Giovedì 25 Settembre 2025 | 14:53

Il Bari prova a scegliere il nuovo allenatore: D’Aversa e Sottil in pole

 
Antonello Raimondo

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Antonello Raimondo

Il Bari prova a scegliere: D’Aversa e Sottil in pole

L’avventura di Moreno Longo sulla panchina biancorossa è destinata a interrompersi prima della sua fine naturale

Giovedì 05 Giugno 2025, 12:08

Il tempo stringe. Il Bari prova ad accelerare nel percorso di avvicinamento alla scelta del nuovo allenatore. Già, l’avventura di Moreno Longo sulla panchina biancorossa è destinata a interrompersi prima della sua fine naturale (contratto in scadenza a giugno 2026). Nulla di ufficiale, evidentemente. Facile che il Bari provi prima a individuare il suo successore per poi sedersi al «tavolo» con il mister torinese provando ad abbozzare una risoluzione del vincolo. Lo stipendio di Longo non può essere definito «leggero». E questo non è certamente un dettaglio quando si parla di una società con un budget già abbastanza risicato per una piazza così ambiziosa.

Ma veniamo alle idee di casa Bari. Non è un mistero che Roberto D’Aversa sia in cima alla lista dei desideri biancorossi. Reduce da due campionati di serie A, prima a Lecce e poi a Empoli, il mister nato a Stoccarda non vedrebbe come un problema il salto all’indietro di categoria. Anche perché Bari non è certamente un ripiego, nemmeno in serie B. Allo stesso modo, anche la parte economica sembra superabile (pare che in Toscana lo stipendio si aggirasse attorno ai cinquecentomila euro al netto della tasse). La questione, invece, verte su altro. E si chiama progettualità. Anzi, no. Meglio essere ancora più chiari: ambizione. D’Aversa, detto chiaro e tondo, accetterebbe volentieri la corte dei De Laurentiis ma solo a patto di sposare una programmazione di livello. Anche lui, come tutti i tifosi del Bari, ha voglia di giocare per vincere. L’obiettivo playoff, alla resa dei conti, è materia troppo vaga per poter risultare convincente agli occhi di chi sta cercando l’occasione giusta per rivedere la «luce». Le squadre di D’Aversa fanno dell’aggressività un vero marchio di fabbrica. Portarlo a Bari sarebbe una mossa apprezzabile tenendo conto delle strategie abbastanza timide del club pugliese.

Andrea Sottil, nella stagione appena conclusa, ha guidato la Sampdoria per uno spicchio di campionato. E viene, troppo frettolosamente, accostato al disastro blucerchiato (playout acciuffati per i guai sociatari che hanno portato alla penalizzazione del Brescia, retrocesso in C salvo improbabili capovolgimenti da parte della giustizia sportiva). La realtà, ovvero i numeri, raccontano altro. Sedici punti in tredici partite, dopo aver sostituito Pirlo. Una media che garantisce una salvezza tranquilla. Il suo problema, semmai, ha ben altre radici. Quando è stato chiamato Sottil la Sampdoria era ancora convinta di poter puntare alla zona nobile della classifica. Altrimenti, difficilmente si sarebbe sbarazzata di lui. Troppo frettolosamente, con il senno di poi. Sottil è un allenatore che piaceva tantissimo a Ciro Polito, con il quale ha condiviso la positiva esperienza ad Ascoli. Buon allenatore, sicuramente motivatissimo dopo l’enorme delusione genovese.

Si sono fatti, in questi giorni, tantissimi altri nomi. A cominciare da quello di Vincenzo Vivarini, il più classico dei cavalli di ritorno. Ecco, questo sarebbe forse il limite più grande immaginando la scelta del tecnico abruzzese. Oltre a una scarsa caratterialità che mal si concilia con l’ambiente «caldo» che si preannuncia in terra barese. Nulla da eccepire sulle qualità professionali di Vivarini, un anno fa protagonista di una super stagione alla guida del Catanzaro, che giocava bene e faceva tantissimi punti.

C’è anche la possibilità che il Bari punti su una figura emergente. Scelta che profuma di coraggio ma che non va esclusa a priori. Nel casting sembra non esserci mai stato spazio per uno dei collaboratori di Josè Mourinho, Foti. C’è, invece, Massimo Donati. Ex centrocampista di Bari e Celtic Glasgow, allenatore che ha fatto benissimo in serie C ma che si sente pronto per tentare il grande salto di categoria, a maggior raagione in una città, per lui speciale, come Bari. E poi ancora, Ignazio Abate: nato come allenatore nel Milan, si è fatto apprezzare anche a Terni, nonostante il prematuro divorzio. Nelle ultime ore, infine, qualcuno ha lanciato nella mischia anche Fabio Gallo, in ottura con l’Entella nonostante una fantastica cavalcata dalla C alla B. L’impressione è che sia un’ipotesi priva di fondamento.

La speranza, anzi, l’auspicio, è che nel giro di una settimana il Bari possa sistemare la seconda casella di questa nuova stagione dopo la conferma del duo Magalini-Di Cesare. Poi toccherà a Luigi De Laurentiis far sapere alla città quali saranno gli investimenti del club. Servirebbe un rilancio sul piano del budget.

Ma a crederci sono rimasti davvero in pochi. Pochissimi, anzi.

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