Brividi, ricordi, emozioni forti che si insinuano a far da apripista alla trasferta in casa Dea. No, Bergamo e l’Atalanta non saranno mai più come prima. Bergamo e l’Atalanta rappresentano ferite che non potranno mai più rimarginarsi nel club salentino, in chi ha vissuto quel maledetto giorno, l’addio improvviso e senza motivo di Graziano Fiorita.
«Il suo nome - dice Eusebio Di Francesco - dovrà accompagnarci in ogni partita di campionato». «Di Fra» non c’era, quella mattina. Ma conosce perfettamente la materia di cui parla: «Di lui ho bei ricordi, che si amplificano quando entro allo stadio e lì ad accogliere tutti c’è la gigantografia di Graziano. Non solo contro l’Atalanta, ma sempre. Ho avuto il piacere di salutare la sua famiglia e nei giorni scorsi sono andato a trovarlo».
La doverosa emozionante premessa introduce la seconda trasferta stagionale. Riparte il campionato e si riaccendono le stelle, cantavano i «Thegiornalisti» in «Riccione». E il Lecce prova a ricominciare da una big con le sue stelle che si sono accese per il momento a intermittenza, e magari anche oggi. Da queste parti non si respira più in maniera decisa l’aria sbarazzina, sportivamente arrogante e decisa dell’era Gasperini. In casa bergamasca qualche dubbio si è anche alzato sulla gestione Juric e i dubbi alimentano paure. Vedremo.
Il Lecce, intanto, è qui armato del solito grande coraggio, quel coraggio (non solo, anche profonde conoscenze calcistiche e finanziarie) che ha consentito di centrare tre salvezze consecutive. Dopo il pari di Genova, la sconfitta interna contro il Milan e la chiusura del mercato, la missione è strappare punti anche qui. Ogni partita, in fondo, è un’opportunità per riparare, completare o espandere ciò che già si è vissuto nell precedenti partite. È come leggere un nuovo capitolo di un libro molto lungo, cambia l’ambientazione, ma la storia continua.
Muovere la classifica, che al momento recita solo un punto, e trovare la via della rete, con l'attacco giallorosso ancora all’asciutto in campionato. Qualche novità negli interpreti: «Sì, apporterò delle modifiche, anche perché saranno assenti Kaba e Pierret, ma pensiamo di recuperarli per la prossima gara. Perez ha una faringite acuta, resta a casa. Ma sulla formazione ho le idee chiare, abbastanza».
Uno sguardo sull’avversario, l’Atalanta a caccia come i salentini della prima vittoria in campionato: «Ha calciato molte volte nelle prime partite, non ha cambiato gli interpreti, hanno lo stesso modo di giocare, in generale rivedo la squadra a del passato campionato». Ma ciò non toglie che il Lecce dovrà badare a se stesso, seguire le proprie conoscenze, la filosofia di Di Francesco, e cioé il risultato attraverso il gioco. Vabbè, vale anche il risultato e basta in alcune circostanze. «Ce la giocheremo con grande coraggio, ancor di più rispetto alla partita con il Milan. Dobbiamo toglierci timori di dosso, dobbiamo giocare in modo spigliato. In difesa abbiamo puntato sulla fisicità, ma lo ha fatto anche l’Atalanta. Non esistono più difensori a grandi livelli che non hanno fisicità. Noi abbiamo esplosività e fisicità, dobbiamo lavorare insieme, più di reparto e meno individualmente».
Pensieri sparsi, anche sul cambio di modulo: In partita possono succedere certe situazioni, si può parlare anche del doppio attaccante. Le nostre mezzali a volte diventano trequartisti, abbiamo creato situazioni pericolose ma non siamo stati incisivi contro il Milan. Ma contro difese attente e concentrate è difficile creare tante occasioni».