Fino alla scorsa settimana sembrava impossibile che gli Orange potessero consegnargli le chiavi della porta. La storia di Andries Noppert è tra le favole più belle di questo avvio dei Mondiali di calcio.
Dal Foggia al Qatar, l’«olandese volante» si è preso la scena nell’esordio iridato degli «Arancioni». Il portierone di Heerenveen è stato tra i migliori in campo nella partita che ha visto la squadra di Van Gaal battere 2-0 il Senegal. Un paio di interventi dell’ex rossonero hanno impedito alla nazionale africana di segnare e hanno spianata la strada all’Olanda verso il primo successo nella rassegna qatariota.
Ventotto anni, un gigante (2 metri e 3 centimetri, è il giocatore più alto del Mondiale), Noppert ha frequentato la Puglia per un anno e mezzo. Fu portato a Foggia dall’allora direttore sportivo dei rossoneri Luca Nember, a gennaio del 2018, acquistato dal Nac Breda. I «Satanelli» erano in B, tra i pali c’era l’ex Bari Enrico Guarna. Allenatore Stroppa. Proprio un errore di Guarna nel derby allo Zaccheria con i «Galletti» (1-1) favorì l’avanzamento dell’olandese da riserva a titolare: Stroppa lo schierò fra i pali nelle ultime cinque gare di campionato. Belle parate e qualche incertezza. Segnali che l’istinto c’era e il talento anche ma andava affinato, sgrezzato. A Cittadella l’esordio, a Frosinone un’ottima prova nell’ultima di campionato, col Foggia che sfiorò i playoff e, pareggiando 2-2, impedì ai ciociari di festeggiare la promozione diretta in A, poi centrata dai laziali tramite gli spareggi. Nella stagione successiva, molto più tribolata e terminata con la retrocessione in Serie C dei rossoneri (allenatori Grassadonia, Padalino e infine ancora Grassadonia), l’olandese, chiuso dall’argentino Bizzarri e poi da Leali, collezionò altre 3 presenze in B, parando un rigore a Carpi.
Nicola Dibitonto fu il suo primo preparatore dei portieri in Italia, nell’esperienza foggiana. «Siamo ancora in contatto, ogni tanto mi scrive dei messaggi – racconta l’ex estremo difensore di Barletta, Andria, Taranto e Bari -. Quando arrivò da noi, a Foggia, ebbe qualche difficoltà ad ambientarsi, a calarsi in una cultura, un ambiente e un calcio diversi da ciò a cui era abituato. Non parlava la nostra lingua. Un ragazzo molto simpatico e genuino, stravagante, un po’ folle. Ricordo che fumava come un turco e durante una trasferta a Palermo, di notte, si accese una sigaretta in stanza e fece scattare l’allarme antincendio».
Dopo Foggia, mesi da disoccupato, panchina anche al Dordrecht e al Go Ahead Eagles (squadre di seconda divisione olandese). Poi l’approdo nella massima serie, il ritorno all’Heerenveen, la squadra della sua città, dove era cresciuto nel vivaio. La maglia da titolare, infine la chiamata dell’Olanda e l’esordio mondiale. L’ex preparatore dei portieri del Foggia (che poi ha condiviso con Stroppa l’esperienza di Monza) non è sorpreso più di tanto dalla scalata di Noppert: «È in un Paese dove si trova a suo agio e c’è meno pressione, da noi non era così semplice dargli fiducia e lui doveva crescere, fare esperienza. Un portiere matura solo se gioca con continuità. Ogni percorso ha i suoi tempi. Andries è un portiere elastico, nonostante sia anche molto alto. Ha grande reattività, faceva un po’ più fatica nelle uscite. Il suo punto di forza sono i piedi: ha una tecnica e padronanza del pallone da centrocampista. L’ideale per la costruzione della manovra dal basso».
Da zero a cento, da riserva a titolare. Eroe per caso, com’è stato ribattezzato su alcuni media. Van Gaal lo ha preferito a Pasveer e Bijlow, lasciando a casa il veterano Cillessen. «Vestire la maglia della nazionale è il coronamento di un sogno che avevo fin da bambino – ha raccontato Noppert -. Voglio diventare campione del mondo. Ci proveremo fino alla fine, altrimenti non avrebbe senso essere qui in Qatar». Cinquantesimo giocatore a esordire fra gli «Orange» nelle diverse gestioni di Van Gaal alla guida dell’Olanda, secondo olandese a vestire il rossonero e poi approdare ai Mondiali dopo Bryan Roy, Noppert, ricordato a Foggia anche per le sue stravaganze (birra in mano a cantare cori con i tifosi dei «Satanelli»), si è regalato una bella rivincita ed è pronto a scrivere altre pagine da ricordare di questo suo Mondiale da favola.