BRINDISI - L’incontro in Regione sul futuro della centrale di Cerano a decarbonizzazione realizzata è stata considerata interlocutoria da tutti, perché per l’ennesima volta tutti gli attori sono rimasti sulle rispettive posizioni: Enel ha confermato il piano industriale, il sindacato ha insistito per una transizione che passi dal turbogas con il presidente Emiliano che ha invitato Enel ad essere protagonista della reindustrializzazione e il presidente dell’Autorità poportuale unico a dare apporto di chiarezza ricordando la tempistica con la quale Enel si sta muovendo.
A tutti è sembrato che il convitato di pietra dell’intera vicenda sono Terna e quindi il Governo perchè spetta a quest’ultimo decidere le politiche energetiche ed a Terna organizzarle. Ecco perché, a differenza di altre iniziative, è sembrata provvidenziale la nota dell’Authority al Governo perché si faccia chiarezza sulla tempistica di utulizzo della banchina e quindi sul futuro di Cerano.
Di fronte a tale situazione interlocutoria, tuttavia, il sindacato non recede e quindi le Segreterie Territoriali di Filctem Cgil – Flaei Cisl - Uiltec Uil, dopo la presentazione del Piano Industriale Enel e dopo le riunioni del Comitato per il coordinamento della riconversione della centrale di Cerano, de 9 novembre scorso a Roma e soprattutto dopo la riunione convocata dalla Regione Puglia mercoledì scorso, «appuntamenti nei quali Enel non ha prospettato investimenti in grado di confermare attività di sviluppo industriale per confermare e garantire gli attuali livelli occupazionali», hanno confermato «lo stato di agitazione con lo sciopero delle prestazioni straordinarie a partire dal 12 dicembre». «Per una giusta e dettagliata informativa dei Lavoratori e Lavoratrici convocano una «Assemblea dei lavoratori Enel presso la Sala Conferenze».
L’assemblea si svolgerà lunedì e ad essa parteciperanno «tutti i lavoratori e lavoratrici di tutte le società Enel a vario titolo distaccati e presenti nella Centrale di Cerano». Informativa in assemblea a dal giorno successivo la fase calda che si concluderà con la «tregua sindacale» che le festività impongono.
