di ANTONIO PORTOLANO
BRINDISI - Persino le porte dei bagni! Mancavano solo quelle. Dopo i vasi, i tubi di rame, le madonnine delle cappelle, i ricordi per i bambini defunti, le lettere di ottone dalle lapidi per ricavare metallo da rivendere a nero - ed una serie infinita di altro genere di ruberie - cosa mancava ai «topi» del cimitero? L’ultima trovata è sta quella di far sparire le porte del bagno.
La scoperta, un «inedito» delle razzie al Camposanto, è avvenuta nella mattinata di sabato, quando i responsabili si sono trovati di fronte all’ennesima triste scoperta di un furto. Questa volta nel mirino è finito un locale adibito a bagni dal quale si sono misteriosamente volatilizzate tre porte.
Nel corso della razzia pare sia stata anche danneggiata una finestra. Ai responsabili non è rimasto molto da fare che prendere atto dell’ennesimo inqualificabile gesto e denunciare il fatto alla Polizia di Stato. Gli agenti si sono recati in viale Arno per i rilievi di rito accertando la sottrazione di ben tre porte.
Magari saranno rivendute per pochissimi spiccioli a chissà chi, ma tant’è.
D’altronde la risma dei «guitti del cimitero» non poteva essere certo quella di ladri con la «L» maiuscola visto l’oggetto della refurtiva. Non è la prima volta che il luogo della memoria del caro estinto viene profanato, razziato o danneggiato, senza il minimo rispetto per nulla, magari il riposo dei propri stessi cari. Ma ogni volta il livello del gesto è sempre più infimo, rendendo l’esatta misura della «qualità» umana di chi lo commette. Praticamente pari al nulla.