SAN PIETRO VERNOTICO - Era detenuto ma impartiva direttive e ordini all’organizzazione all'esterno riguardo le attività illecite, il controllo del territorio, la gestione della cassa comune, il mantenimento dei complici e delle loro famiglie. E' quanto hanno accertato i carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Brindisi a carico di un affiliato all’organizzazione mafiosa Sacra Corona Unita che, questa mattina all'alba a San Pietro Vernotico, hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto del pubblico ministero, emesso dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, nei confronti di quattro persone, indagate, a vario titolo, per i reati di 'associazione di tipo mafioso' con l’aggravante dell’essere una associazione armata, tentata estorsione, porto e detenzione di armi da fuoco, lesioni personali, danneggiamenti con esplosivi o a seguito di incendio. I fermati sono Omar De Simone, 29 anni, Camine Antonio Fellini, 21 anni, Daniele Poso, 38 anni, Antonio De Michele, 26 anni, tutti di San Pietro Vernotico. L'indagine è condotta dalla pm Carmen Ruggiero della Dda di Lecce.
Gli investigatori hanno utilizzato intercettazioni audio–video, telematiche, servizi di pedinamenti e osservazioni. Le indagini sono partite a ottobre del 2022 a seguito di gravi atti intimidatori ad alcuni esercizi commerciali, verificatisi a San Pietro Vernotico, documentando l’esistenza di una organizzazione criminale di tipo mafioso di cui il detenuto sarebbe il promotore. Nella fase esecutiva i carabinieri sono stati supportati dai militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori Puglia, dell’Aliquota di Pronto Intervento di Brindisi e del Nucleo Cinofili di Modugno. Il presunto promotore sarebbe l'ideatore di una serie di atti intimidatori e danneggiamenti nei riguardi di imprenditori locali e della ex moglie e dei familiari di quest’ultima ritenuta responsabile di aver instaurato un nuovo legame sentimentale. Secondo le indagini è ritenuto il mandante a ottobre 2022, del danneggiamento a seguito di esplosione di una bomba carta collocata vicino a un esercizio commerciale, danneggiandone la saracinesca, la pavimentazione antistante e la vetrata della porta di ingresso; a febbraio 2023, del danneggiamento a seguito di esplosione di un ordigno, collocato nei pressi dello stesso esercizio commerciale, che danneggiò la saracinesca, la vetrata e un banco frigo che conteneva alimenti; nel febbraio 2023, del danneggiamento di una saracinesca, attinta da almeno quindici colpi di arma da fuoco calibro 7x65A, di un esercizio commerciale.
Nonostante fosse detenuto avrebbe di fatto diretto, promosso e costituito il sodalizio mafioso, esercitando l’azione di controllo del territorio, tramite i propri complici ai quali riusciva a impartire ordini, facendo uso di dispositivi mobili o personal computer detenuti illecitamente. In particolare comunicava con un uomo che ricopre il ruolo di organizzatore del gruppo criminale. Quest'ultimo, ricevute le disposizioni, coordinava e impartiva all’occorrenza ordini ai vari partecipi dell’associazione mafiosa ritenuti esecutori materiali di diverse azioni delittuose, atti intimidatori, danneggiamenti, lesioni personali, tutte consumate nel territorio di San Pietro Vernotico. Inoltre provvedeva a raccogliere contributi che sodali e terzi erano costretti a corrispondere al detenuto capo promotore.
Nel corso delle indagini sono stati raccolti indizi ritenuti gravi circa l’appartenenza alla organizzazione mafiosa e accertate dinamiche improntate al controllo del territorio, con ricorso anche all’uso di armi ed esplosivi, oltre ad azioni incendiarie a scopo intimidatorio. I fermati sarebbero responsabili di svariate tentate estorsioni ai danni di imprenditori locali. Con modalità particolarmente efferate avrebbero compiuto attentati dinamitardi, incendi di auto e negozi, l'esplosione di colpi di arma da fuoco contro alcune saracinesche nel centro cittadino, seguite da richieste estorsive. Nel corso della festa patronale di San Pietro Vernotico avrebbero messo in atto una violenta aggressione fisica, a scopo punitivo, contro un famigliare della ex moglie del capo e promotore dell’organizzazione.
