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Kerbaker: «Nei libri fantasma storie avvincenti e intriganti»

 
Enrica Simonetti

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Enrica Simonetti

Kerbaker: «Nei libri fantasma storie avvincenti e intriganti»

L’autore sarà domani alle 18 alla Libreria Laterza per l’associazione culturale Donne in corriera

Martedì 13 Dicembre 2022, 13:22

Si parte da un certo Georges Sim, che è un Simenon ventenne, passando dall’impronunciabile parola «negri» di Ten little niggers della Agatha Christie, fino ad arrivare ai segreti di quel genio folle di Dino Campana: l’odissea delle pagine sparite nel nulla è una storia avvincente, deliziosa e intrigante. Emerge dal nuovo libro di un «divoratore» di libri come Andrea Kerbaker, dal titolo La vita segreta dei libri fantasma (Salani, pagg. 160, euro 16,00). L’autore insegna all’Università Cattolica di Milano e dall’età di 17 anni colleziona i volumi che ora si trovano in uno spazio magnifico a Milano, la sua Kasa dei Libri, alla quale si è aggiunto sul Lago Maggiore il Kapannone dei libri, un altro luogo-non-luogo in cui il tempo si ferma, perché contano le storie, i racconti, le idee.

E soprattutto l’inno alla curiosità e alla cultura, insieme a quell’esercizio meraviglioso della lettura, che sembra il grido che percorre le pagine di questo libro prezioso. Sarà presentato a Bari, alla Libreria Laterza, per l’associazione culturale Donne in corriera presieduta da Gabriella Caruso, domani alle 18, alla presenza dell’autore, al quale abbiamo posto alcune domande.

Libri pubblicati e ritirati, volumi scomparsi nel nulla: da dove è nata l’idea di raccogliere queste curiose avventure editoriali? Dai 70 volumi del Voltaire che Napoleone aveva portato con sé all’isola d’Elba e che lei, dal canto suo, ha visto in Inghilterra?

«Quei Voltaire sono stati uno dei miei reperimenti più fortunati, e spesso torno a sfogliarli con la stessa curiosità di quando li ho comperati. Ma alla base dei miei fantasmi ci sono un po’ tutti i libri della mia biblioteca, che spesso interrogo alla ricerca delle storie nascoste nelle loro edizioni. Quelli più intriganti sono proprio questi figli di un dio minore, ritirati dalla circolazione dopo un passaggio brevissimo nelle librerie, a volte neppure quello. Quasi tutti sono nella mia Kasa dei Libri; quando li prendo in mano, sento che mi guardano e chiedono qualche attenzione in più: “Non vedi come sono bello? - pare che dicano - Non ti sembra incredibile che nessun altro possa leggermi come stai facendo tu?” (Sì, lo so, sono matto, e ormai parlo con i libri. Ma che volete farci, in fondo non faccio male a nessuno!».

Quale storia l’ha più colpita?

«Ahia, mai chiedere a un autore qual è la storia preferita, è più o meno come domandare a un genitore di scegliere tra i suoi figli! E tuttavia io una preferenza ce l’ho (non per i figli, per i libri), e questa volta non la nascondo: è il romanzo postumo di Mark Twain che una signora americana pubblica alcuni anni dopo la morte dello scrittore, asserendo che è stato lui stesso a dettarglielo dall’oltretomba. E non è un libro breve, tutt’altro: più di 200 pagine. Il solo pensiero di Twain buonanima che perde ore e ore del suo tempo per comunicare con la desperate housewife americana mi pare degno della migliore fantasia di uno scrittore surrealista. Fossi stato negli eredi, anziché farlo ritirare dalla circolazione lo avrei promosso in tutte le sedi per riderci sopra».

Dalla genuflessione al fascismo a Levi che non esce da Einaudi, quanto la politica o l’ideologia influenzano le scelte?

«Tanto, e non soltanto nei casi delle dittature, che ovviamente sono i più odiosi; basti pensare agli autori ebrei che in Italia nel periodo delle leggi razziali hanno dovuto tacere o pubblicare sotto pseudonimo. Nel libro parlo di Natalia Ginzburg, Giorgio Bassani e Alberto Vigevani, ma non sono i soli. Al di là di queste storie eclatanti, ce ne sono altre, molto attuali, che riguardano la correttezza politica o la cancel culture. Da Agatha Christie a Céline è un ruscello sempre presente che in alcuni periodi si ingrossa e tende a divenire fiume in piena, minacciando di travolgere tutto e tutti. Esagerazioni ideologiche contro cui tutte le persone davvero libertarie dovrebbero combattere. E invece...».

Sesso! Il libro con autore sconosciuto e i libri di letti fanno parte della sua ricerca, tra l’altro con storie incredibili. Raccontiamo le più importanti e le più audaci?

«In qualche modo il sesso c’entra quasi sempre. Una delle censure più note di Mussolini riguarda Sambadù, aitantissimo uomo di colore che in un romanzetto di una scrittrice popolare, Mura, osava portarsi a letto una nostra connazionale di pelle bianca. Orrore, orrore! Non sia mai! Le relazioni sotto le lenzuola spaventano, che siano omosessuali come - il caso di Mishima - o semplicemente libere come quelle di una giovane americana degli anni Sessanta, condannata perché troppo incline a vivere il sesso in posizioni un po’ meno noiose di quella del missionario. Sono felice di averle riscattate, e proseguo la ricerca del primo Apollinaire, oggi perduto, licenziosissimo fin dal titolo: Mirely, o il piccolo buco a buon mercato».

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