/dialetto piuttosto forte che ne rendeva un po' difficile la comprensione.

Detto questo, ho imparato più italiano a Grottole in due settimane che con “Duolingo” in due mesi».

«Human beings are wild by nature. Let yourself be», scrivi sul tuo profilo Instagram. Come siamo noi italiani, cosa abbiamo di simile alla tua gente?

«Il calore e l'amore/rispetto per il cibo. “Se visiti Grottole, preparati a farti guardare molto”, mi dici: parliamone. “Qui tutti conoscono tutti, quindi notano immediatamente i "visitatori". C'è una bella vecchietta, a Grottole, chiamata Tatiana. Si sedeva ogni sera sulla soglia di casa: mi piaceva parlare con lei che però non riusciva a capire perché fossi single o comunque non sposata: piuttosto divertente, no?!».

Ma tornando al “wild by nature”: l’esperienza del maiale a Grottole.

«Una sera al bar ero circondata da uomini, tutti costruttori. l, che mostravano, orgogliosi, le foto di un maiale appeso in cucina. Il maiale era aperto a metà: se ne poteva vedere lo stomaco/intestino e il sangue sul pavimento. Anche se non sono vegetariana, sono rimasta piuttosto inorridita. Gli uomini, però, non riuscivano a capire la mia reazione e continuavano a dire: «Bella la foto, eh?!».

Immagino che per loro rappresentasse una forma di lavoro artistico di cui essere orgogliosi, per me il tipico lavoro di un serial killer. Mi viene da ridere ogni volta che ci penso».

Il “bel ricordo” che conserverai di questo posto.

«Il calore della gente e il silenzio della mattina e della sera. La tranquillità, incredibilmente serena e bella, la bellissima vista sugli ulivi intorno, ma mi è piaciuto molto anche andare al supermercato, quasi ogni giorno, e provare diversi prodotti locali.

Dell’Italia?

«Le persone, ma anche la burrata, la mortadella e i pomodorini».

Cosa non hai gradito, quali le difficoltà durante il tuo soggiorno lucano?

«È tutto molto “lontano”: avrei voluto avere una macchina, diversamente la vacanza può sembrare quasi un isolamento. Ho anche pensato che il tutto fosse simile, in un certo senso, ad una “capsula del tempo”. Anche se non sono una persona di città, sono comunque una donna molto moderna e lì mi sembrava un po' troppo “tradizionale”. Pertanto, a volte mi sentivo un po’ “fuori posto”. Tutti erano incredibilmente cordiali, ma sentivo che non era un posto o un ambiente adatto a me a lungo termine.

Il mio italiano è molto limitato e a volte è stato difficile capire/comunicare con le persone. Alla fine ci siamo riusciti, ma suppongo che la mia esperienza sarebbe stata molto diversa se fossi stata in grado di parlare correntemente l'italiano poiché avevo molte domande da porre a tutti ed ero sempre limitata su quanto potevo capire».

Cosa ti ha lasciato questa esperienza, la rifaresti?

«La possibilità di creare legami umani amorevoli e significativi, anche se non parli la lingua. Mi è stato spesso ricordato che l'atto di "sorridere" è universale e sempre gradito. E che un atteggiamento positivo, il rispetto e le buone maniere ti apriranno sempre tantissime porte. La rifarei? Non in Italia, magari in un altro Paese: non mi dispiacerebbe vivere in un analogo paesino, per poco tempo».

C’è ancora Italia nel tuo futuro, ti trasferiresti qui per sempre?

«Il mio cuore appartiene al mare in Spagna, ma chissà! Dovessi vivere in Italia per un lungo periodo, probabilmente sarebbe al mare».

Tornerai in Basilicata?

«Lo spero».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)