LECCE - La gara in calendario domani, alle 20,45, sarà la terza che il Lecce giocherà a Venezia in serie A. I due precedenti risalgono alle stagioni 1999/2000 e 2001/2002. Il 2 aprile 2000 la sfida terminò a reti inviolate, mentre il 25 novembre 2001 (lo stesso giorno in cui verrà disputata la nuova partita) il match si chiuse per 1-1 (vantaggio dei lagunari con Arturo Di Napoli e pareggio dei salentini con Axel Konan, subentrato da un minuto a Bruno Cirillo).
In entrambi i casi in campo, con la maglia giallorossa, c’era il difensore Alberto Savino, che con il club attualmente presieduto da Saverio Sticchi Damiani vanta 85 presenze in A, 9 in B e 13 in Coppa Italia. L’ex calciatore di Pompei ha militato, per un breve periodo, anche nel Venezia.
«Per il Lecce sarà fondamentale ottenere un risultato utile - dice Savino - Quando si disputa uno contro diretto in trasferta la cosa principale è non perdere. Se poi si ha la forza e quel pizzico di fortuna necessarie per conquistare l’intera posta in palio allora tanto meglio perché si mette a segno un colpaccio, in quanto in questi incontri i punti in palio valgono doppio». Savino prevede una gara aperta, tutt’altro che bloccata: «Su ambo i fronti ci sarà tanta paura di perdere. Una sconfitta sarebbe pesante per entrambe le contendenti, ma ancor più per i lagunari, che saranno impegnati nel proprio stadio e sono ultimi, alla pari con il Monza, a -1 dal Lecce. L’importanza della posta in palio, però, non influenzerà il modo di giocare del Venezia. Già a Frosinone, nel 2023/2024, Eusebio Di Francesco ha dimostrato di volere inseguire i risultati positivi provando a “fare” la gara. Questo atteggiamento, però, crea sovente problemi ai suoi team quando c’è da difendersi, in quanto per dettare con continuità i ritmi di un match bisogna avere calciatori di un certo spessore, che una “provinciale” di norma non ha. Per quel che riguarda il Lecce, sarà la prima uscita con Marco Giampaolo in panchina ed è impossibile anticipare cosa proporrà. In passato, ha sempre schierato formazioni che hanno cercato di produrre gioco».
Il complesso salentino ha cambiato guida tecnica da due settimane: «In simili casi si è soliti parlare di “scossa” impressa all’ambiente. Ma è complicato stabilire che tipo di reazione avrà il gruppo. Né è possibile che il neo trainer sia già riuscito a trasmettere tutti i propri “concetti” calcistici. Il mio auspicio è che la scelta della società di esonerare Luca Gotti e di affidarsi all’allenatore di Bellinzona risulti azzeccata. Faccio il tifo per il Lecce. Una piazza come quella giallorossa meriterebbe, per la sua smisurata passione, si restare stabilmente in massima serie». Il cammino sin qui effettuato da Federico Baschirotto e compagni è stato costellato più da ombre che da luci: «Qualcosa non è andato per il verso giusto. Ho visto quasi tutte le partite dell’undici salentino. Ha alternato buone prestazioni, nelle quali non sempre ha raccolto quanto avrebbe meritato, a prove opache. Con il trascorrere del tempo, la squadra dava l’impressione di essersi un po’ smarrita. Il tempo per risalire la china, però, c’è. È giunto il momento di voltare pagina, restando aggrappati al treno-salvezza. Quando si subiscono batoste come lo 0-6 rimediato al “Via del Mare” con la Fiorentina, significa avere mollato mentalmente. In seguito, c’è stata la reazione, ma non sempre si è rivelata efficace. Occorre dare di più e mi auguro che Giampaolo riesca a toccare le corde giuste sul piano psicologico, apportando anche i correttivi tecnico-tattici utili per fare meglio».
L’ex difensore sottolinea un aspetto più volte rimarcato da vari opinionisti nelle ultime settimane: «Se non riuscirà a guadagnare terreno rispetto alle altre pericolanti, il Lecce dovrà quanto meno evitare di perdere contatto perché sono certo che il responsabile dell’area tecnica Pantaleo Corvino si stia già guardando intorno per individuare i calciatori con i quali rinforzare la rosa a gennaio. Ecco perché bisogna muovere la classifica a Venezia».