BARI - Tra le memorie storiche ancora viventi di Santa Fara spiccano fra’ Lorenzo Invidia (92 anni il prossimo 12 dicembre) e fra’ Giuseppe Benegiamo (86). Il primo, padre provinciale dagli anni 1973 al 1979 e dal 1992 al 1997. Il secondo, parroco dal 1970 al 1985. Entrambi ospitati tutt’oggi nella fraternità di via Bellomo.
«Erano anni di grandi passaggi», ricorda commosso Invidia ripensando alle turbolenze civili ed ecclesiali del ‘68 ed al generale risveglio del Vaticano II: «Il primo cambiamento – continua il frate di Campi Salentina - fu culturale. Sul piano pastorale, alcuni frati recepirono la necessità lavorare in uscita per i poveri. Altri si radicavano nel passato. In questo contesto, si fece avanti la proposta di affidarci la Basilica di San Nicola. Non accettammo perché apostolato non idoneo alla nostra spiritualità. Invece, fu accolta la proposta di fine anni ‘50 dell’avvocato Simeone Di Cagno Sessa che donava ai frati il territorio di Santa Fara».
La costruzione iniziò nel 1963 dove sorgeva la piccola chiesa già intitolata a Santa Fara: «Si procedeva a rilento, sino al blocco del 1967 ed al concorso dell’architetto De Bellis. Molto costoso e complesso. Nel 1973, la Provincia era spaccata. Decisi che la chiesa andava realizzata con lo stesso progetto, ma semplificato. Furono trovate le risorse finanziarie e ne venne un risultato semplice, nello stile cappuccino. Tranne che per le vetrate, realizzate da Ugolino da Bellino, noto artista veneto. Ricordo tre fratelli laici che andavano casa per casa a raccogliere fondi per la città. Contributi giunsero da altri conventi pugliesi».
I lavori furono completati e inaugurati il 29 giugno del 1975 dall’arcivescovo Nicodemo. Un punto di arrivo dopo le vicissitudini della prima ora segnate dalla carismatica figura del triggianese Carlo Patano, primo parroco cappuccino della storia: «Un santo – riprende Invidia – che visitava le famiglie in bicicletta. Ha lavorato a Torre Tresca, quartiere tra i più poveri del dopo guerra. Nei capannoni dell’esercito vivevano migliaia di persone. Mi avviò al diaconato, prima di diventare missionario in Canada presso gli emigranti italiani e poi in Mozambico per venti anni».
Negli anni ‘90, fra’ Lorenzo era il Provinciale della dedicazione: «C’erano più di mille persone col maestro Nino Rota a fare il concerto. Anche don Tonino Bello è venuto più volte per parlarci del carisma francescano, della povertà e della centralità della persona. Sono gli anni più fecondi della predicazione di missione al popolo».
Cruciale anche l’erezione della fraternità Ofs dei laici francescani (4 ottobre 1981) e l’impulso alla missione in Albania all’indomani dello sbarco barese di profughi sulla Vlora. Come l’arrivo della reliquia della Santa prima custodita a Bari Vecchia e l’erezione a Basilica Pontificia Minore il 7 dicembre 2014: «Quando arrivai a Bari avevo appena 32 anni e tornavo da Roma dove studiavo diritto canonico», dice il leccese fra’ Giuseppe Benegiamo. «Alla mia prima esperienza da parroco, compresi che serviva una svolta. Introdussi l’idea del catechismo al fine settimana e coinvolsi gli studenti della scuola di teologia. Mi serviva una squadra. Così chiamai pure le suore Apostole del catechismo, oggi congregazione estinta. E le laiche consacrate dell’allora Oasi francescana. La gente accorse da tutta la città e dai paesi limitrofi. Cambiava l’approccio liturgico e sacramentale secondo le linee del Concilio. La messa si celebrava ogni ora nell’attuale sacrestia. Essendo figlio del Concilio, invitai i laici per la creazione del Consiglio Pastorale. Il boom della parrocchia fu nel 1975 con l’inaugurazione, il 29 giugno, del nuovo edificio. Iniziammo a celebrare con più ricorrenza il sacramento del matrimonio. Un giorno ne facemmo sei».
La novità del terz’ordine: «Insieme a padre Giulio D’Oronzo, guardiano del convento negli anni Settanta, con i laici avviammo il Cenacolo per la conoscenza della spiritualità francescana. Fu la prima cellula dell’Ofs, un’emozione indescrivibile”, la chiosa di fra’ Giuseppe, anche docente dell’allora Studio Teologico Interreligioso Pugliese confluito nel 2005 nell’attuale Facoltà Teologica Pugliese.