BRINDISI - Dal comparto industriale giunge l’ennesima doccia fredda: Euroapi ha annunciato nelle scorse ore che sospenderà l’attività produttiva dello stabilimento brindisino per tutto il 2024 a causa di «comportamenti scorretti a livello locale». Nel vertice barese tra sindacati, istituzioni locali, rappresentanti di Euroapi e task force regionale era stata anticipata la notizia di una fermata dell’impianto per interventi manutentivi. Una informazione che aveva preoccupato i sindacati, i quali avevano subodorato la possibilità che lo stabilimento potesse restare chiuso anche oltre la fermata tecnica a causa della carenza di commesse da parte di Sanofi. E in effetti, così sarà, anche se per ragioni differenti. L’azienda francese ha riferito che «a seguito di un audit aziendale interno» sono state individuate «carenze nel controllo della qualità dovute a potenziali comportamenti scorretti a livello locale».
Questa situazione ha innescato l’avvio di diverse valutazioni, che hanno «recentemente confermato carenze nella documentazione e nell’integrità dei dati relativi al controllo di qualità degli Api». Affermazioni gravi e preoccupanti, dato che Euroapi «ha informato l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) della situazione» e, «in attesa dell’esito dell’attuale valutazione e di futuri audit», ha deciso di «sospendere temporaneamente tutti i rilasci e le spedizioni di Api e la produzione di tutti gli Api a Brindisi». «La trasparenza e la qualità - ha aggiunto l’azienda - sono le nostre massime priorità e su di esse non scendiamo a compromessi». Euroapi ha anche ricordato che «nel 2023 le vendite relative al sito di Brindisi ammontavano a 63 milioni di euro, di cui il 43% relativo a Sanofi» e che «nel bilancio consolidato 2023 il valore delle attività di Brindisi è stato integralmente svalutato».
Ad ogni modo, questa notizia rappresenta una oggettiva accelerazione nel percorso di dismissione dello stabilimento brindisino e accorcia i tempi a disposizione per trovare una soluzione e un futuro ai 220 lavoratori impiegati nell’impianto. Anche perché, nel passaggio da Sanofi a Euroapi, la pianta organica venne già ritoccata al ribasso, tanto che il retropensiero del capogruppo della Lega, Ercole Saponaro, è che «la direttrice dello stabilimento è stata mandata qui per buttare fuori 60 dipendenti». A nutrire forti dubbi sull’operazione di Sanofi è anche l’ex sindaco Riccardo Rossi, secondo il quale «con Euroapi, Sanofi ha realizzato la classica operazione della bad company». Per leggere con più completezza la vicenda, va aggiunto che nel corso della conferenza dei capigruppo di giovedì, il sindaco Pino Marchionna ha riferito che i vertici dell’azienda farmaceutica si erano recati al Comune nell’autunno scorso per chiedere 150 ettari sui quali installare un parco fotovoltaico. La motivazione risiedeva nella triplicazione dei costi energetici del sito produttivo.
Intanto il Pd interviene sulla questione esprimendo «forte preoccupazione» per «l’impatto negativo che la sospensione della produzione avrà sull’economia locale e sui lavoratori coinvolti». I dem respingono inoltre categoricamente l’idea che «questa situazione possa determinare, nel prossimo futuro, l’eventuale richiesta di cassa integrazione. Non è accettabile che i lavoratori debbano subire le conseguenze di presunti errori di cui non si ha certezza assoluta».