BRINDISI - Un uomo di 40 anni è morto in un incidente sul lavoro avvenuto nel pomeriggio nella zona industriale di Brindisi all’interno di un’azienda che si occupa di logistica.
A quanto si apprende, l’uomo era impegnato in alcuni lavori all’interno dello stabilimento quando è caduto dal tetto di una struttura alta più di dieci metri. Inutili i tentativi di rianimarlo degli operatori del 118. Sul posto anche il personale dello Spesal. Indaga la polizia.
La vittima dell’incidente sul lavoro si chiama Giuseppe Petraglia. La salma del 40enne è stata trasferita al cimitero di Brindisi ed è a disposizione dell’autorità giudiziaria. L’area dove si è verificata la caduta è stata posta sotto sequestro. Sono ancora in corso i rilievi delle forze dell’ordine per chiarire la dinamica dell’incidente che sarebbe avvenuto durante alcune attività di bonifica nella parte superiore di una struttura all’interno dello stabilimento.
Petraglia era anche un calciatore dilettante e giocava nella Virtus Mesagne. La società in un post sulla sua pagina Facebook ha manifestato il cordoglio alla famiglia del 40enne per la "tragica scomparsa".
I SINDACATI UIL E CGIL:«QUANTE ALTRE VITE DOVRANNO ESSERE SACRIFICATE?»
“Quante altre vite dovranno essere sacrificate prima di adottare misure veramente efficaci per fermare questa strage silenziosa e sanguinosa nei luoghi di lavoro?”.
È il grido d’allarme di Gianni Ricci, segretario generale della Uil Puglia, Gigia Bucci segretaria generale Cgil Puglia, Fabrizio Caliolo, coordinatore territoriale di Brindisi della Uil e Antonio Macchia segretario generale Cgil Brindisi dopo la morte di un operaio in un’azienda di logistica avvenuta stasera a Brindisi.
“Il cordoglio di facciata non basta più, la Puglia è tra le regioni con la maggiore incidenza di infortuni mortali nei luoghi di lavoro: nel 2023 è stata la quarta regione in Italia per incidenza rispetto al numero di occupati secondo le statistiche elaborate dall’Osservatorio sicurezza e ambiente Veg. Solo nell'ultima settimana tre incidenti mortali. In Italia tre persone al giorno ledono la vita sul lavoro, bisogna agire subito. Servono investimenti in sicurezza e in controlli, accelerando le assunzioni di nuovi ispettori. Ma soprattutto servono coraggio e volontà politica per penalizzare le aziende che non applicano le misure di sicurezza e i contratti siglati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative. E aggiungiamo, occorre la collaborazione di tutti, anche delle associazioni datoriali, che devono avere anch’esse il coraggio di lasciare fuori le aziende che antepongono il profitto alla sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori”.
“In questo Paese e nella nostra regione - concludono i segretari di Cgil e Uil - manca una vera cultura della sicurezza. Eppure, nonostante le nostre proposte siano sui tavoli politici e istituzionali da anni, dal governo non abbiamo ottenuto risposte, se non la promessa di una patente a punti per le aziende nella quale la vita umana è valutata una manciata di crediti. Un atteggiamento indegno di un Paese civile”.