Assistenza domiciliare integrata: la Regione vuole vederci chiaro sulla proroga dell’affidamento del servizio fino a maggio 2026 al raggruppamento temporaneo di imprese composto da San Bernardo, Occupazione e Solidarietà, Sirio e Thcs, che «appare adottata in contrasto con quanto concordato e verbalizzato in occasione della riunione tenutasi il 19 novembre».
A scriverlo è il direttore del dipartimento Salute, Vito Montanaro, che lunedì ha inviato una nota al direttore generale dell’Asl brindisina, Maurizio De Nuccio, chiedendogli una serie di chiarimenti, tra i quali «i criteri utilizzati per la determinazione della spesa» per la proroga del servizio (in partenariato pubblico-privato) per un ulteriore periodo massimo di sei mesi. Il provvedimento dell’Asl, secondo De Nuccio, trova ragione nell’articolo 3 del disciplinare di gara e, in base ai dati dell’andamento storico del servizio, richiede uno stanziamento di 6,8 milioni di euro.
L’Asl ha sottolineato che il nuovo affidamento semestrale al raggruppamento guidato dalla San Bernardo (gestisce il servizio dal 2016) è stato effettuato «nelle more delle determinazioni dalla Regione e della definizione dell’istruttoria in corso da parte del costituito tavolo tecnico per la predisposizione degli atti propedeutici all’indizione di una procedura di gara per il nuovo affidamento». Ma per il dipartimento Salute si rende necessario ottenere «con urgenza» una serie di chiarimenti e integrazioni. Nell’incontro tra le parti del 19 novembre il dipartimento Salute aveva chiesto all’Asl di «trasmettere una nota con la quale si dichiarino le determinazioni che, nell’ambito della propria autonomia, intende assumere in merito al servizio». Ma De Nuccio, in maniera «discutibile», ha «adottato un provvedimento di tale rilevanza - scrive Montanaro riferendosi alla proroga - senza averne preventivamente notiziato il dipartimento, contravvenendo a quanto stabilito nel corso della riunione».
Per questo, Montanaro nella nota richiama «gli impegni assunti e le verifiche richieste in sede di riunione, sollecitandone l'immediato adempimento». Tante le richieste inevase, stando al tenore della nota. «L'Asl si era impegnata a effettuare - incalza Montanaro - un’analisi dettagliata dei costi sostenuti dal raggruppamento temporaneo di imprese affidatario, con particolare riguardo al costo del personale. Tale analisi deve distinguere in modo chiaro le unità con rapporto di lavoro subordinato dalle altre forme contrattuali, specificando per ciascuna le ore contrattuali e le rispettive qualifiche». Vi è poi «la necessità di chiarire il costo effettivo del personale evincibile dal contratto in quanto, sulla base delle unità in servizio dichiarate da codesta Azienda, sembrerebbe coprire gran parte del costo complessivo rimborsato dall'Asl». Inoltre, il dipartimento Salute nella riunione aveva richiesto «una verifica delle singole voci del bilancio relative al servizio di Assistenza domiciliare» e aveva invitato l'Asl a «comunicare le risultanze della sommaria valutazione». Istanze adesso rinnovate «per chiarire l'anomalia rilevata sulla spesa rendicontata per i primi mesi del 2025. Tale spesa, proiettata al 31 dicembre 2025, sembrerebbe raddoppiare rispetto all’anno precedente, salvo che non si tratti di mero errore materiale».
A tal proposito, il dipartimento chiede di «acquisire copia di tutti gli atti di liquidazione adottati nel 2025 in favore dell’affidatario». Infine, Montanaro reitera la richiesta a De Nuccio di «conoscere il numero dei pazienti assistiti nel corso dell’anno, distinti per complessità assistenziale» e di «sapere se esista agli atti un’attestazione da parte del paziente o del caregiver in merito all’effettiva erogazione dell’attività assistenziale in questione». Toni inquisitori che promettono un seguito piuttosto movimentato della vicenda, che nelle scorse settimane ha già generato parecchi sospetti e veleni.
















