BRINDISI - Le liste di attesa nella sanità brindisina continuano a mietere... vittime. E c’è anche chi, suo malgrado, può fregiarsi (si fa per dire...) della recidiva. E’ il caso di un 81enne che, all’atto di prenotare un ecodoppler dei tronchi sovraortici presso gli ambulatori dell’Asl, si è sentito rispondere che la prima data utile è dicembre 2024. Lo stesso impiegato di turno ha poi invitato lo stesso utente ad attendere, qualche giorno e a riformulare la richiesta nel caso nel frattempo si fosse liberato un posto, ma addirittura in quel momento successivo la data è ulteriormente slittata di due mesi, ovvero al febbraio del 2025.
«Non è la prima volta, purtroppo, che accade - racconta l’anziano - e, anzi, rispetto al precedente episodio, i tempi si sono un po’ accorciati, atteso che in quell’occasione avrei dovuto attendere ben venti mesi. Ovviamente, trattandosi di un esame urgente per le mie condizioni di salute (a fine mese ho la visita specialistica e il medico vorrà vedere sicuramente l’esito dell’ecodoppler), mi rivolgerò altrove, come del resto ho fatto lo scorso anno, optando per un ambulatorio privato, e quindi con un maggiore esborso. Questa volta, però, proverò un’altra strada: anziché rivolgermi ad un privato, mi sposterò a Lecce o, meglio ancora, a Bari dove le strutture convenzionate sono numerose. In questo modo, dovrò sì pagare 20-30 euro di carburante ma ci sarà pur sempre un risparmio rispetto ai 60-70 euro in più che ci sarebbero da versare per l’esame in una struttura privata».
Di necessità, insomma, occorre fare virtù, anche se il disappunto e il malessere per questo stato di cose rimane eccome: «Le liste di attesa, me ne sono accorto sulla mia stessa pelle, sono il vero “cancro” della sanità brindisina - aggiunge l’utente -, ma è assurdo e inaccettabile che, esistendo questo problema da anni, non si riesca ancora a trovare un rimedio. Non saprei dire neanche se effettivamente si fanno sforzi concreti per migliorare la situazione o se tutto resta solo a livello di parole. L’unica cosa certa è che a pagare dazio sono sempre e comunque gli utenti, soprattutto quelli con limitate disponibilità economiche, costretti ad attendere i tempi biblici della sanità brindisina non potendo permettersi di fare esami presso privati».