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BAT, medico 118 contagiato dopo il vaccino, sta bene: «Pronta a fare il richiamo»

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

BAT, medico 118 contagiato dopo il vaccino, sta bene: «Pronta a fare il richiamo»

La dottoressa è una veterana del soccorso a bordo delle ambulanze. Il vaccino le è stato somministrato il 30 dicembre. Il 3 è risultato positivo il tampone

Mercoledì 06 Gennaio 2021, 09:20

Sta bene, solo un po’ frastornata dal (piccolo) caso scatenato intorno a sé: vaccinata il 31 dicembre (e non il 27 come abbiamo scritto ieri), è risultata positiva al covid tre giorni dopo, domenica scorsa. Ma il medico in servizio al 118 della Bat non perde la fiducia nella scienza: «Spero - dice - di poter fare la seconda dose già programmata».

La dottoressa, sulla sessantina, è una veterana del soccorso a bordo delle ambulanze: i colleghi ne parlano come di una persona che non si tira mai indietro e che da marzo è in prima linea per l’emergenza covid.

Adesso è a casa, con sintomi che non creano alcuna preoccupazione (un po’ di raffreddore e mal di gola, ma niente febbre): il contagio, emerso proprio per via di alcuni dolori articolari, quasi certamente ha origine familiare (sono positivi quasi tutti, compresi i genitori). E si è probabilmente sviluppato a cavallo della vaccinazione: una eventualità possibile, capitata anche durante i test del vaccino, che ha bisogno di tempo per garantire la copertura completa (quella del 95% si raggiunge dopo una settimana dalla seconda dose, a sua volta inoculata dopo 21 giorni dalla prima).

Dal punto di vista medico, infatti, la questione non si pone, anche se una situazione simile (quella di un medico di Palermo) ha fatto molto rumore perché ha rinfocolato le polemiche del mondo novax.

«Il vaccino - dice l’assessore regionale alla Salute, l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco - non ha efficacia se il contagio è avvenuto prima o immediatamente dopo la vaccinazione. I primi anticorpi non sono evidenti prima che siano trascorsi 14 giorni dalla prima dose, e l’efficacia piena si ottiene a 7 giorni dalla seconda dose».

La salute della dottoressa della Bat viene monitorata dal medico competente. E lei, che tiene a mantenere la riservatezza, garantisce di non avere alcun tipo di dubbio: «Sono assolutamente tranquilla, la mia positività non ha nulla a che fare con il vaccino di cui sostengo fortemente la necessità. Avrei dovuto farlo il 27, il primo giorno, ma ero in servizio e quindi mi sono presentata in ambulatorio il 30. Rispetto e ammiro chiunque si impegni con serietà e amore per il prossimo, ed è per questo che da anni faccio questo lavoro. Abbiamo una sanità fatta di gente che ha come obiettivo quello di curare gli altri, credo fortemente nei vaccini, nella competenza dell’uomo e nel progresso della scienza».

Il Piano vaccinale italiano prevede che il vaccino venga fatto a tutti, anche a chi ha già contratto il covid sviluppando così gli anticorpi. Questo perché la scienza non conosce ancora la durata dell’immunità. Nel caso specifico della dottoressa della Bat, la valutazione è affidata al medico competente: prima di ogni decisione bisognerà aspettare che la donna guarisca completamente. 

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