«Un campionato bellissimo, da vivere tutto d’un fiato fino all’ultima giornata. La lotta per la promozione diretta e i playoff è entusiasmante. Idem, da brividi, quella per non retrocedere. Il gruppo H si sta confermando il più difficile e competitivo dei 9 gironi della Serie D».
Vincenzo Feola non ha dubbi: da nord a sud, il raggruppamento ad alta densità di pugliesi e lucane è il più avvincente e pieno di spunti. Il tecnico di Somma Vesuviana, 55 anni, conosce bene la quarta serie: ha vinto due volte il campionato, con Savoia e Akragas, e il gruppo H lo ha testato sul campo, alla guida del Cerignola e del Casarano.
Feola, 5 squadre in 6 punti. È bagarre per il primo posto, a 9 giornate dalla conclusione.
«La Cavese ha 2 punti in più della seconda, è stata quasi sempre in testa, meritatamente. Ha un vantaggio ma leggero. Può accadere ancora di tutto, in questo girone dove ogni squadra può perdere e vincere contro chiunque».
L’ha sorpresa la sconfitta del Nardò a Francavilla in Sinni?
«No: quella lucana è un’ottima formazione, mi meraviglia che sia in zona playout. Il girone H è durissimo perché anche le squadre che lottano per salvarsi hanno ottimi organici. Il Nardò è la squadra più forte, secondo me, per i giocatori di categoria che ha. Ha una società forte, un bel pubblico, un allenatore come Ragno che sa come si vince e che, come me, ama andare al sodo: darà battaglia fino alla fine».
Domenica il clou sarà Barletta-Casarano.
«Partita da tripla. I biancorossi in casa hanno una marcia in più, con 6mila persone sugli spalti a tifare per loro. Farina sta facendo un bel lavoro. La squadra, secondo me, sta andando oltre le sue potenzialità. Domenica scorsa ho visto Nocerina-Barletta allo stadio: i padroni di casa non meritavano di perdere, ma nel calcio si vince anche con concretezza, cinismo, come ha fatto il Barletta, grazie ad un gran gol».
Anche Casarano e Brindisi possono sperare di arrampicarsi fino al vertice della classifica.
«Senza dubbio. Mi aspettavo un po’ di più da entrambe, per gli organici che hanno e le premesse con cui sono partite ma non significa che abbiano meno chance delle altre. Il Casarano nelle ultime giornate ha cambiato allenatore, prendendo Foglia Manzillo, e marcia, lanciando segnali chiari. Includo nella lotta promozione anche l’Altamura: ha una rosa di spessore; attaccanti come Sosa, Croce, Molinaro e Caputo, che non sono secondi a nessuno. È chiaro che ora, però, non deve sbagliare più niente se vuole rientrare con forza in corsa».
Matera, Bitonto, Fasano e Martina occupano la fascia intermedia di classifica, con un buon margine sulla zona playout.
«Tutte squadre che possono ritenersi soddisfatte di ciò che stanno facendo. Il Matera ha svoltato con l’arrivo di Ciullo: ha un bell’organico e tradizione, dopo una partenza a rilento se la sta giocando con tutte. Il Bitonto, dopo un avvio complicato, si è rimesso in carreggiata. Il Fasano ha provato a stabilirsi un po’ più su ma ha accusato qualche passaggio a vuoto: comunque sta facendo un bel torneo, con giovani interessanti. Il Martina, da neopromossa, si sta comportando bene».
Più giù, le note dolenti.
«Francavilla, Molfetta, Gravina e Lavello rischiano ma hanno le potenzialità per migliorare la propria classifica in questo finale di stagione, evitare i playout o la retrocessione. Francavilla e Molfetta mi aspettavo di trovarle in tutt’altra fascia di classifica. A Gravina e Lavello non so cosa sia successo, cosa abbia determinato questo andamento sofferto, con poche vittorie».
Perché il girone H è il più duro?
«Una spanna sugli altri sia dal punto di vista ambientale che tecnico. La Puglia è la regione che fa da traino, di tutta la quarta serie: tecnici preparati, campi caldi, giocatori forti, società che investono, piazze dove c’è tradizione e un gran tifo».
Lei che ricordi ha della Puglia?
«Dolci e amari. A Cerignola fu una bella esperienza, una società che l’anno scorso ha stravinto la D dimostrando di avere un’organizzazione da categoria superiore, cosa che sta confermando in Lega Pro. Casarano è una ferita ancora aperta, che fa fatica a rimarginarsi: fui esonerato quando avevamo il primato a portata di mano, poi la squadra chiuse a 14 punti dal vertice».
Il futuro di Feola?
«Sono sotto contratto con la Casertana fino al termine di questa stagione. Ho ricevuto delle proposte ma non mi hanno convinto. La voglia di allenare c’è, continuo a seguire i campionati e aggiornarmi. Nei prossimi mesi vedremo se arriveranno nuove, migliori, opportunità».