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Larghe intese su Brindisi capitale dell’eolico off shore

 
Angelo Sconosciuto

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Angelo Sconosciuto

Eolico off-shore

Sì alla proposta da parte di Bruno (Pd), Pagliaro (MRS) e Vizzino

Venerdì 29 Aprile 2022, 11:34

BRINDISI - Sulla proposta lanciata da Franco Gentile, presidente provinciale Cna, di fare di Brindisi il polo nazionale dell’eolico off shore, si va profilando quella che una volta, in politica, si chiamava «larga intesa». Ieri tra contatti formali ed informali più di qualcosa si è mossa non solo a Brindisi, ma nell’intero Salento ed è soprattutto la politica regionale che ha battuto un colpo, oltre quelli già battuti, appunto, dal presidente Gentile, mercoledì in un’intervista alla «Gazzetta», ed il consigliere Amati nel corso delle scorse settimane.

Ieri mattina, intanto, il consigliere Maurizio Bruno. Il Presidente del Comitato regionale permanente della Protezione civile ha giudicato «non solo condivisibile e opportuna: ma meritevole del più ampio sostegno possibile» ,a proposta di Gentile. «La città di Brindisi è in questo momento storico per l’Europa a un punto cruciale di svolta della sua storia - ha aggiunto -. La fase di transizione energetica in atto è un’opportunità che, se colta, può letteralmente trasformare il nostro futuro e fare di Brindisi una capitale dell’energia pulita, dopo essere stata per troppo tempo una capitale del carbone e dell’inquinamento».

Bruno come Gentile ha invocato compattezza ed ha osservato: «l’idea di fare di Brindisi un capoluogo dell’eolico off shore è estremamente concreta. Abbiamo vantaggi che altri non hanno. Abbiamo un’area di mare su cui già insiste un’area industriale, per cui paesaggio e turismo subirebbero un impatto molto relativo. Abbiamo - ha proseguito -, proprio per via della centrale di Cerano, infrastrutture già esistenti e pronte per l’immissione nella rete elettrica nazionale di grandi quantità di energia». E ricordando la «notevole disponibilità di aree retroportuali dove realizzare le torri eoliche, per non parlare delle banchine per trasportarle via mare ai luoghi di ancoraggio» Bruno ha invitato all’«impegno politico e istituzionale» sollecitando alla «coesione» ed alla necessità «di parlare a un’unica voce», per non perdere «questa opportunità».

Tutti i livelli del Movimento Regione Salento, ancora - dal presidente Paolo Pagliaro in poi - hanno considerato «una via di buon senso, quella di concentrare le grandi centrali del vento nelle aree marine industriali, evitando localizzazioni nelle aree a vocazione turistica e paesaggistica». «Brindisi avrebbe l’opportunità di diventare la capitale dell’energia pulita, visto che ha già la necessaria infrastrutturazione industriale - hanno aggiunto -: la centrale di Cerano dispone di piattaforme e siti di ancoraggio per poter immettere nella rete elettrica nazionale l’energia prodotta dal vento. Inoltre, le aree industriali come quella brindisina offrono le giuste professionalità per creare la filiera dell'eolico offshore. Si tratta quindi di potenziare l’esistente - hanno aggiunto -, di rafforzare un’attitudine che potrebbe portare solo benefici e vantaggi alla comunità brindisina e di tutto il Salento, anche di natura occupazionale, nel solco di una storia industriale che può realmente concretizzarsi nella svolta green che tutti auspichiamo».

Il Movimento Regione Salento punta al «consenso unanime» sulla proposta sottolineando il sì «all’eolico offshore, ma nelle «location più giuste per la produzione di eolico in mare, come è già avvenuto nel porto industriale di Taranto». E così dicendo il Movimento Regionale Salento ha confermato il proprio «no» all’altro impianto nel Canale d’Otranto, mentre il presidente della Commissione regionale Sanità, Mauro Vizzino, ha valutato anche lui ampiamente condivisibile la proposta progettuale di Gentile. «Va in direzione di una reale trasformazione della produzione energetica nel nostro paese e, allo stesso tempo, sfrutta in pieno una vocazione del territorio brindisino», ha osservato: «Realizzare campi eolici nel mare antistante gli insediamenti industriali non crea problemi di carattere ambientale e consente a Brindisi di disegnare un futuro diverso dalla produzione di energia attraverso il carbone - ha proseguito -. Tutto questo, peraltro, come giustamente evidenziato da Gentile, offre al territorio una grande opportunità imprenditoriale ed occupazionale perché Brindisi potrebbe davvero diventare la capitale italiana dell’eolico offshore, con il conseguente insediamento di impianti per la produzione di torri eoliche destinate anche ad altri siti».
E non poteva essere diversamente nemmeno sul fronte della strategia: «fare squadra», è stata la conclusiva sollecitazione di Vizzino.

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