Mercoledì 31 Dicembre 2025 | 16:01

Brindisi, il sindaco: «Per la centrale a carbone, Enel e Governo pagheranno metà per ciascuno»

Brindisi, il sindaco: «Per la centrale a carbone, Enel e Governo pagheranno metà per ciascuno»

 
andrea pezzuto

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andrea pezzuto

Brindisi, il sindaco: «Per la centrale a carbone, Enel e Governo pagheranno metà per ciascuno»

La normativa Ue sul divieto di aiuti di Stato complica il sostegno. Ma il sindaco: «Vedrò il ministro». Pd e M5s: «La centrale verrà chiusa»

Mercoledì 31 Dicembre 2025, 13:45

Secondo il sindaco Pino Marchionna, alla fine la vicenda della centrale a carbone si risolverà «con un fifty-fifty tra Enel e il ministero della Difesa, dato che viene invocata la sicurezza nazionale». Rectius: i costi per mantenere l’impianto in riserva fredda se li accolleranno metà ciascuno Enel e Governo. Queste le sensazioni consegnate ai media nella conferenza stampa di ieri, dopo che il Consiglio dei ministri di lunedì si è concluso con un nulla di fatto. Lo scoglio principale è la Comissione europea. Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, nella sua informativa ha infatti rimarcato che «il Mase ha avviato i rapporti con la Commissione europea finalizzati a verificare la possibilità che un regime di compensazione dei costi fosse conforme al quadro normativo vigente in materia di aiuti di Stato». Ma «in data 4 febbraio 2025 la Commissione ha replicato affermando che sulla base delle informazioni disponibili in questa fase, la misura proposta solleva seri dubbi circa la sua compatibilità con le norme in materia di aiuti di Stato e con la legislazione settoriale applicabile». Inoltre, «il gestore Enel, informalmente, ha rappresentato una sua generale indisponibilità al mantenimento all’interno del suo perimetro aziendale delle due centrali a carbone di Brindisi e Civitavecchia senza un adeguato riconoscimento dei costi sopportati per la tenuta in riserva fredda dei due impianti. Sono anche state esplorate - prosegue l’informativa - ipotesi di considerare le due centrali essenziali ai fini della difesa nazionale. È in corso, infatti, un’attenta valutazione circa la possibilità e le modalità di intervento, anche in sede comunitaria, al fine esclusivo di salvaguardare il profilo strategico degli impianti per assicurare la sicurezza del sistema in un contesto ancora caratterizzato da forti elementi di incertezza». Certo è che l’Autorizzazione integrata ambientale che disciplina l’uso della centrale e della banchina per la movimentazione del carbone scade domani, e da dopodomani «una serie di situazioni dovranno essere affrontate, a cominciare - ha aggiunto ieri il sindaco - dal destino della banchina Enel di Costa Morena». Nel corso del consiglio comunale del 22 dicembre, Marchionna si era sbilanciato asserendo che «nel momento in cui l’Aia sarà scaduta, saranno assunti i provvedimenti consequenziali». Provvedimenti che adesso il sindaco valuta di adottare con maggiore cautela. «Dall’andamento della discussione nel Consiglio dei ministri, credo che sarà opportuno - ha chiosato ieri - prendersi qualche giorno o settimana di riflessione. Magari cercherò anche di incontrare il ministro Pichetto Fratin per avere un’idea precisa». Le opposizione sono sulle barricate. Per il deputato del Pd Claudio Stefanazzi, il ministro Pichetto Fratin «ha messo in scena l'ennesima supercazzola, rinviando ancora una volta qualsiasi decisione chiara sul futuro della centrale di Cerano. Un rinvio che, nei fatti, equivale a una scelta precisa: la chiusura definitiva dell'impianto. Il Governo sta portando avanti, attraverso le sue partecipate Enel ed Eni, la più grande operazione di de-industrializzazione mai subita dal territorio brindisino». Anche secondo il vicepresidente del M5s, Mario Turco, «gli impianti vanno verso la chiusura senza un piano di riconversione del territorio, senza che il Governo abbia stanziato risorse». Meno preoccupato il deputato di FI, Mauro D’Attis: «Le comunicazioni rese dal ministro Pichetto Fratin al Consiglio dei ministri confermano che ci si vuole indirizzare verso il mantenimento nella forma di riserva fredda degli impianti Enel di Brindisi e Civitavecchia, consentendo di salvaguardare la sicurezza del sistema in un contesto geopolitico incerto e di gestire la fase di transizione industriale post carbone in maniera tale da garantire i posti di lavoro diretti e indiretti oltre che il tessuto imprenditoriale locale».

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