FRANCAVILLA - Quando di parla si maltrattamenti in famiglia il pensiero corre istintivamente al marito che picchia la moglie. Può anche accadere il contrario. A Francavilla Fontana i carabinieri dell’aliquota radiomobile della locale compagnia hanno arrestato una 36enne francavillese per maltrattamenti in famiglia. L’altra sera, la donna ha aggredito, all’interno della loro casa, il marito, lo ha coperto di insulti e lo ha minacciato con un coltello da cucina. Sono intervenuti i carabinieri e per la donna è scattato l’arresto. Su disposizione del pm di turno, dopo l’arresto la 36enne francavillese è stata collocata ai domiciliari nell’abitazione dei genitori. Resterà ristretta in quella casa almeno sino all’udienza di convalida del provvedimento restrittivo adottato a suo carico. Non era la prima volta che succedeva. Interrogando la vittima – il marito della 36enne francavillese ha 42 anni – gli investigatori del capitano Gianluca Cipolletta, comandante della compagnia CC della città degli Imperiali, hanno portato alla luce una storia di maltrattamenti che si protraeva già dall’anno scorso.
Le cronache ci hanno “abituato” a ritenere che le mura domestiche possono essere pericolose per le donne. Le statistiche dicono che “il maggior numero di casi di violenza contro le donne è riconducibile alla cosiddetta violenza domestica”. L’art. 3 della Convenzione di Istanbul definisce violenza di genere: “Tutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima”. Questa definizione è stata ripresa nel nostro ordinamento attraverso la legge n. 119/2013, nota come “legge sul femminicidio”. Non sempre, però, le vittime delle violenze sono donne. Può succedere, come è successo a Francavilla, che la vittima sia un uomo e il “carnefice” la moglie.
Il dato iniziale è, in ogni caso, sempre lo stesso: le vittime di violenze domestiche sono restie a denunciare la persona che gli fa del male. La conseguenza per le vittime è che la vita si trasforma in un inferno della peggiore specie. Non tutte le donne che subiscono violenza tra le mura domestiche trovano il coraggio di denunciare quello che gli succede. Lo stesso vale per gli uomini. A volte lo fanno per pudore, altre volte perchè in fondo gli dispiace mettere nei guai una persona con cui hanno condiviso un’intera vita e a cui, nonostante quello che gli succede, continuano a volere bene.