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Vaccini anti Covid a Bari, 281 adesioni del personale scolastico. Cisl: «Regione chiarisca su dosi AstraZeneca a prof»

 
Redazione online

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Vaccini Covid, 100mila pugliesi saranno vaccinati in prima battuta: 11 i centri di stoccaggio

Chi aderisce deve compilare un modulo on line entro le 14 di domani.

Giovedì 11 Febbraio 2021, 19:09

19:17

BARI - Sono 281 su 300 gli operatori scolastici dipendenti del Comune di Bari che in sei ore hanno comunicato la propria adesione alla manifestazione di interesse alla campagna vaccinale anti-Covid. Oggi il Comune, su impulso del Dipartimento di prevenzione della Asl, ha trasmesso ai dipendenti comunali delle scuole una nota per raccogliere le adesioni che, precisa, «non costituisce consenso espresso alla vaccinazione, ma permette alla Asl di calendarizzare il contatto dell’interessato con il punto vaccinale». Chi aderisce deve compilare un modulo on line entro le 14 di domani. Ai 300 dipendenti, insegnanti ed educatori delle scuole comunali, si aggiunge una ampia platea di operatori che, in qualità di fornitori di servizi, educativi e non, abbiano accesso diretto ai plessi scolastici di proprietà comunale ai quali pure sarà estesa la raccolta delle manifestazioni di interesse a sottoporsi a vaccinazione.

I segretari generali di Cisl e Cisl Scuola Puglia Antonio Castellucci e Roberto Calienno chiedono alla Regione di «chiarire e rettificare la nota attuale» sulla somministrazione dei vaccini al personale scolastico e all’ufficio scolastico regionale di «sospendere la rilevazione delle manifestazioni di interesse in merito alla vaccinazione con Astrazeneca del personale della scuola o, in alternativa, di limitarla al personale di età compresa tra i 18 ed i 55 anni». I sindacalisti spiegano che nella nota della Regione sulle modalità attuative per il Piano straordinario di vaccinazioni anti Covid-19, è prevista «la somministrazione di Astrazeneca al personale scolastico a prescindere dall’età» e, invece, «al personale delle forze dell’ordine e della forze armate solo per chi abbia meno di 55 anni d’età e non sia affetto da particolari patologie». Castellucci e Calienno ritengono tali «indicazioni contrastanti». «Appare incomprensibile ed ingiustificata - dicono - la scelta adottata dai vertici regionali di considerare e trattare diversamente distinte categorie di lavoratori e di cittadini».

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