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Disastro sanità: assunzioni dei medici, Brindisi è penalizzata

 
Redazione Brindisi

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Disastro sanità: assunzioni dei medici, Brindisi è penalizzata

L’analisi di Cgil: «La Asl può prenderne solo 61 su 111 necessari. È una questione politica»

Domenica 10 Dicembre 2023, 12:43

BRINDISI - A fronte di un fabbisogno di 111 medici da assumere la Regione ne concede alla Asl solo 61. È solo uno dei tanti dati emblematici analizzati da Cgil e Funzione pubblica che denunciano apertamente una penalizzazione del territorio brindisino rispetto al fabbisogno di salute. Quando «la risposta alla domanda di salute è una questione principalmente politica: è proprio del decisore politico il potere di decidere materialmente sulla vita, sulla salute e sulla morte delle persone sottoposte al suo dominio» denunciano i segretari Antonio Macchia (generale), Chiara Cleopazzo (Fp Area sanità) e Luca Ghezzani (Coordinatore Area sanità Dirigenti medici e sanitari SSN Brindisi), dopo aver passato al setaccio le delibere assunzionali della Regione Puglia.

Altro che austerity o spending rewiew denuncia il sindacato del «quadrato rosso»: «Questa tecnica economica oggi, in Puglia, esprime una, forse la principale, stridente contraddizione della propaganda politica: quella tra l'uguaglianza teorica, cioè a parole, e la disuguaglianza pratica, cioè nelle leggi regionali di riduzione costante degli investimenti sulle persone che si curano delle persone». Ad esempio: «Già la differenza - dicono Macchia, Cleopazzo e Ghezzani - tra il numero delle unità di personale che presumibilmente lasceranno l’Asl Br, 134, e il numero di persone assumibili dall’azienda brindisina per concessione regionale, 100, la dice lunga su come gira la ruota della fortuna a Brindisi. In realtà, naturalmente, non è il caso a governare le decisioni regionali».

Una situazione grave per la Cgil. «Questo sacrificio imposto politicamente al territorio brindisino - stigmatizza il sindacato -, senza nessuna contropartita, peraltro, è già gravissimo se confrontato, non solo coi dati relativi alla mancata applicazione del precedente piano di riordino ospedaliero, ma anche coi dati sconfortanti relativi alle reali cessazioni in Asl Br dal 2019 al maggio 2023 forniti dalla precedente amministrazione commissariale dell’azienda brindisina: a titolo di esempio, non esaustivo della problematica che coinvolge ogni categoria professionale dell’Asl Br, per realizzare un modello organizzativo vagamente efficiente in relazione alla reale domanda di salute del territorio brindisino, dovrebbero essere assunti non meno di 111 medici (numero fornito, appunto, dal management di maggio 2023) ed invece la Regione ne concede 61. E questo implica chiusure, privatizzazioni, trasferimento della spesa sulle spalle delle persone bisognose».

Per quanto la Cgil convenga nel ritenere che il criterio «anzi l’unico criterio di riparto del Fondo sanitario nazionale determinato sulla base della quota capitaria (della popolazione residente) in parte pesata per età sia un finto criterio universalista, ma in realtà discriminatorio, in evidente contrasto con il portato dell’articolo 32 della Costituzione italiana, coi Lea (livelli essenziali di assistenza) nazionali, in quanto semplifica la complessità dei determinanti di salute, la Cgil non può rilevare che in realtà, poi, la Regione Puglia ripropone, tout court, il medesimo criterio anche a livello regionale. Ciò che la Regione Puglia lamenta per la Puglia, lo ribalta, purtroppo per le brindisine e i brindisini, sul territorio brindisino, considerato e trattato come la periferia della metropoli capitalistica, quasi alla stregua di una colonia».

Dalla tabella in cui la Cgil confronta i valori economici dei piani assunzionali deliberati in rapporto alla demografia delle provincie pugliesi, ricavata da documenti ufficiali dell’Istat «appare del tutto evidente che Regione Puglia assegna strutturalmente al territorio brindisino una quota di riparto del Fondo Sanitario per quota capitaria molto bassa rispetto ad altri territori: ad esempio, circa 39 euro per abitante nel foggiano, circa 21 nel barese e nella Bat provincia, circa 13 nel brindisino. Questo maggiore definanziamento del sistema sanitario brindisino si interseca, poi, con la quota di popolazione over 65 della provincia brindisina: oltre il 24% di questa è anziana, laddove nel foggiano è il 22,5%, nel barese il 23%, nella BAT il 21%. Forse l’indice di invecchiamento superiore alla media nazionale, che la Regione Puglia certifica in delibera, è ancora maggiore nel brindisino?». La Cgil, sulla base di dati Istat dimostra che non è così.

Da qui la domanda «che senso ha lamentarsi che la redistribuzione del Fsn non tiene conto dell’indice di invecchiamento della popolazione se poi, nel contesto regionale, si applica la medesima politica?». La realtà svelata dal sindacato: «C’è una sperequazione annosa - in definitiva per la Cgil - degli investimenti in capitale umano tra i vari enti del Sistema sanitario pugliese che nel brindisino, per lo meno dal 2014, si è configurata in una protratta politica assunzionale illogica, non rispettosa della reale domanda di salute proveniente dal territorio e non programmatica che, ad un certo punto, si è fermata, addirittura. Se quanto sopra può dimostrarsi già rapportando il numero delle unità assunte al 31 agosto 2023 alle unità cessate a vario titolo alla medesima data (per cui, in definitiva, per ogni unità di personale cessata a vario titolo, nell’Asl Br sono stati assunte, in media, 0,86 unità laddove in Asl Bat 3,9; in Asl Foggia 3,2; in Asl Bari 1,3, etc.), andando a rapportare i valori economici delle assunzioni rispetto ai valori economici delle cessazioni, le diseguaglianze di investimento appaiono esplicite: in Asl Br quest’ultimo rapporto è circa 1 (cioè per ogni euro derivante da una cessazione, circa un euro è stato investito in capitale umano), ma in Asl Bat il rapporto è 5,6; in Asl Foggia 3,2; in Asl Bari 1,5; etc. E, d’altra parte, non esistendo un tasso di disoccupazione naturale per la categoria dei medici, 111 dirigenti che sono cessati in Asl Br dal 2019 al 31 agosto 2023, da qualche parte saranno pure andati».

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