Sabato 06 Settembre 2025 | 14:41

«Babilonia», aggregazione nel segno della musica. Castrignanò: «Ripartiamo»

 
Bianca Chiriatti

Reporter:

Bianca Chiriatti

«Babilonia», aggregazione nel segno della musica. Castrignanò: «Ripartiamo»

«La pandemia ci ha cambiato. Ma è quasi primavera»

Domenica 20 Febbraio 2022, 16:12

Babilonia non è un concetto di disordine, ma di aggregazione e contatto tra le anime. È voglia di primavera, di ripartenza, di condividere ogni sfumatura di noi stessi». Cosi il salentino Antonio Castrignanò parla del suo nuovo disco, Babilonia, uscito il 18 febbraio per Ponderosa Music Records, che all’interno ospita voci e suoni da tutto il mondo: la cantante del Gambia Sona Jobarteh, unica musicista donna a suonare la kora, l’arpa africana, il produttore turco Mercan Dede, Enzo Avitabile, Don Rico, voce storica dei Sud Sound System, e il cantante senegalese Badara Seck.

Come è stato tornare a lavorare e a collaborare dopo il lungo stop forzato?

«Spero che il prodotto venga recepito, nella gente gli strascichi del periodo si sono sentiti, le persone sono cambiate, tirarle fuori di casa non è facile. In Babilonia c’è voglia di unione nella diversità, ognuno di noi ha la sua unicità, che messa insieme alle altre genera bellezza e speranza. Per le collaborazioni, la tecnologia ci ha aiutato: con molti colleghi mi vedo spesso, penso a Don Rico, con cui c’è un’amicizia trentennale. Tutti hanno contribuito emotivamente alla mia sensibilità artistica: il disco celebra la bellezza dell'incontro in un lungo viaggio che parte dal Salento, con la voglia di aprirsi e conoscere varie culture, metterle insieme e ridisegnare un paesaggio sonoro».

Un album che affronta grandi temi, dalla condizione della donna al caporalato.
«I problemi di oggi vanno affrontati e guardati in faccia. Sono frutto di ciò che rappresenta il territorio, le stesse incognite che si affrontavano cinquant'anni fa. Babilonia è tutto questo, è voglia di aprirsi per affrontare questioni del passato e del presente, e queste necessità si incrociano fondendo temi attuali e melodie antiche. È un viaggio vero e proprio, altrimenti avrei fatto uscire cinque singoli: parte con una pizzica moderna inedita, incontra vari personaggi e attori, condivide le urgenze dell'oggi e del domani, e si conclude ancora una volta nel Salento, con un'altra pizzica che apre una finestra sul prossimo viaggio».

Un viaggio che però alla fine ti riporta a casa.
«Si torna sempre con la consapevolezza di aver dato e ricevuto tanto. Io stesso qui sto bene, mi riconosco in questo, nella mia musica, nel mio territorio, in un percorso che non può scindersi dall'arte. Cinquant'anni fa i musicisti facevano altro, erano contadini, barbieri, oggi fanno solo musica».

Un disco che accoglie tante lingue, abbraccia i dialetti del mondo e si arricchisce sempre più di sonorità, colori, volti, significati. Già i due singoli che l'hanno anticipato erano manifesto di questa tavolozza di sperimentazioni: Taranta World, fantasticheria elettrica sulla pizzica, e Masseria Boncuri, groove di corde intrecciate a percussioni che racconta lo sfruttamento nei campi. E se gli si chiede di suggerire un luogo ideale per l'ascolto dell'album, Castrignanò risponde: «Ognuno ha il suo, ma per me Babilonia è un mercato, una piazza, qualcosa in cui tutto succede, tutti si incontrano. In fondo, ciò che ci è mancato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)