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Consales si difende
«Ho agito in buona fede»

 
Rita Schena

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Rita Schena

Mimmo Consales, ex sindaco di Brindisi

Sabato 28 Gennaio 2017, 10:01

«Ho agito in buonafede». Mimmo Consales, ex sindaco di Brindisi, ieri si è sottoposto all’interrogatorio da imputato, cercando di far emergere la sua buonafede nella vicenda che lo lega ai reati di truffa e abuso di ufficio per avere favorito da sindaco al sua agenzia "News Sas", affidataria ad anni, e anche dopo la sua elezione a sindaco di Brindisi della gestione della rassegna stampa e del call center del comune. Con Consales sono imputati, nel processo in corso dinanzi al collegio presieduto da Genantonio Chiarelli, in concorso anche i giornalisti Sabino Porro e di Alessio Vincitorio, subentrato a Consales nella gestione della società News. Porro e Vincitorio, assieme a Consales, rispondono di truffa ciascuno secondo la responsabilità dovuta alle mansioni ricoperte il 19 giugno del 2012 e il 21 gennaio 2013, per avere «sottaciuto sin dall’avvio del relativo iter istruttorio agli organi politici e amministrativi del Comune di Brindisi la situazione di conflitto di interessi in cui versava (il sindaco Consales; si parla di 800mila euro; ndr), inducendoli in errore».

Consales inoltre è accusato di concussione in concorso con Giuseppe Puzzovio, allora direttore di Equitalia, di Puzzovio e Consales, di una "cortesia istituzionale" consistita nel far effettuare al sindaco il pagamento in contanti delle rate di un debito privato di 315mila euro. Consales versò ventimila euro. Parte in contanti, in tranche da cinquemila euro, tramutati in assegni circolari «costringendo – sostiene l’accusa – a mettere a disposizione i conti correnti personali dei dipendenti di Equitalia».
«Se non fossi stato in buonafede – ha aggiunto Consales – sarei andato via dalla riunione di giunta quando è stata deliberata la proroga dei servizi di rassegna stampa e di call center». Buona fede anche per quanto riguarda anche il pagamento in contanti di Equitalia. «Ho pagato in contanti la rata del debito a Equitalia all’Ufficio postale di piazza Crispi e nessuno mi ha detto che non poteva essere fatto. E negli uffici di Equitalia mi hanno fatto firmare un prestampato. Non credo lo abbiano fatto solo per me».
[Piero Argentiero]

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