Tra gli obiettivi anche il consolidamento del potere criminale nel territorio. Il presunto capo avrebbe intimidito l'ex moglie, accusata di aver instaurato una relazione sentimentale, anche sui social network. Inoltre l'organizzazione avrebbe delegittimato il comandante della Stazione dell'Arma di San Pietro Vernotico, tra settembre e ottobre 2023, al fine di accreditarsi nella comunità e ottenere il trasferimento dello stesso militare, ritenuto particolarmente attivo nel contrasto ai reati del clan nella cittadina e per screditarne l’immagine, considerato che lo stesso avrebbe testimoniato in un processo a carico del capo clan. Al riguardo, quest’ultimo, in un’udienza penale presso il Tribunale di Brindisi in cui il comandante di Stazione era citato quale testimone nell’ambito di un processo in cui il detenuto risultava indagato per altro reato, durante la sua deposizione in videoconferenza dal luogo di pena esibì al giudice un foglio di carta riportante una foto sfuocata che, a suo dire, ritraeva il militare con il fine di screditarne la testimonianza.
Secondo quanto accertato la foto, fatta già circolare in precedenza, sarebbe stata artefatta dai complici su indicazione del presunto promotore del gruppo criminale detenuto con l’obiettivo, attraverso l’attività diffamatoria, di ottenere il trasferimento del comandante di Stazione, ritenuto responsabile di aver ostacolato ai loro occhi l’attività criminosa del clan.
QUATTRO COINVOLTI IN TUTTO
I quattro provvedimenti di fermo eseguiti stamane dai carabinieri del Comando provinciale di Brindisi, in esecuzione di un provvedimento della Procura della Repubblica-Direzione distrettuale antimafia di Lecce, si sono resi necessari alla luce degli elementi di prova raccolti nel corso dell’indagine e dopo aver valutato la pericolosità delle attività illecite compiute e degli stessi autori, che nelle ultime settimane avrebbero intensificato le attività intimidatorie a San Pietro Vernotico. Tra di loro anche il presunto capo e promotore del gruppo criminale, ritenuto affiliato alla organizzazione mafiosa Sacra Corona Unita. Quest'ultimo, da detenuto, avrebbe impartito direttive e ordini all’organizzazione all'esterno riguardo le attività illecite, il controllo del territorio, la gestione della cassa comune, il mantenimento dei complici e delle loro famiglie. Le indagini sono state compiute dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo.
Si tratta di un decreto di fermo di indiziato di delitto del pubblico ministero con accuse, a vario titolo, per i reati di 'associazione di tipo mafioso' con l’aggravante dell’essere una associazione armata, tentata estorsione, porto e detenzione di armi da fuoco, lesioni personali, danneggiamenti con esplosivi o a seguito di incendio. Durante l'inchiesta sono stati diversi i provvedimenti eseguiti. Un minorenne, ad esempio, è stato arrestato in flagrante per porto e detenzione di materiale esplosivo dopo essere stato fermato mentre era intento a collocare vicino a un negozio un ordigno esplosivo artigianale contenente polvere pirica del tipo micidiale del peso di circa 900 grammi. Un altro uomo è stato arrestato in flagrante per porto e detenzione di armi clandestine con matricola abrasa, con il contestuale sequestro di un’arma da guerra AK 47 Kalashnikov.
Un terzo uomo è stato denunciato in stato di libertà per detenzione di arma da fuoco e materiale esplodente. Nel corso di perquisizione domiciliare è stata rinvenuta e sequestrata un’arma lunga clandestina munita di silenziatore e un ordigno esplosivo artigianale del tipo “candelotto”. Sono state sequestrate in due circostanze differenti un telefono cellulare e un computer portatile completo di caricabatterie, mouse e la relativa borsa di trasporto, rinvenuti nel corso di perquisizione delegata dalla Dda di Lecce, da agenti della Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere, in particolare nella cella del presunto capo promotore dell’associazione mafiosa e nella sua diretta disponibilità. E' stato infine arrestato in flagranza un uomo ritenuto responsabile dei delitti di detenzione di materiale esplosivo (nella fattispecie due candelotti) e detenzione ai fini di spaccio di 411 grammi di marijuana e 187 grammi di hashish.