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Benarrivo spinge il Lecce in salvo. «Ha gioco e idee, non sbaglierà»

 
Antonio Calò

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Antonio Calò

Il pugliese Antonio Benarrivo

«Giusto provare a ripartire. E i ritmi serrati non possono essere un problema»

Mercoledì 29 Aprile 2020, 13:25

LECCE - Brindisino, vice campione del mondo nel ‘94, tre Coppe Italia, una Supercoppa italiana, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Uefa e due Coppe Uefa vinte con il Parma, team con il quale ha disputato 257 partire in A, l’ex difensore Andrea Benarrivo sta vivendo nella sua terra questo periodo complicato per l’Italia.

Abbiamo chiesto la sua opinione sul Lecce, sulle prospettive di ripresa del campionato, sul futuro del calcio dopo la pandemia.
«Con Liverani siamo stati compagni di corso a Coverciano – dice l’ex terzino del team ducale, che ad inizio carriera, ha indossato la maglia del Brindisi – Lo seguo da quando è stato ingaggiato dal Lecce e sta dimostrando di essere molto bravo. Con la compagine salentina ha sin qui fatto ottime cose. Lo testimoniano i risultati che ha ottenuto. Ai quali bisogna aggiungere il fatto che ha dato una identità di gioco ben precisa al proprio complesso».

Benarrivo ha visto il Lecce sia dal vivo che in televisione: «Ho assistito al Via del Mare ai match che i giallorossi hanno disputato contro Juventus ed Inter, pareggiandoli entrambi ed esprimendosi senza soggezione. Peccato per qualche risultato negativo fatto registrare nel girone di andata in alcuni scontri sulla carta più abbordabili. I salentini sono stati quasi sempre fuori dalla zona rossa. Hanno i numeri per salvarsi perché dispongono di buona qualità. Dovranno lavorare soprattutto sull’aspetto mentale, affrontando tutti i rivali come se avessero di fronte una big. In serie A questo è l’atteggiamento che fa la differenza».

Tra i giallorossi, l’ex difensore della nazionale, oltre al tecnico Fabio Liverani, incorona Filippo Falco: «Il tarantino ha talento e giocate importanti. Deve insistere e non dovrà mai accontentarsi del livello raggiunto».

Sulla ripresa del torneo non ci sono certezze. «La situazione è estremamente complessa. In questo momento è impossibile azzardare che cosa accadrà – sostiene Benarrivo – Si farà di tutto per tornare a giocare e portare a termine il campionato, pur tra mille difficoltà e tanti dubbi, in quanto sarebbe fondamentale per l’intero movimento ed anche per l’Italia, con la consapevolezza che potrebbe accadere che si registri un contagio in una delle squadre e che salti tutto definitivamente».
Se si giocherà, occorrerà farlo ogni tre giorni, d’estate e dopo circa due mesi e mezzo di stop. «Stiamo parlando di professionisti che, pur nei limiti imposti dal periodo, hanno lavorato sodo in casa ed hanno seguito un regime alimentare adeguato, monitorati dagli staff – afferma l’ex nazionale - In estate, con una temperatura di 40 gradi ed una umidità del 90%, ho disputato un mondiale e posso garantire che una volta in campo si pensa solo a dare il meglio. Per quanto riguarda gli impegni ravvicinati, un atleta recupera in 36 ore. Quindi si possono fare due mesi serrati di incontri. Resta inteso che saranno avvantaggiare le società che possono contare su una rosa ampia ed omogenea e che possono permettersi il turnover».

Secondo Benarrivo, non tutti i campionati saranno terminati: «Oltre alla A potrebbe farcela la B. In C temo che non ci siano i presupposti perché servirebbero risorse economiche che la categoria non ha. Anzi, temo che, in prospettiva, più club rischieranno di pagare il brutto periodo attraversato dal mondo, scomparendo. Del resto, a correre questo rischio non saranno solo i sodalizi sportivi, ma anche le aziende».

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