Professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive del «San Martino» di Genova, domanda secca: stiamo attraversando una nuova ondata Covid?
«Molti parlano di quinta ondata. Direi, più semplicemente, che dovremo abituarci a questo andamento dei contagi che salgono e scendono. Ma il punto è un altro. L’indicatore da tener presente è quello delle forme gravi, delle terapie intensive, non la media intensità. E al momento, da questo punto di vista, non c’è allarme».
I contagi però galoppano...
«Siamo di fronte a una iper-circolazione, non c’è dubbio. Probabilmente sfonderemo il muro dei 100mila contagi ma se la situazione non esplode è perché il 90% della popolazione ha deciso di vaccinarsi».
I vaccini funzionano contro la Omicron 2?
«I vaccini funzionano contro tutto e dunque anche contro le varianti Omicron e Omicron 2 per attenuare le forme più gravi, soprattutto per chi ha fatto la terza dose».
In questo periodo si è parlato molto poco di Covid e tanto di altro, a cominciare dalla guerra in Ucraina. Un bene o un male?
«In un primo momento avrei detto un bene. Sono sempre stato molto critico verso il modo in cui a volte si sviluppava il dibattito intorno al Covid. Eppure una pressione mediatica così forte ha, di fatto, “accompagnato” la popolazione alla vaccinazione. Ora invece abbiamo perso un mese. Si è parlato solo di guerra e le vaccinazioni sono crollate».
Ci sarà una quarta dose?
«Non parlerei di quarta dose ma di richiamo. Anche perché ci sarà bisogno di un vaccino diverso, non del medesimo delle prime tre iniezioni. Il prossimo autunno faremo un vaccino aggiornato sulle varianti in modo da trovarci preparati in vista dell’inverno».
Conosce l’obiezione ricorrente: è proprio necessario continuare a vaccinare?
«Gli anticorpi del Covid tendono a scendere, non sono come quelli del morbillo. Quindi sì, c’è bisogno di richiami».
L’Oms ha bocciato l’allentamento delle misure varato dall’Italia e da altri Paesi, definendolo «brutale». Concorda?
«No, non sono per nulla d’accordo. Abbiamo avuto misure severe che non sono state in grado di limitare proprio niente. La variante Omicron è incontenibile, buca tutte le misure. Non la fermi nemmeno se indossi la mascherina anche quando vai a dormire».
Se gli obblighi non servono come ci si difende?
«Vaccinandosi con tripla dose. I dispositivi sono preziosi per gli anziani e i fragili. Se qualcuno decide di utilizzarli tanto meglio ma non serve imporre a tutti l’uso della mascherina al supermercato. Credo sia necessario uscire da questa logica in cui è lo Stato a dirci cosa fare. Meglio sarebbe affidarsi al buon senso delle persone, adeguatamente informate».
Allarghiamo lo sguardo. L’arrivo di profughi ucraini quanto può complicare la situazione?
«La può complicare parecchio. È una popolazione poco vaccinata, soprattutto se pensiamo a donne e bambini che, poi, sono quelli che arrivano in maggior numero. Solo il 10%, tra coloro che abbiamo accolto, ha deciso di vaccinarsi. Credo sia un problema di natura culturale, i popoli dell’Est Europa sono meno propensi ad accettare questo tipo di soluzione. Ed è un problema, non solo rispetto al Covid ma, anche, per fare due esempi, a poliomelite e morbillo».
Alcuni di loro, non molti, sono vaccinati con lo Sputnik. Non sarebbe il caso di validarlo?
«No. Lo Sputinik ha dato dei buoni risultati iniziali ma oggi non credo sia adeguato. Dovrebbero rifare il ciclo con i nostri vaccini».
Infine, dall’Ucraina può davvero arrivare una nuova variante?
«Temo proprio di sì. Non usano la mascherina, non sono vaccinati. Spesso vivono l’uno sull’altro in rifugi di fortuna. E, soprattutto, con tutto quello che sta accadendo, non credo abbiano modo di sequenziare i ceppi del virus. Purtroppo sono tutte condizioni ideali per lo sviluppo di una nuova variante»