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Vieste, nella piazzetta sul mare il successo del «Libro possibile»

 
Enrica Simonetti

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Enrica Simonetti

Vieste, nella piazzetta a picco sul mare il successo del «Libro possibile»

Rosella Santoro: «C'è stato un forte richiamo alla responsabilità individuale, ma anche a quelle politiche ed istituzionali»

Giovedì 27 Luglio 2023, 13:50

13:57

VIESTE - La novità di quest'anno è stata la serata interamente in inglese: a Vieste, tra tanti turisti, in una piazzetta a picco sul mare, occhieggiando a quel raggio di luce del faro sull'isola di Sant'Eufemia che sembrava sorvegliare da lontano le parole e i voli pindarici degli ospiti del «Libro Possibile». La XXII edizione del Festival si è appena conclusa, dopo i cinque giorni sul Gargano (18-19-20-21-22 luglio) e i quattro intensissimi a Polignano a Mare (5-6-7-8 luglio). È soddisfatta Rosella Santoro, la direttrice artistica della kermesse letteraria che ormai attira nomi sempre più importanti e soprattutto tematiche fondamentali. Quest'anno hanno spaziato tra realtà e sogno, tra cronaca, romanzi, innovazione e giustizia. Ora che la direttrice Santoro – con la quale collaborano strettamente il presidente del «Libro Possibile» Gianluca Loliva e Giorgia Messa per la direzione artistica - parla dei numeri delle persone coinvolte nelle piazze, dei «big» arrivati in Puglia per l'occasione e del successo complessivo della rassegna, torna in mente quella bella definizione di Emily Dickinson a proposito dello straordinario potere della lettura: «Non esiste un vascello veloce come un libro per portarci in terre lontane... » (da Le stanze di alabastro). La pagina scritta trascina, purché - appunto - si legga.

Rosella Santoro, partiamo dalle piazze del Festival 2023 e da queste due città pugliesi, Polignano e Vieste, unite nel nome della cultura.

«Sì, piazze pienissime, nonostante il caldo! A Vieste, a Marina Piccola, ci sono 1500 posti a sedere e ogni sera abbiamo avuto tutto occupato. Sono molto felice del risultato e soprattutto del successo della prima serata, quella in inglese, dove nomi come quello di Donald Sassoon e Kristin Hraffnsson hanno appassionato un pubblico molto variegato, non solo turisti di passaggio felicemente sorpresi dall'iniziativa. Devo dire che i temi di questo Festival sono stati – e lo hanno sottolineato in molti – di altissimo livello e qualità. La magia del luogo, il fascino delle conversazioni, l'accento sui temi dell'innovazione e della sostenibilità, tutto ha risposto alle urgenze del momento».

L’atmosfera rispondeva allo slogan di quest'anno, quel fil rouge di «Penso positivo» ispirato alla canzone di Jovanotti?

«Questa positività è stata declinata da tutti gli ospiti e mi piace sottolinearlo. Sono partiti da un'analisi puntale nei diversi campi ma tenendo presente uno sguardo fiducioso e speranzoso verso il futuro. Anche sul clima, ho sentito echeggiare visioni mai apocalittiche, ma rispettose del senso di responsabilità, concretezza e consapevolezza, tre principi basilari che si traducono in azioni. C'è stato un forte richiamo alla responsabilità individuale, ma anche a quelle politiche ed istituzionali. Vedere gente riunita fino a tarda sera per ascoltare e porre domande è sempre un piacere, sempre una scoperta».

Torniamo al vascello di Emily Dickinson: quante cose può muovere un libro. Ma cosa registra il Festival riguardo alla vendita di volumi e alla lettura in generale?

«Quasi in controtendenza rispetto a ciò che si pensa in generale, abbiamo registrato lunghe code ai firmacopie. Cito – ma non sono stati gli unici – gli autori per i quali la gente si è messa in fila con passione e determinazione: da Maurizio De Giovanni a Umberto Galimberti, da Nicola Gratteri a Vincenzo Schettini fino a Travaglio e tanti altri. Con il Libro Possibile Winter stiamo facendo un lavoro di promozione che dura tutto l'anno e sul quale vedo grandi attenzioni, con richieste da altre scuole e con prospettive di crescita determinanti. Un lavoro cui si aggiunge quello della libreria a Polignano. Insomma, alla fine “penso positivo”: il festival non si è fermato nemmeno durante la pandemia e abbiamo ripreso vigore dopo gli anni in cui i timori erano stati però per fortuna surclassati dalla voglia di condivisione. È questo il grande potere della lettura».

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