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Il Bari fa i conti con il mal di gol. E i numeri condannano

 
davide lattanzi

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davide lattanzi

Il Bari fa i conti con il mal di gol. E i numeri condannano

Novakovich ko: e ora che si fa sul mercato? Tra riflessioni tecniche, tattiche e di mercato, spunta una certezza: il reparto offensivo del Bari è insufficiente

Mercoledì 15 Gennaio 2025, 12:45

BARI - Così non va. Tra riflessioni tecniche, tattiche e di mercato, spunta una certezza ormai conclamata: il reparto offensivo del Bari è insufficiente. Lo certificano i numeri ed un momento senza dubbio critico in fase realizzativa, ma soprattutto l'allarme risuona anche sul piano delle soluzioni. Con la cessione di Sgarbi alla Juve Stabia e l'infortunio di Novakovich (una lesione distrattiva al legamento collaterale, ne avrà per oltre un mese, ma i tempi potrebbero allungarsi), il tecnico Moreno Longo si trova con ben poche frecce al suo arco. Tra l’altro, l’allenatore biancorosso potrebbe fare a meno anche di Lasagna domenica contro il Brescia: il giocatore fa i conti con un problema al ginocchio. In generale, andrà fatta una seria e profonda valutazione: al pacchetto avanzato potrebbe non bastare un solo innesto.

I NUMERI NON MENTONO I dati, innanzitutto. Il Bari ha segnato 23 gol in 21 turni di campionato e in uno di Coppa Italia, andando appena oltre la media di una rete a partita. Poco, per una compagine che vuole nutrire ambizioni d'alta classifica. Non è un caso che, considerando il perimetro dei playoff, i biancorossi contino la peggiore prima linea insieme al Palermo. Non solo: allargando lo sguardo all'intera cadetteria, appena sette compagini hanno segnato meno dei pugliesi (Frosinone, Salernitana, Cosenza, Sudtirol, Cittadella, Reggiana e Carrarese). E se da un lato si è rivelata per lunghi tratti un valore aggiunto la «cooperativa del gol» (13 elementi a segno, come Brescia, Palermo e Cremonese: soltanto Sassuolo con 14 e Modena con 16 hanno iscritto più effettivi in classifica marcatori), dall'altro il rendimento di punte e trequartisti si rivela davvero limitato sotto porta. Basta scorrere la classifica marcatori: Lasagna e Dorval (ovvero i tiratori scelti tra i Galletti con quattro centri ciascuno) occupano la 19ª posizione.

POLVERI BAGNATE Almanacco alla mano, la rosa biancorossa è priva di assolute certezze nella categoria. Lasagna ha toccato la doppia cifra appena tre volte in carriera, l'ultima quattro anni fa ad Udine, in A ed è reduce da sette reti nelle ultime tre stagioni. Il 32enne mantovano è a secco da sette gare, ovvero da Bari-Cittadella dello scorso 24 novembre. Astinenza ancora più lunga per Novakovich, fermo da otto turni (non timbra da Salernitana-Bari del 10 novembre): lo statunitense, peraltro, ha un record personale di 11 marcature stagionali in B, nel 2020-21, per il resto si è sempre mantenuto sotto la doppia cifra. Un traguardo che Giuseppe Sibilli ha toccato una sola volta in carriera, ovvero nello scorso torneo: il fantasista napoletano nell'attuale campionato non ha ancora trovato la gioia su azione, realizzando soltanto un rigore contro il Cittadella, sette giornate fa. La sua involuzione è uno dei temi più preoccupanti. Il gol più recente è di Falletti che si è sbloccato contro lo Spezia: anche l'uruguaiano, però, ha segnato soltanto su rigore (peraltro fallendone pure uno a Brescia) ed in B ha toccato al massimo quota dieci bersagli (nel 2015-16). Difficilmente giudicabile il percorso di Manzari e Favilli. Il primo ha realizzato il primo gol ufficiale dell'annata 2024-25, in Coppa Italia con la Cremonese, ma in campionato non ha trovato né gloria, né continuità d'impiego. Il secondo è stato condizionato da una serie di intoppi fisici: il gran gol di Frosinone e le indubbie qualità che a lungo lo hanno posto tra le promesse del calcio italiano, hanno illuso che la svolta fosse vicina. In realtà, il centravanti pisano è rimasto alla prodezza contro i ciociari e a 27 anni suonati non ha mai raggiunto la doppia cifra.

Una strategia pensata sull'unire tante potenzialità, in definitiva, appare quantomeno azzardata: senza garanzie, basta che qualche fattore cali per creare una lacuna. E infatti il Bari ha segnato appena tre gol in sei turni, rimediando due vittorie, tre sconfitte ed un pari. Da dicembre in poi, i pugliesi sono rimasti all'asciutto in ben quattro occasioni, sette totali in 21 giornate.

IL MODULO è GIUSTO? Qualità e statistiche rappresentano senz'altro l'oggettiva base di partenza. Ma va anche considerato un aspetto tattico. Longo ha alternato diversi assetti: partito con l'idea dei due trequartisti con un attaccante puro, ha poi virato su un solo fantasista a supporto talvolta di una sola punta, altre di due. Ma è proprio il 3-5-1-1 ad aver garantito i migliori risultati creando un centrocampo più folto e quindi in grado di assicurare maggiore filtro e protezione alla difesa da un lato, ma anche aggressività e dinamismo dall'altro. A perderne, tuttavia, è proprio la prima linea che, in tal modo, si riduce quasi esclusivamente agli attacchi in profondità di Lasagna. Il Bari, infatti, non possiede né mezzali dalla spiccata vocazione offensiva (Maita e Lella hanno segnato un gol a testa), così come Falletti e Sibilli spesso girano a largo dalla fase conclusiva. La coperta, così, si rivela corta: aumentare il numero di uomini offensivi spezza l'equilibrio senza, peraltro, implementare più di tanto la prolificità. Rafforzare la mediana, invece, riduce l'impatto davanti. Si torna sempre allo stesso punto: manca chi possieda il «killer instinct» di trovare anche le reti «sporche», basate su intuito o giocate estemporanee. La campagna trasferimenti invernale rappresenta non soltanto un'opportunità irrinunciabile, ma una vera necessità.

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