Giovedì 16 Ottobre 2025 | 16:21

La truffa allo Stato è affare di famiglia: 10 indagati, a Bari fondi Covid ottenuti senza requisiti

La truffa allo Stato è affare di famiglia: 10 indagati, a Bari fondi Covid ottenuti senza requisiti

 
Redazione Primo Piano

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La truffa allo Stato è affare di famiglia: 10 indagati, a Bari fondi Covid ottenuti senza requisiti

Nei guai padre, madre, figlia e fidanzato di lei. Il fulcro di tutto è un ex commercialista

Giovedì 16 Ottobre 2025, 12:05

Nel corso del 2021 avrebbero ottenuto illegittimamente i finanziamenti pubblici previsti dal Decreto Liquidità per far fronte all’emergenza Covid, soldi che sarebbero finiti nelle loro tasche anche grazie alla complicità di un ex commercialista già coinvolto in indagini simili. È per questo che la Procura di Bari ha fatto notificare un avviso di conclusione indagini a dieci persone, accusate a vario titolo e secondo le rispettive responsabilità di truffa aggravata, malversazione ai danni dello Stato e riciclaggio.

Gli indagati sono Marika Di Cosola, 33 anni, Vito Di Cosola, 61 anni (padre e figlia), Tiziana Di Chio, 56 anni (moglie del secondo), Fabrizio Romito, 35 anni (compagno della prima), l’ex commercialista Raffaele Catacchio, 82 anni (detto Lucio), tutti di Bari, Pietro Giuseppe Mastrangelo, 68 anni, di Putignano, Giovanna Fornelli, 59 anni di Bari, Jamillo Fabbrizi, 35 anni di Roma, Antonio Pellegrino, 50 anni di Bari, Salvatore Guerra, 50 anni di Mattinata.

L’inchiesta è stata portata a termine dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Finanza di Bari. Tutto parte su una verifica su tre società (Future Fleath, Technological Charme e Best Quality) tutte costituite nel corso del 2021 e tutte ritenute riconducibili alla famiglia Di Cosola, che - attraverso una banca locale e tramite il commercialista Catacchio - avrebbero presentato richieste di finanziamento da 30mila euro ciascuna al ministero dello Sviluppo Economico dichiarando di possedere i requisiti previsti dal Decreto Liquidità. Vito Di Cosola era uno dei soci della Serin, la società di tributi fallita nel 2017 di cui era consulente fiscale lo stesso Catacchio.

I soldi ottenuti dal ministero - sempre secondo l’accusa, coordinata dalla pm Chiara Giordano - sarebbero poi stati trasferiti su conti correnti personali riferiti ai membri della famiglia Di Cosola: in parte sarebero stati prelevati in contanti, in parte sarebbero anche finiti sui conti della Serin. Le altre cinque persone rispondono di riciclaggio perché avrebbero messo a disposizione i conti correnti delle proprie società per ricevere i bonifici disposti dalla famiglia Di Cosola.

Catacchio non è nuovo a indagini in materia societaria. È stato arrestato l’ultima volta nel 2023 per la bancarotta fraudolenta di una società costituita - secondo la Procura di Bari - soltanto per emettere false fatture. Con lui era stato arrestato anche Guerra, ritenuto insieme all’ex professionista l’amministratore della società. Catacchio era stato arrestato anche nel 2012 con l’accusa di aver provato a corrompere un consulente della Procura nell’ambito di un’altra inchiesta per bancarotta, e nel 2010 perché ritenuto la «testa di paglia» di un gruppo collegato alla criminalità organizzata barese.

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